PUBBLICITÁ

campo occidentale

L’Ue si ricompatta, dice no all’appeasement, accelera le forniture militari e gli aiuti

David Carretta

Dagli Stati Uniti all'Europa arriva un messaggio univoco: continuare ad aiutare l’Ucraina a “difendersi”. Con la pioggia di missili che ha fatto cadere su Kyiv, Putin non ha fatto che peggiorare la sua situazione e rinsaldare l'asse dei paesi che stanno con Zelensky

PUBBLICITÁ

Bruxelles. “Questi attacchi indiscriminati contro civili sono crimini di guerra”, ha detto ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Questa non è una rappresaglia, questo è terrorismo”, ha detto  il premier olandese, Mark Rutte.  “I miei genitori mi hanno insegnato presto come comportarmi con i prepotenti: l’appeasement non funziona. L’appeasement non ha mai funzionato. L’appeasement non funzionerà mai”, ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

 

 

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

 Se sperava di sfruttare a suo vantaggio le paure dell’Ue per la sua minaccia nucleare o il taglio del gas in inverno, con la pioggia di missili che ha fatto cadere sull’Ucraina ieri Vladimir Putin ha ottenuto l’esatto contrario. Volente o nolente, il campo occidentale si è rinsaldato attorno all’Ucraina e al suo presidente, Volodymyr Zelensky. Dagli Stati Uniti all’Ue, l’impegno è di continuare ad aiutare l’Ucraina a “difendersi”. Le parole hanno sempre un peso in diplomazia, ancor più quando si tratta di una guerra condotta da una potenza come la Russia che minaccia l’uso dell’arma nucleare. In alcuni circoli diplomatici europei ci si interrogava sulla necessità di trovare un modo per salvare la faccia a Putin. Ancor più dopo l’esplosione che sabato ha distrutto una parte del ponte di Kerch. Il rischio era che dentro l’Ue si riaprisse una frattura tra falchi (prevalentemente a est) e colombe (prevalentemente a ovest). Ma, dopo gli attacchi missilistici di ieri, i leader dell’Ue e dei suoi stati membri ieri sono stati costretti a ricompattarsi. E sono andati ben oltre le solite condanne per “azioni inaccettabili” o espressioni di “disgusto”. Classificare gli attacchi della Russia come “terrorismo” o “crimini di guerra” ha inevitabilmente conseguenze sul futuro. La prima è che non ci sono negoziati possibili con chi agisce come un terrorista o si comporta da criminale di guerra. “I bombardamenti in tutta l’Ucraina compresa Kyiv dimostrano le tattiche terroristiche della Russia”, ha dichiarato il premier estone, Kaja Kallas. “Prendere di mira intenzionalmente le popolazioni civili costituisce un crimine di guerra”, ha detto il ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna. 

La seconda conseguenza è più immediata e pratica: l’accelerazione delle forniture militari. Dopo una telefonata con Zelensky, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha convocato per oggi un vertice straordinario del G7. Il suo ministero della Difesa ha annunciato il trasferimento immediato di un sistema di difesa aerea Iris-T. “Stiamo facendo di tutto per rafforzare le difese aeree dell’Ucraina”, ha detto il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock. Altri tre sistemi Iris-T tedeschi dovrebbero essere consegnati il prossimo anno. Il presidente  francese, Emmanuel Macron, dopo aver parlato con Zelensky, ha promesso di “accrescere il sostegno all’Ucraina in risposta alle necessità formulate da Kyiv, compreso nel settore delle forniture militari”. Macron ha denunciato un “cambiamento profondo della natura” della guerra e convocato una riunione dei suoi consiglieri diplomatici e militari per “fare un punto sulla situazione”. L’Alto rappresentante, Josep Borrell, ha annunciato che l’Ue sbloccherà la sesta tranche della Peace Facility con cui vengono finanziate le forniture di armi all’Ucraina. 

Un primo momento chiave sugli aiuti militari sarà la ministeriale Difesa della Nato di domani. La coalizione “Ramstein” – il gruppo di contatto che riunisce i paesi che sostengono militarmente l’Ucraina – dovrebbe concordare un nuovo pacchetto, accelerando le consegne. Oltre alla necessità di proteggere le città dagli attacchi russi dal cielo, l’Ucraina chiede missili, carri-armati, veicoli blindati e munizioni per proseguire la sua controffensiva per liberare il sud e l’est del paese. “Continueremo a sostenere il coraggioso popolo ucraino nella lotta contro l’aggressione del Cremlino per tutto il tempo che sarà necessario”, ha promesso il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Il Regno Unito potrebbe supplire alle continue carenze degli arsenali degli stati membri dell’Ue. Nel frattempo, la Commissione sta lavorando a un piano per aumentare considerevolmente gli aiuti finanziari a Kyiv, portandoli a 1,5 miliardi di euro al mese. E’ probabile che alcuni stati membri inizino a fare pressione sulla Commissione per lavorare a un nono pacchetto di sanzioni contro la Russia. Dentro l’Ue c’è anche preoccupazione per la possibilità che si apra un nuovo fronte bielorusso della guerra contro l’Ucraina. L’annuncio di Alexander Lukashenka della formazione di un “raggruppamento regionale” congiunto con l’esercito russo “sarebbe un’altra escalation e non rimarrebbe senza risposta da parte dell’Ue”, ha detto il portavoce di Borrell. Le accuse di Lukashenka su un attacco imminente da parte dell’Ucraina sono “totalmente ridicole e infondate”, ha spiegato il portavoce.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ