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Sprofondare si è sprofondati, ora il listone di Italia Libera

Giuliano Ferrara

Subito il triumvirato Gentiloni Minniti Calenda. E intanto non lasciargliene passare una, à corsaire corsaire et demi

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Intanto, tutto bene benissimo. Ci voleva la fine della Toscana rossa o felix, non vedo l’ora che Trump con Salvini e Orbán sostituisca Tony Blair e altri villeggianti tedeschi delle varie Toskana-fraktion. Bisogna sprofondare per aggrapparsi alla terra e risalire la china. E sprofondare è sprofondato, l’esercito che non c’è più degli antisalvinisti, degli spregiatori di Casaleggio e Di Maio, insomma dei democratici. Ora le soluzioni non s’improvvisano, infatti è necessaria una lunga e severa analisi della sconfitta, occorre tempo, bisogna reagire con calma, è necessario capire capire e ancora capire. E nel frattempo l’Italia cambia la natura del regime parlamentare e costituzionale del ’48, rovescia, e non è una novità, la sua politica estera, bolla Macron come nemico numero uno, abbraccia Kurz e Strache, e si fa inchiappettare da Horst Seehofer il bavarese. Però sai che soddisfazione una reazione lungimirante, che fa tesoro della vittoria nazionalpadana e fasciopopulista, ora con i panni ben risciacquati nell’Arno, sul paese delle élite e degli zingari e dei negher. Sai che soddisfazione.

 

Niente improvvisazioni. Subito un triumvirato ovvio: Gentiloni, Minniti, Calenda. Per esempio. Eletti per la rifondazione europea contro “Europeisti per Salvini”, altro partito da me recentemente fondato. I nomi sono conseguenza delle cose. Via il Pd, ora è il momento dell’Altra Italia o di Italia Libera. Un listone che mette insieme tutti, tutti, tutti. Si esclude solo Fassina che sta con Salvini perché è un ferratissimo marxista e keynesiano, questo enorme e prezioso saltimbanco. Il listone di Italia Libera fa la sua convenzione a metà settembre, e intanto argomenti, insulti, calci e spintoni, il tutto in modo civilissimo e metaforico, contro el gobierno dei marrazzoni che isola il paese, lo impoverisce, lo sbeffeggia, lo intimidisce perché è un paese pieno di timidi che non hanno capito la legge della terra, il nomos, e appena appena intuiscono la legge del mare, salvare i naufraghi: a pirata pirata e mezzo o alla francese, per noi internazionalisti, à corsaire corsaire et demi. Fundraising. Luglio e agosto caldissimi. Non lasciargliene passare una che sia una. Se dicono che oggi è martedì, negare, negare sempre. Svillaneggiare la paura percepita delle masse, l’ozio agognato delle masse che non fanno funzionare la funicolare a Napoli in attesa del reddito di cittadinanza, dare l’assalto al Campidoglio con la guida dei centri sociali, esporre il modello Milano, ma senza fighettismo e senza troppi eventi, rude, crudo, un modello Milano che ricordi la banda Cavallero, non l’Expo.

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Ma quanto tempo deve passare prima che i migliori del passato o tra i migliori si decidano a preparare non dico l’avvenire e il suo sole, il domani che canta, ma qualche prossima onorevole sconfitta? Non vedete che i ruffiani ruffianeggiano, che i pavidi impavidiscono, che ogni giorno che passa il terreno smotta sotto i piedi di una qualunque opposizione e si rassoda sotto gli scarponi di questo bestiame di governo oggi al potere con la demagogia e la cavalcata delle valchirie nella veste di menzogne ed emergenze nibelungiche? Fare della ragione un sasso duro, un uovo marcio, una santa ingiuria, e scagliare tutto in batteria contro la masnada, l’accozzaglia che in Parlamento ha varato la maggioranza della chiacchiera e dell’ozio e della minaccia connotata razzialmente. Ecco, non si può improvvisare, bisogna aspettare e distinguere. Intanto c’è molto da fare per un’opposizione indistintamente antisfascista. Gli italiani sono gran puttane, ma facilmente redimibili.

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