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L'intervista

"Da Conte attendiamo risposte. E se vuole il braccio di ferro in Aula, siamo pronti". Parla Rosato

La delega ai servizi segreti, il cambio di passo e di squadra nel governo, l'accesso immediato ai prestiti del Mes. Il presidente di Italia viva ci dice cos'è che Renzi si aspetta dal premier

Valerio Valentini

Il colloquio col presidente di Italia viva. "Troppo tempo è stato perduto rinviando i problemi, ma c'è ancora tempo per recuperare. Renzi non si sottrarrà al confronto,  purché non si tentenni. Sul Mes non accettiamo più indugi dal premier"

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In tanti lo danno già per ministro prossimo venturo: della Difesa, degli Interni. Chissà. E allora com’è che dobbiamo chiamarlo? “Ettore, va benissimo così. Felicissimo di fare il vicepresidente della Camera”. In tanti, poi, dicono che nel gioco delle trattative, Matteo Renzi sia solito mandarlo avanti quando c’è da litigare, ché invece per fare la pace s’affida a Maria Elena Boschi. E dunque, sospettiamo, se Ettore Rosato ha accettato di parlare è perché la crisi è ormai irrecuperabile. “La palla in verità è nelle mani di Giuseppe Conte”, risponde il presidente di Italia viva, con sorprendente pacatezza. “Semmai è paradossale che siamo proprio noi, e non da oggi, a chiedere un tavolo di confronto ampio, che coinvolga non solo le forze di maggioranza ma anche le opposizioni e le parti sociali, per discutere del Recovery, cioè del futuro del paese. In una situazione normale sarebbe il premier, ad assumersi questa responsabilità”.

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In tanti lo danno già per ministro prossimo venturo: della Difesa, degli Interni. Chissà. E allora com’è che dobbiamo chiamarlo? “Ettore, va benissimo così. Felicissimo di fare il vicepresidente della Camera”. In tanti, poi, dicono che nel gioco delle trattative, Matteo Renzi sia solito mandarlo avanti quando c’è da litigare, ché invece per fare la pace s’affida a Maria Elena Boschi. E dunque, sospettiamo, se Ettore Rosato ha accettato di parlare è perché la crisi è ormai irrecuperabile. “La palla in verità è nelle mani di Giuseppe Conte”, risponde il presidente di Italia viva, con sorprendente pacatezza. “Semmai è paradossale che siamo proprio noi, e non da oggi, a chiedere un tavolo di confronto ampio, che coinvolga non solo le forze di maggioranza ma anche le opposizioni e le parti sociali, per discutere del Recovery, cioè del futuro del paese. In una situazione normale sarebbe il premier, ad assumersi questa responsabilità”.

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Troppo tardi, ormai, per recuperare? “Troppo tempo è stato perduto. Con una tendenza al rinvio che è diventato un metodo di governo”, ci dice Rosato. “Un caso su tutti: quello delle concessioni autostradali. Sono trascorsi sei mesi da quando il premier, dopo una telefonata fatta a margine di un Cdm, ha esultato per aver risolto la questione. E la questione è ancora lì, da due anni".

 

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E dunque, ripetiamo la domanda: è ormai troppo tardi per sanare la frattura? “Non è detto che non si possa recuperare. E noi, del resto, il nostro contributo alla discussione lo abbiamo dato consegnando due lunghi documenti al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia. Due dossier tecnici e politici, con osservazioni puntuali e richieste specifiche. Attendiamo risposte”.

 

Alcune paiono richieste fatte apposta per essere rigettate. La delega ai servizi il premier ha già detto di non volerla cedere. Il Mes per il M5s è come il fumo negli occhi. “Ma qui mi pare che vengano meno i fondamentali della politica. In un governo di coalizione nessuno può pensare di vedere accolte tutte le proprie istanze. Ma non è ammissibile che ci siamo delle questioni che non possono essere trattate. Le nostre richieste sono esigenti perché gravi sono le necessità del paese. Dopodiché, chiediamo risposte chiare e definitive. Chiediamo di sapere perché il Mes non venga attivato, visto che nel Recovery Conte e Gualtieri hanno scritto nero su bianco che conviene finanziare i progetti con  prestiti europei piuttosto che ricorrere all’indebitamento ordinario. Se in quel caso ci si dice che è giusto, perché sul Mes non si agisce con la stessa logica? Possono dirci che non lo si fa perché questo governo non si fida dell’Europa. Possono dirci che non lo si fa perché questo governo ritiene  più urgente non scontentare il M5s  che  sostenere  il nostro sistema sanitario, alla prese con un piano vaccinale partito già a rilento. Quello che non accettiamo è che ci si dica che poi, forse, chissà, ‘vedremo’,  perché l’Italia non può permettersi l’immobilismo”.

 

Anche il Pd fa del Mes una sua battaglia. Non utilizza, però, i vostri toni ultimativi. “Devo dire che, al netto delle singole divergenze, col Pd ci sentiamo corresponsabili del futuro del paese. Spetta noi il ruolo, più faticoso, di chi sfonda la porta: ma poi, dal varco che si apre, ci passano in tanti. Molti dei contributi di modifica al Recovery annunciati dal Pd, e anche alcuni di quelli proposti dal M5s, mi paiono ragionevoli. Finché noi non abbiamo denunciato il mancato confronto su quel progetto, però, nessuno aveva obiettato nulla”. 

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Renzi dice però che non è per un ministero in più che avete scatenato tutto questo pandemonio. Ma se non è con un cambio di assetti di governo che se ne esce, come se ne esce? “Con un confronto chiaro e senza ipocrisie”. Un po’ vago, così. “Noi i problemi li abbiamo sollevati. E da mesi. Nessuno ha voluto prenderli in considerazione, se non nel momento in cui si è arrivati al culmine della tensione. Ora attendiamo che Conte ci spieghi cosa ha intenzione di fare. Se vuole affrontare questi temi in un braccio di ferro in Aula, ci troverà pronti a discutere. Se vuole richiamarci per darci le risposte ai quesiti posti, siamo qui. Se vuole convocare i leader per un confronto politico, non sarà certo Renzi a sottrarsi. Quando lo sapremo ci adegueremo”. 

 

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Un Conte ter con squadra di ministri rinnovata, un nuovo governo politico magari a guida Pd, un governo istituzionale con Draghi o la Cartabia a Palazzo Chigi: che percentuali dà, Rosato? “Lavoriamo perché al 100 per cento vinca l’Italia”. E non è un caso se di lui, cresciuto a bottega di Dario Franceschini, in tanti dicono anche che sia un inguaribile democristiano.

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