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Europa Ore 7

L'Ue appesa alle elezioni in Francia e Ungheria

Cercare di evitare una nuova Yalta; la tassonomia di capodanno; la convivenza con Omicron e l'onnipresenza della Brexit

David Carretta

Il 2021 è stato un anno particolarmente importante per l'Unione europea, ma il 2022 non sarà da meno in termini di suspense elettorale europea

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Tra Germania, Paesi Bassi e Bulgaria, il 2021 è stato un anno di elezioni particolarmente importanti per l'Unione europea, ma il 2022 non sarà da meno in termini di suspense elettorale europea: il futuro del progetto comunitario è appeso all'esito delle elezioni presidenziali in Francia e delle legislative in Ungheria, ma anche alla scelta del prossimo presidente della Repubblica in Italia. Questo nuovo anno è iniziato con un allineamento delle stelle politiche favorevoli all'europeismo. A Berlino c'è un nuovo governo tra socialdemocratici, verdi e liberali che mostra ambizioni federaliste inedite. A Parigi Emmanuel Macron ha assunto la presidenza semestrale del Consiglio dell'Ue e ha deciso di fare dell'Europa uno dei temi centrali della sua campagna elettorale. A Roma Mario Draghi ha restaurato la credibilità dell'Italia che è tornata a essere protagonista nell'Ue. Ma le stelle potrebbero disallinearsi facilmente, compromettendo l'ottimismo europeista che si respira da alcuni mesi. Andiamo con ordine. Prima le novità del 2021. Poi le incognite del 2022.

 

Berlino il voto del 26 settembre ha posto fine al lungo regno di Angela Merkel e portato a un mezzo cambio di regime: la grande coalizione tra i cristiano-democratici e i socialdemocratici è stata sostituita dalla coalizione semaforo formata da Spd, Verdi e Fdp, ma alla cancelleria è andato l'ex ministro delle Finanze di Merkel, Olaf Scholz. Al di là della retorica europeista contenuta nell'accordo di governo, il grande interrogativo è quanto cambierà la politica europea della Germania. I segnali sono contraddittori. Molti osservatori sono convinti che alla fine Scholz non si scosterà dall'approccio prudente di Merkel. Oltre alla risposta dell'Ue a Cina e Russia, la prova del nove saranno i negoziati sulla revisione del Patto di stabilità e crescita nel corso del primo semestre. All'Aia, dopo lunghi e difficili negoziati seguiti al voto del 17 marzo, oggi giurerà il governo Rutte IV. I partiti sono gli stessi del Rutte III, ma il programma è completamente diverso. I Paesi Bassi saranno meno frugali all'interno e all'esterno. Invece di essere un freno, Mark Rutte dovrebbe giocare un ruolo di motore dei processi comunitari. Il 2021 si è chiuso bene anche per la Bulgaria: a Sofia, dopo tre elezioni inconcludenti, il 13 dicembre è nato il nuovo governo di Kiril Petkov all'insegna della lotta alla corruzione.

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Nel 2022 la prima elezione legislativa importante si terrà in Portogallo il 30 gennaio. La permanenza di Antonio Costa al posto di primo ministro non è garantita. Il suo Partito socialista è ancora in testa nei sondaggi, ma subisce la pressione dei conservatori del Partito socialdemocratico e di altre formazioni di centrodestra. Una delle incognite sul voto portoghese è il risultato che otterrà il partito di estrema destra Chega. La seconda elezione significativa per l'Ue sono le politiche in Slovenia del 24 aprile. Il primo ministro, Janez Jansa, si è distinto per il suo penchant per il modello populista di Viktor Orban. Il suo partito è in testa nei sondaggi, ma con appena il 20 per cento dei voti. Da quando i socialdemocratici hanno scelto Tanja Fajon come loro leader, sembrano recuperare terreno. Un altro premier in bilico è la socialdemocratica svedese Magdalena Andersson. La Svezia andrà alle urne l'11 settembre e l'estrema destra dei Democratici svedesi potrebbe essere decisiva per riportare al governo una coalizione di centrodestra. Più tranquilla sembra essere la posizione dei premier maltese e lettone, Robert Abela e Krišjānis Kariņš. A Malta si dovrebbe votare in giugno. In Lettonia le elezioni parlamentari si terranno il primo ottobre.

 

Gli occhi dell'Ue sono però puntati su altri due paesi. Le elezioni decisive per l'Europa sono le presidenziali in Francia del 10 e 24 aprile. Il presidente uscente, Emmanuel Macron, deve fare i conti con due candidati di estrema destra, Marine Le Pen ed Eric Zemmour, il cui obiettivo esplicito è di distruggere l'Ue e una candidata della destra gollista, Valerie Pecresse, che intende riprendere la bandiera del sovranismo. Oltre alle incertezze del ballottaggio, ci sono interrogativi sulla capacità di Macron di ottenere una maggioranza all'Assemblea nazionale nelle elezioni legislative del 12 e 19 giugno. L'altro voto che potrebbe cambiare il volto dell'Ue è quello in Ungheria. La data non è ancora stata fissata, ma gli ungheresi dovrebbero essere chiamati alle urne tra aprile e maggio. Una vittoria del candidato dell'opposizione, Péter Márki-Zay, potrebbe suonare le campane a morto del progetto sovranista promosso dal premier ungherese. Una conferma di Viktor Orbán sarebbe fastidiosa per l'Ue, ma non sarebbe tanto destabilizzante come una vittoria di Le Pen o Zemmour in Francia.
 

Il calendario elettorale europeo prevede altre elezioni presidenziali: in Austria a settembre (direttamente via il voto popolare) e in Germania il 13 febbraio (indirettamente dalla Convenzione federale). Sul Foglio Daniel Mosseri spiega che a Berlino il dilemma è tra uno Steinmeier bis o “una donna”. E l'Italia? Gli occhi dell'Ue sono puntati soprattutto sul voto per il presidente della Repubblica che inizierà il 24 gennaio. Nelle conversazioni che abbiamo avuto a cavallo di capodanno con funzionari e diplomatici, abbiamo registrato una certa preoccupazione a Bruxelles per un eventuale trasloco di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale.


Gli interrogativi sul futuro dell'Italia sono molti: chi guiderà il prossimo governo avrà sufficiente autorevolezza per tenere unita l'attuale coalizione o scatterà il liberi tutti in vista del voto del 2023? Le elezioni legislative saranno anticipate e, in caso affermativo, ci sarà un nuovo governo dominato dalla destra anti europea? Che fine farà il Piano nazionale di ripresa e resilienza con le riforme e gli investimenti da realizzare per continuare a beneficiare dei fondi del Recovery? Agli occhi di Bruxelles, le “istituzioni” italiane sono importanti per garantire un minimo di stabilità e la presidenza della Repubblica ha sempre giocato un ruolo decisivo per limitare i danni del caotico sistema partitico italiano. Ma lo scenario che i partner europei auspicavano era di avere Draghi un altro paio d'anni alla testa del governo e al tavolo del Consiglio europeo per portare avanti le riforme in Italia e in Europa.

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Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 10 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Questo è il primo numero del 2022. Buon anno ai nostri lettori!

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L'Ue cerca un posto al tavolo per evitare una nuova Yalta - Il 2021 si è chiuso con le truppe russe ammassate ai confini con l'Ucraina e la minaccia di invasione che ha costretto gli europei a discutere di nuove sanzioni contro Vladimir Putin. All'inizio del 2022 si è aggiunta la crisi in Kazakhstan che mette a repentaglio anche gli interessi degli europei. In entrambi i casi l'Unione europea è apparsa impreparata e in ritardo. “L'intera architettura di sicurezza europea è in gioco”, ha scritto sul suo blog l'Alto rappresentante, Josep Borrell, accusando Putin di voler escludere l'Ue dai negoziati con gli Stati Uniti. “Niente sarà discusso sulla sicurezza in Europa senza gli europei”, ha detto Borrell. Eppure oggi a Ginevra si vedranno i rappresentanti di Washington e Mosca. Mercoledì ci sarà una riunione del Consiglio Nato-Russia. Giovedì sarà invece la volta dell'Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa. Sul Foglio Micol Flammini spiega che l'Ue teme una nuova Yalta.

 

La tassonomia di capodanno scontenta tutti e nessuno - Invece di festeggiare con spumante e fuochi di artificio, alcuni diplomatici e giornalisti sono stati costretti a festeggiare il 2022 leggendo la proposta della Commissione sulla tassonomia, la classificazione degli investimenti considerati compatibili con il Green deal. Poche ore prima che si chiudesse il 2021, Ursula von der Leyen ha inviato la bozza del secondo atto delegato sulla tassonomia, che include anche nucleare e gas. Il testo ha provocato molto scontento in Austria e Lussemburgo, contrari al nucleare. Dentro la coalizione semaforo a Berlino ci sono state proteste, ma la Germania dovrebbe astenersi sul testo finale. La tassonomia dovrebbe passare così com'è. Il campo pro-nucleare si è ringalluzzito e ha trovato un nuovo super commissario per rappresentarlo. In un'intervista al Journal du dimanche, Thierry Breton ha detto che per il Green deal e la neutralità climatica nel 2050 bisognerà investire 500 miliardi nell'Ue nelle centrali nucleari di quarta generazione.

 

L'Ue cerca di convivere con Omicron - Nonostante l'aumento dei contagi in quasi tutta l'Unione europea dovuto alla variante Omicron, gli stati membri vogliono cercare di convivere con il coronavirus. Un numero crescente di governi ha deciso di non seguire le raccomandazioni degli esperti sulla chiusura delle scuole o di altri settori. Ultimo in ordine di tempo, come spiega Bloomberg, è il governo di Sanna Marin in Finlandia, che ieri ha rifiutato la proposta del ministero della Sanità di imporre la didattica a distanza per la scuola. Nel frattempo il Belgio, pur sperando il meglio, si prepara al peggio: secondo Le Soir, il centro di crisi ha attivato i piani per evitare una paralisi del paese nel caso in cui troppe persone si trovassero a casa in isolamento o quarantena.

 

Anno nuovo, vecchia Brexit - La dimissioni di David Frost da ministro della Brexit del governo di Boris Johnson avevano sollevato a Bruxelles la speranza di una svolta positiva nei negoziati in corso sul Protocollo irlandese dell'accordo di recesso dall'Ue. Invece, anno e negoziatore nuovi non hanno cambiato i parametri della posizione britannica. In un articolo pubblicato dal Telegraph, il ministro degli Esteri, Liz Truss, che ha ereditato da Frost la responsabilità della Brexit, ha detto di essere pronta ad attivare l'articolo 16 del Protocollo sospendendo unilateralmente i controlli sulle merci dirette dalla Gran Bretagna al Regno Unito se l'Ue non cederà alle richieste del Regno Unito. Truss questa settimana terrà il suo primo incontro bilaterale con il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic. Sul Foglio Gregorio Sorgi spiega chi è Truss, la politica britannica con la passione per Thatcher.

 


Il calendario della settimana in Europa

Lunedì 10 gennaio

– Commissione: il vicepresidente Timmermans partecipa al Consiglio Nord Atlantico e incontra il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg

– Commissione: il commissario Breton partecipa a una tavola rotonda degli amministratori delegati nel settore dei semiconduttori

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Corte dei conti dell'Ue. rapporto sul sostegno dell'Ue per lo stato di diritto nei Balcani occidentali

– Eurostat: prezzi delle importazioni industriali di novembre 2021; dati sulla disoccupazione a novembre 2021

 

Martedì 11 gennaio

– Consiglio europeo: il presidente Michel a Parigi incontra Emmanuel Macron (conferenza stampa a seguire)

– Commissione: il vicepresidente Timmermans incontra in videoconferenza il rappresentante speciale della Cina per il Clima, Xie Zhenhua

– Commissione: la vicepresidente Jourova incontra in videoconferenza un gruppo di giudici e avvocati polacchi

– Commissione: il commissario Reynders incontra in videoconferenza il vicepresidente di Meta/Facebook, Nick Clegg

– Commissione: la commissaria McGuinness incontra in videoconferenza il presidente di UniCredit, Pier Carlo Padoan

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Eurostat: dati sui conti di famiglie e imprese nel quarto trimestre del 2021; bilancia dei pagamenti del quarto trimestre del 2021

 

Mercoledì 12 gennaio

– Consiglio europeo: discorso del presidente Michel alla conferenza annuale della Banca europea degli investimenti

– Presidenza francese del Consiglio dell'Ue: riunione informale dei ministri della Difesa (a Brest)

– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

– Consiglio: riunione del Coreper

– Nato: incontro del Consiglio Nato-Russia e conferenza stampa del segretario generale, Jens Stoltenberg

– Eurostat: produzione industriale di novembre del 2021

 

Giovedì 13 gennaio

– Presidenza francese del Consiglio dell'Ue: riunione informale dei ministri della Difesa (a Brest)

– Presidenza francese del Consiglio dell'Ue: riunione informale dei ministri degli Esteri (a Brest)

– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa a una colazione di lavoro dei rappresentanti permanenti degli stati membri (Coreper II)

– Commissione: la commissaria Kyriakides visita l'Agenzia europea dei medicinali

– Commissione: il commissario Reynders incontra in videoconferenza il premier olandese, Mark Rutte

– Parlamento europeo: conferenza dei Presidenti

– Parlamento europeo: audizione dei commissari Schinas e Johansson alla commissione Libertà civili

– Parlamento europeo: webinar per i giornalisti sul Digital Services Act

– Banca centrale europea: pubblicazione del bollettino economico

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza nella causa Regione Puglia sulle trivelle nell'Adriatico; sentenza nella causa MIUR e Ufficio Scolastico Regionale per la Campania sulla successione di contratti a tempo determinato nel settore pubblico per un tempo complessivo superiore a 36 mesi; sentenza sulla tutela giurisdizionale effettiva in Polonia; sentenza sul regolamento delle emissioni dei veicoli ad uso privato Euro 6

 

Venerdì 14 gennaio

– Presidenza francese del Consiglio dell'Ue: riunione informale dei ministri degli Esteri (a Brest)

– Consiglio: riunione del Coreper

– Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde alla Conferenza degli organismi parlamentari specializzati negli affari comunitari (Cosac)

– Eurostat: indice dei prezzi degli immobili nel terzo trimestre del 2021; dati sul commercio internazionale di beni a novembre del 2021

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