Europa Ore 7

Il conto di “Fit for 55” è un suicidio politico per l'Ue

Il Recovery italiano e altri cinque piani all'Ecofin del 26 luglio. La Bce a rischio divisioni. La Grecia segue Macron sui vaccini, la Merkel no. La Corte costituzionale polacca rinvia la sentenza sul diritto Ue

David Carretta

Oggi la Commissione europea presenterà il "Fit for 55", il 55 per cento di taglio delle emissioni entro il 2030. La novità più sostanziale è l'introduzione di un nuovo sistema Ets complementare per i trasporti su strada, ma anche per il riscaldamento degli immobili, il cui costo ricadrà sulle famiglie

La Commissione europea oggi presenterà il pacchetto legislativo più importante della legislatura, destinato ad avere un profondo impatto nel prossimo decennio su tutti gli aspetti della vita quotidiana dei cittadini... compreso il portafogli. Il nome vuole essere accattivante: “Fit for 55”. Non è una palestra per persone di mezza età, ma la sintesi di tutto quello che si deve fare nell'Ue per essere “pronti per il 55” per cento di taglio delle emissioni entro il 2030. E' la messa in pratica del Green deal e dei suoi obiettivi climatici e ambientali. Il pacchetto include una dozzina tra direttive e regolamenti nuovi o da modificare e toccherà un'infinità di settori: industria, energia, automobili, treni, aerei, navi, riscaldamento, agricoltura, immobili, rifiuti, importazioni dal resto del mondo. “Gli europei hanno fatto la loro scelta: rendere l'Ue neutrale sul clima entro il 2050”, ha spiegato ieri Ursula von der Leyen. Ma gli europei sono consapevoli del conto che dovranno pagare? Pascal Canfin, presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo, vicino a Emmanuel Macron, ha definito un “suicidio politico” l'introduzione di un meccanismo per far pagare le emissioni delle automobili e del riscaldamento.

 

Come spieghiamo sul Foglio, il “Fit for 55” avrà un costo significativo per gli europei: il pericolo è che opinioni pubbliche ed elettori si trasformino in nuovi gilet gialli. Non solo i contribuenti che dovranno rimborsare i debiti per fare investimenti, ma anche e soprattutto famiglie e imprese che vedranno aumentare le loro spese in tutti i settori toccati. Il principio è “chi inquina, paga” e per metterlo in pratica la Commissione espanderà il meccanismo Ets, introdotto nel 2005 e che da alcuni anni sta dando risultati spingendo le imprese inverdire i loro impianti. Con “Fit for 55”, il numero di quote Ets dovrebbe essere ridotte, spingendo più in alto i prezzi del CO2. Il settore marittimo e dell'aviazione civile verranno inclusi.

 

La novità più sostanziale è l'introduzione di un nuovo sistema Ets complementare per i trasporti su strada, ma anche per il riscaldamento degli immobili, il cui costo ricadrà sulle famiglie. E' la misura contestata da Canfin, che ha parlato di “pessima idea” ed “enorme errore politico per il progetto europeo”. Un'altra direttiva modificherà la legislazione attuale dell'Ue per la tassazione dell'energia per evitare di sovvenzionare i combustibili fossili e sarà un altra botta al portafoglio di chi si riscalda con il gas. Attorno agli Ets ruota anche il “Meccanismo di aggiustamento carbonio alla frontiera” (Cbam), che è un altro modo per chiamare la “Carbon tax alle frontiere”: dazi climatici sulle importazioni di alcuni prodotti (acciaio, alluminio, energia, cemento e fertilizzanti) provenienti da paesi terzi in cui non vi sono sistemi equivalenti all’Ets. Ma i prodotti importati costeranno di più.

 

"Il costo dell'azione può sembrare alto, ma è piccolissimo rispetto al costo dell'inazione", continua a ripetere il vicepresidente della Commissione responsabile per il Clima, Frans Timmermans. Eppure lo stesso Timmermans è consapevole che, dopo la rivolta i gilet gialli in Francia provocata da un aumento minimo del prezzo dei carburanti per finanziare la transizione climatica, c'è il rischio che opinioni pubbliche ed elettori smettano di entusiasmarsi al momento di pagare il conto del Green deal. Timmermans era contrario a introdurre un meccanismo Ets per carburante e riscaldamento. Alla fine è riuscito a strappare la creazione di un Fondo sociale sul clima. Secondo le bozze di “Fit for 55”, almeno il 50 per cento delle entrate generate dagli Ets dovrebbe finire nel Fondo per compensare i costi della transizione climatica per le persone economicamente in difficoltà. “Ci assicureremo che le famiglie a basso reddito ottengano sostegno per la mobilità, per guidare e per il riscaldamento”, ha detto von der Leyen in un'intervista a diversi quotidiani europei, tra cui il Guardian e La Stampa. Emmanuel Macron aveva speso 17 miliardi per cercare di calmare la collera dei Gilet gialli. Resta da capire quanti ne serviranno per evitare la collera improvvisa degli europei.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 14 luglio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


  

Per l'Italia inizia l'avventura del Recovery 

Ieri l'Ecofin ha facilmente approvato i piani di ripresa e resilienza dell'Italia e di altri undici paesi, aprendo la strada all'esborso di 25 miliardi di prefinanziamento entro la fine di luglio. In un editoriale Il Foglio spiega che il successo è dovuto in gran parte a Mario Draghi, ma per l'Italia è solo l'inizio di un lungo percorso che durerà cinque anni, durante i quali per ottenere tutti i 200 miliardi del Recovery fund dovranno essere realizzati tutti gli obiettivi del piano nelle scadenze previste. “Questo è solo l'inizio”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Nella riunione dell'Ecofin non ci sono state sorprese, anche se alcuni ministri hanno espresso qualche dubbio sui meccanismi di controllo e sull'implementazione di alcuni piani. “Quando parliamo di denaro, servono sempre controlli”, ha spiegato il ministro sloveno delle Finanze, Andrej Šircelj, che ha la presidenza dell'Ecofin.

 

La Commissione raccoglie altri 10 miliardi per il Recovery fund

La Commissione europea ieri ha raccolto altri 10 miliardi dai mercati per finanziare il Recovery fund, nella sua terza emissione dal 15 di giugno. Il titolo emesso ieri ha scadenza ventennale e ha ricevuto ordini vicini ai 100 miliardi. Il rendimento è dello 0,471 per cento, con uno spread di 53 punti base sul Bund ventennale tedesco. Il totale raccolto finora per il Recovery fund ammonta a 45 miliardi, una cifra che dovrebbe consentire l'esborso del prefinanziamento per i 12 piani nazionali di ripresa e resilienza approvati ieri dall'Ecofin. La prossima formalità è la firma degli accordi di finanziamento e prestiti tra gli stati membri e la Commissione. Le prossime emissioni sono previste dopo l'estate. La Commissione intende raccogliere circa 80 miliardi entro la fine del 2021.

 

Altri cinque piani all'Ecofin del 26 luglio

Il prossimo pacchetto di piani nazionali di ripresa e resilienza sarà adottato dall'Ecofin in una riunione straordinaria in teleconferenza il 26 di luglio. Oltre a Cipro, Croazia, Slovenia e Lituania, alla lista potrebbe aggiungersi l'Irlanda. “Nel caso dell'Irlanda ci siamo quasi e c'è la possibilità di anticiparlo al 26 di luglio”, ha detto Dombrovskis. Per gli altri paesi che hanno presentato un piano la valutazione è ancora in corso. Dombrovskis ha confermato che la Commissione potrebbe sospendere l'approvazione del piano dell'Ungheria. “Siamo nel processo di analizzare le ultime risposte dall'Ungheria che abbiamo ricevuto venerdì”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione: “Se il processo di valutazione richiederà più tempo, potremmo concordare con le autorità ungheresi un'estensione della scadenza dei due mesi (per completarla). Questo non è escluso”. L'interrogativo è se l'Ungheria accetterà, dato che la Commissione contesta diversi aspetti del piano legati allo stato di diritto.

 

La Bce a rischio divisioni dopo l'unanimità sul 2 per cento

Il Consiglio dei governatori della Banca centrale europea della prossima settimana si annuncia complicato. La presidente Christine Lagarde ha detto di non farsi illusioni sul consenso unanime sulla politica monetaria da perseguire, malgrado l'unità raggiunta sulla nuova strategia e il nuovo obiettivo di inflazione al 2 per cento. In un editoriale Il Foglio spiega il rischio di una Bce divisa.

 

La Grecia segue Macron sui vaccini

La Commissione ieri ha annunciato che il 50 per cento degli adulti nell'Unione europea è completamente vaccinato. Ma di fronte all'impennata dei casi provocati dalla variante Delta, diversi governi stanno introducendo misure per aumentare ulteriormente il tasso di vaccinazione. Il governo greco ha deciso di seguire la strada tracciata dal presidente francese, Emmanuel Macron, lunedì. Non solo è stato introdotto l'obbligo vaccinale per il personale sanitario, ma per accedere all'interno dei locali in Grecia sarà necessario avere il Certificato digitale che attesta la vaccinazione, un test negativo o l'avvenuta guarigione. In Italia Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono schierati contro le misure annunciate da Macron. Sul Foglio il direttore Claudio Cerasa spiega che sul Certificato Covid serve più Macron e meno Meloni.

 

Merkel non segue Macron sui vaccini (ma minaccia restrizioni)

La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ieri ha detto che la Germania non seguirà la Francia introducendo l'obbligo vaccinale per il personale sanitario. "Non ci sarà vaccinazione obbligatoria", ha detto Merkel, spiegando che costringere le persone a vaccinarsi potrebbe minare la fiducia dei cittadini nella campagna di vaccinazione. Ma Merkel ha comunque messo i tedeschi di fronte a un'alternativa: la riapertura totale della Germania dipenderà dal tasso di vaccinazione e, secondo la cancelliera, "siamo ancora lontani" dal livello necessario per far fronte alle varianti. "Più persone sono vaccinate, più saremo liberi, più liberi potremo vivere di nuovo", ha detto la cancelliera.

 

La Corte costituzionale polacca rinvia la sentenza sul diritto Ue

La Corte costituzionale polacca ha deciso di aggiornare a domani un'udienza su un ricorso per stabilire se la Costituzione della Polonia abbia primazia sul diritto dell'Ue. Un'eventuale sentenza a favore dell'argomento del primo ministro secondo cui la costituzione polacca ha la precedenza sul diritto dell'Ue potrebbe mettere a dura prova le già tese relazioni tra Varsavia e Bruxelles. Il ricorso era stato presentato a marzo dal primo ministro, Mateusz Morawiecki, che aveva chiesto alla Corte costituzionale di verificare se tre punti del Trattato dell'Ue fossero compatibili con la costituzione polacca. Ieri i giudici costituzionali hanno ascoltato gli argomenti avanzati dall'ufficio presidenziale, della Camera e del procuratore generale. Il mediatore, Adam Bodnar, ha avvertito che con questo caso la Polonia "sta giocando con il fuoco", perché il risultato potrebbe essere l'uscita dall'Ue.

 


Accade oggi in Europa

-Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

-Commissione: conferenza stampa di von der Leyen, Timmermans, Simson, Gentiloni, Vălean, Sinkevičius e Wojciechowski sul pacchetto "Fit for 55" per implementare il Green deal europeo

-Commissione: conferenza stampa dei commissari Timmermans e Simson sul energia e clima

-Commissione: il commissario Gentiloni riceve il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini

-Commissione: la commissaria Ferreira partecipa a un evento organizzato dalla Fondazione Giacomo Brodolini e da Repubblica sulla politica di coesione e NextGenerationEu

-Parlamento europeo: il presidente Sassoli riceve il presidente di Piaggio, Roberto Colannino

-Parlamento europeo: audizione del commissario Schmit alla commissione Affari sociali

-Parlamento europeo: audizione dell'Alto rappresentante Borrell alla commissione Affari esteri

-Comitato delle regioni: Giornata dell'Allargamento

-Corte di giustizia: sentenza sui tax ruling a favore di Nike nei Paesi Bassi; sentenza su un ricorso di Ryanair contro gli aiuti Covid ad Austrian Airlines; sentenza sul rossetto Rouge G di Guerlain

-Eurostat: dati sulla produzione industriale a maggio; dati sul commercio internazionale per partner nel 2020; dati sui NEET (giovani che non studiano, non hanno un lavoro e non sono in formazione) nel 2020; classifica sul pilastro europeo dei diritti sociali; dati sull'applicazione della legislazione sull'immigrazione nel 2020

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