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storia di due matrimoni

Letta e Conte, Salvini e Meloni: così lontani così vicini

Filippo Passeri

Da una parte Pd e M5s si tengono faticosamente insieme, dall'altra Lega e Fratelli d'Italia si fanno la guerra ma trovano sempre il modo di accordarsi, come in Sicilia

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Da una parte c’è un matrimonio (forzato) che viene tirato per i capelli e che nasconde flirt e rapporti extraconiugali, dall’altra c’è una coppia, che deve rinnovare i "voti", litiga, anche pubblicamente, ma rimane sempre insieme, perché in fondo l’amore vince su tutto. Il primo è rappresentato dal campo progressista – Partito democratico e Movimento 5 stelle – il secondo dall’alleanza di centrodestra – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
 

Letta e Conte sono gli sposi di un matrimonio stanco, che non s’aveva da fare, e che si trascina inesorabilmente. Se il primo dice A il secondo risponde B e viceversa. L'ultimo dissidio in ordine di tempo è l'invio di armi in Ucraina. Il segretario del Pd, intervistato oggi da Repubblica, è costretto a parlare, quasi unicamente, di Unione europea e della vicinanza alla proposta di Draghi di togliere il veto in politica estera “L’Europa si blocca quando regole come quelle attuali consentono a un singolo Paese di esercitare il diritto di veto. L’Ungheria di Orbàn, per fare un esempio non casuale, ha facoltà di farlo ogni volta che ritiene. Come se in Italia, dopo una decisione del governo nazionale, arrivassero le Marche e dicessero: “fermi tutti”. Non si può andare avanti così”. Se parlasse di politica interna, infatti, creerebbe, una volta di più, malumori all’interno dell’alleanza, l’unico passaggio in cui cita Conte riguarda proprio l’invio di armi a Kyiv e le differenze che il capo del M5s ha sollevato circa la differenza tra offensive e difensive: “L’unico limite che vedo è quello che è stato superato da Boris Johnson quando ha ipotizzato che le armi fossero usate per un contrattacco sul territorio russo. Quello è sbagliato ed è un confine da non oltrepassare”. Insomma, i due sembrano più distanti che mai.
 

Dall’altra parte invece nonostante Lega e Fratelli d’Italia si sfidino a colpi di convention, alla fine trovano sempre il modo di accordarsi. Dopo il gran raduno di FdI a Milano, la Lega, con senso di rivalsa, sta programmando una convention nazionale a Roma. La mobilitazione del Carroccio nella Capitale, per una conferenza programmatica, come si usa dire in questa fase, è in calendario il 14 maggio, nel palazzo dei congressi della Lanterna, pieno centro storico. Ma, nonostante queste schermaglie, i due partiti, con l’appoggio di Forza Italia, hanno raggiunto l'accordo sulla candidatura unitaria di Roberto Lagalla a sindaco di Palermo e contano di trovarlo anche sul presidente della Regione. A dimostrazione che i dissidi di facciata rientrano sempre, per il momento, quando si parla di accordi elettorali.
 

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Insomma, nel campo cosiddetto progressista cercano di tenersi insieme ma i bottoni della camicia sono fin troppo stretti, nel centrodestra invece se le danno di santa ragione ma alla fine si accordano sempre.

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