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la foto

Raggi e Calenda, due cuori e un Campidoglio

Salvatore Merlo

In una foto la più impensabile delle affinità. Così diversi e così simili, la sindaca uscente e il leader di Azione giocano la loro vera partita contro i rispettivi partiti di provenienza: Pd e M5S

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S’intendono perché sono gli sfavoriti, che però chissà a sorpresa potrebbero anche farcela, e dunque si capiscono e civettano l’uno con l’altra perché sono anche quelli più presenti e battaglieri, forse persino i due più abili nella campagna elettorale che il 4 ottobre si concluderà dando un sindaco alla povera e disastrata capitale d’Italia. E c’è infatti un universo di senso e di sottintesi in questa fotografia che ritrae Carlo Calenda, rodomontesco e contundente con chiunque altro (“il Pd di Gualtieri è il peggiore d’Italia”, “Michetti è la commedia di Alberto Sordi”), mentre viene colto dalla macchina fotografica nell’atto di un elegante riverenza offerta in omaggio a Virginia Raggi, la sindaca che invece conduce con sorprendente efficacia la sua campagna elettorale quasi fosse stata per cinque anni all’opposizione di se stessa: “I cinghiali che grufolano nella monnezza? Denuncio Zingaretti in procura”.

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S’intendono perché sono gli sfavoriti, che però chissà a sorpresa potrebbero anche farcela, e dunque si capiscono e civettano l’uno con l’altra perché sono anche quelli più presenti e battaglieri, forse persino i due più abili nella campagna elettorale che il 4 ottobre si concluderà dando un sindaco alla povera e disastrata capitale d’Italia. E c’è infatti un universo di senso e di sottintesi in questa fotografia che ritrae Carlo Calenda, rodomontesco e contundente con chiunque altro (“il Pd di Gualtieri è il peggiore d’Italia”, “Michetti è la commedia di Alberto Sordi”), mentre viene colto dalla macchina fotografica nell’atto di un elegante riverenza offerta in omaggio a Virginia Raggi, la sindaca che invece conduce con sorprendente efficacia la sua campagna elettorale quasi fosse stata per cinque anni all’opposizione di se stessa: “I cinghiali che grufolano nella monnezza? Denuncio Zingaretti in procura”.

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Tutto si scopre in una fotografia, basta scrutarla. A riprova che non è vero quell’adagio secondo il quale la macchina fotografica è stata inventata per sabotare l’impressionismo. E’ l’esatto contrario. Ecco infatti la scena: lui le prende la mano al termine di un incontro pubblico, occhi negli occhi, ed esplode un sincero sorriso di simpatia che ben s’indovina da sotto la mascherina chirurgica anti Covid.

 

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C’è qualcosa di complice in quello sguardo a filo d’erba e in quel gesto di galante riguardo, qualcosa che li rivela legati a identici segreti di trucco, alleati in un medesimo codice che non è soltanto quello degli inseguitori affratellati, benché in tutta evidenza lo siano, visto che secondo gli ultimi sondaggi riservati fatti fare dal Pd si scopre che Calenda sarebbe al 14,4 per cento mentre Raggi al 22,2.

 

  

Entrambi orfani di un partito e di una coalizione, lei del M5s e lui del Pd, Raggi e Calenda  occupano due orbite parallele e non conflittuali nella campagna elettorale di Roma: lui non ruba voti a lei e lei non li toglie a lui,mentre sono invece entrambi allo stesso modo concentrati nell’impresa di affondare il centrodestra e il centrosinistra, cioè Enrico Michetti e Roberto Gualtieri, il gaffeur professionista e l’algido contabile. I due favoriti che infatti – quando possono – rifuggono persino dall’incontrarli in pubblico. E allora ecco il baciamano, ecco la fotografia che tutto contiene e tutto rivela, l’alleanza, l’asse più strano (e più vero) di queste elezioni amministrative. Smack.

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