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Il progetto

Renzi a Calenda: “Uniamoci, Sala leader del nuovo centro"

Redazione

Il piano del leader di Italia viva è creare un terzo polo - progressista, riformista e anti populista - che comprenda il leader di Azione e il sindaco di Milano. "Il M5s? Alle prossime elezioni andranno tutti a casa"

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“Un contenitore modello “Renew Europe” può essere la casa di molti”: con queste parole Matteo Renzi rilancia il progetto di un polo riformista e progressista, uno spazio che è già stato delineato sulle pagine del Foglio dal direttore Claudio Cerasa, che permetta di raggranellare i voti dei partiti populisti, ormai in discioglimento, e contrastare l’ascesa della destra. Renzi, intervistato da La Stampa, vede in Beppe Salache ieri, in un post Instagram, ha delineato l’esistenza di un campo progressista “una figura che può essere protagonista nella creazione di un terzo polo equidistante, che sarebbe numericamente più forte di uno schieramento alleato con il solo Pd. Con Sala ci sono tanti amministratori locali riformisti che si unirebbero”.
 


Nel suo piano il leader di Italia viva vorrebbe comprendere anche l'amico-nemico, Carlo Calenda - con il quale condivide ispirazioni e valori (il leader di Azione è stato ministro dello sviluppo economico nel governo Renzi) – perché: “L’accordo riformista serve a tutti, anche a Calenda. I candidati civici sono andati bene ma la lista di Azione da sola non va molto lontano”. Insomma, l’obiettivo di unire i due gemelli diversi della politica italiana sembra più attuale che mai “è ancora presto. A tempo debito sarà naturale per tutti abbandonare gli egoismi e costruire una casa comune. che vada a doppia cifra. Chi per piccole ambizioni personali blocca questo processo si assume la responsabilità di consegnare il Paese ai populisti”.
 

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Matteo Renzi, a differenza del leader di Azione, non mette paletti a un campo progressista che oltre al Partito democratico comprenda anche il M5s: “La verità è che noi alle prossime elezioni ci saremo, loro no. Hanno trovato il modo migliore per rispettare il limite dei due mandati: andranno a casa tutti. E non credo che usciranno dalla maggioranza perché molti di loro dovrebbero tornare a lavorare e qualcuno dovrebbe buttarsi sul reddito di cittadinanza”. E proprio sul governo Draghi rilancia: “Secondo me quelli che volevano tirare la corda al premier hanno perso. Il presidente del Consiglio è più forte di prima, altro che storie. Meglio così. Serve un grande patto sociale per l’Italia, non il logoramento di Draghi”.

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