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Il caso

"La mafia potrebbe aver creato il virus", dice Antonio Ingroia

Luca Roberto

L'ex pm della Trattativa va oltre le teorie cospirazioniste. "Penso che c'è qualcosa di oscuro, anche all'origine di questa pandemia. Può darsi che qualche componente criminale all'origine abbia avuto un ruolo"

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E se il Covid-19 fosse un prodotto della mafia? Di Cosa Nostra o, più probabilmente, della 'ndrangheta? "Può darsi". Al curriculum delle sventure di Antonio Ingroia mancava un ultimo azzardo. Dopo che la sua allure antimafia si è afflosciata, le esperienze in politica lo hanno visto sconfitto a qualsiasi latitudine, e sempre più spesso si finisce per rintracciarlo nelle cronache solo per via delle sentenze in cui figura come imputato, aveva bisogno di un'uscita roboante. E quale miglior occasione della pandemia per arrivare a tenere legate in modo scomposto un'emergenza sanitaria assieme al tarlo della criminalità organizzata infiltrata per ogni dove?

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E se il Covid-19 fosse un prodotto della mafia? Di Cosa Nostra o, più probabilmente, della 'ndrangheta? "Può darsi". Al curriculum delle sventure di Antonio Ingroia mancava un ultimo azzardo. Dopo che la sua allure antimafia si è afflosciata, le esperienze in politica lo hanno visto sconfitto a qualsiasi latitudine, e sempre più spesso si finisce per rintracciarlo nelle cronache solo per via delle sentenze in cui figura come imputato, aveva bisogno di un'uscita roboante. E quale miglior occasione della pandemia per arrivare a tenere legate in modo scomposto un'emergenza sanitaria assieme al tarlo della criminalità organizzata infiltrata per ogni dove?

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Beninteso: fonti ben più autorevoli del pm sul processo alla Trattativa sostengono da tempo, non ultimo il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, che la crisi economica rappresenti un indubbio vantaggio per le organizzazioni criminali che possono far leva sul bisogno di liquidità delle attività economiche in sofferenza. Lo analizzano i report della Criminalpol, ed è una realtà soprattutto nelle regioni meridionali. E però nessuno, finora, nemmeno gli adepti di QAnon o Don Livio Fanzaga, s'era spinto a leggerci un disegno lineare che le mafie avrebbero ordito e condotto con il preciso intento di accrescere la propria influenza nell'economia mondiale.

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Intervistato da Klaus Davi, l'ex magistrato palermitano non si è limitato a registrare che indirettamente il lockdown abbia aiutato mafia e n'drangheta. Perché, parole sue, “poi un domani scopriremo che non tutto quello che sembra involontario è innocente. Penso che c'è qualcosa di oscuro, anche all'origine di questa pandemia. Se fosse vero che non è stata casuale ma è stata determinata, può darsi che qualche componente criminale all'origine abbia avuto un ruolo”. Anche perché “i capi della mafia italiana, che io ritengo soprattutto 'ndranghetisti e calabresi e non siciliani, siedono al tavolo delle più grandi organizzazioni mondiali della mafia”. Una prosecuzione con altri mezzi della teoria sul nuovo ordine mondiale, solo che nel ruolo di Bill Gates o dei Rothschild, Ingroia ci mette le 'ndrine e i picciotti di tutto il mondo, a partire dalla criminalità italiana. Quasi che l'idea del virus di Wuhan possa essere stata concepita da un casolare nel vibonese.

 

Qualcuno potrebbe pensare che il caso in esame appartenga alla fattispecie dello sragionamento estemporaneo, ma l'intera storia di Ingroia è disseminata di indizi che, come punti che si uniscono, preludono alla deriva del pensiero, e quasi lo rendono necessario. Come giudice si è speso in un processo, quello sulla Trattativa, in cui gran parte del quadro accusatorio è stato smantellato sentenza dopo sentenza. In politica cercava la rivoluzione civile e si è dovuto accontentare di un 2 per cento alle politiche del 2013 che gli ha sbarrato l'ingresso in Parlamento. Non pago, si è candidato sindaco alle ultime elezioni comunali di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, sfoderando per la campagna elettorale un'accurata selezione di video girati in mezzo agli ulivi o con sfondi marittimi: alla fine ha preso meno di un terzo dei voti del vincitore ed è arrivato a insinuare che fosse solo colpa dell'ascendenza ancora molto forte di Matteo Messina Denaro sul territorio.

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Infine la scorsa settimana, è stato condannato in primo grado a un anno e dieci mesi per peculato dalla procura di Palermo perché, da amministratore unico di Sicilia e-Servizi ai tempi della presidenza Crocetta, avrebbe intascato rimborsi non dovuti. Di lui si ricordano i collegamenti dal Guatemala e dall'America Latina, che stava cercando di raggiungere anche nell'aprile 2019, quando fu allontanato da un volo della Air France perché in stato di ebrezza. Si giustificò equiparando la privazione della sua libertà a quella di Julian Assange, di cui in passato era diventato uno dei massimi sponsor in patria. A pensarci, forse la storia del virus creato dalla 'ndrangheta è il meno.

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