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oggi il consiglio sul gas

L'Unione europea fa sul serio: pronto l'embargo totale contro Putin

David Carretta

Nel sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca entrerà anche il greggio. Il governo di Scholz ha tolto il veto sul divieto delle importazioni del petrolio russo ma resta da sciogliere il nodo Orban. Intanto i ministri si riuniscono per parlare del gas 

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L'Ue verso un embargo lento sul petrolio russo - Tra oggi e domani la Commissione dovrebbe presentare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che includerà anche una forma di embargo sul petrolio. Il governo di Olaf Scholz a Berlino ha tolto il veto su un divieto delle importazioni di greggio russo. Ma il principale consigliere del cancelliere tedesco, Jörg Kukies, ha comunque spiegato di aver bisogno di "pochi mesi" per porre fine alle forniture. "Stiamo chiedendo per un periodo ponderato di riduzione graduale", ha detto Kukies al Financial Times: "Vogliamo smettere di acquistare petrolio russo, ma abbiamo bisogno di un po' di tempo". Come era già accaduto con l'embargo sul carbone, con un periodo transitorio di quattro mesi per le esigenze tedesche di preservare i contratti in essere, la Commissione presenterà una proposta ritagliata su misura della Germania. Secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto, l'embargo sul petrolio dovrebbe essere pienamente effettivo solo alla fine dell'anno. Berlino aveva già indicato la volontà di disfarsi del greggio russo entro la fine del 2022.
 

I confessionali della Commissione e le altre sanzioni - Nel fine settimana il capo-gabinetto di Ursula von der Leyen, Björn Seibert, ha incontrato uno a uno gli ambasciatori dei 27 per anticipare il testo della proposta della Commissione sul sesto pacchetto di sanzioni. In gergo sono chiamati "confessionali". La proposta formale dovrebbe arrivare tra oggi e domani, in ogni caso prima del Coreper di mercoledì, durante il quale gli ambasciatori dei 27 esamineranno il pacchetto. "L'auspicio della Commissione è che si approvi il pacchetto già mercoledì", ci ha detto un diplomatico europeo. Ma "il Coreper di mercoledì potrebbe non bastare". La presidenza francese del Consiglio dell'Ue è pronta a riconvocare gli ambasciatori giovedì e venerdì per arrivare all'approvazione del pacchetto entro la fine della settimana. Oltre al petrolio, l'altra misura degna di nota è la possibile esclusione dal sistema di pagamenti internazionali Swift di Sberbank, la seconda banca russa. Nelle precedenti sanzioni Sberbank era stata risparmiata per permettere ai paesi dell'Ue di continuare a pagare le fatture energetiche. Gazprombank, per contro, non dovrebbe essere presa di mira.
 

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L'incognita del voto dell'Ungheria sull'embargo sul petrolio - Risolto il problema del calendario petrolifero tedesco, la grande incognita sul sesto pacchetto di sanzioni dell'Ue è il rischio di un veto dell'Ungheria. Il governo di Viktor Orbán non è disposto ad accettare "sanzioni che rendano impossibile importare petrolio o gas naturali russi", ha detto il capo-gabinetto del premier ungherese, Gergely Gulyás, alla radio pubblica ieri. "Un embargo significherebbe che dovremmo comprare questi prodotti altrove e a un prezzo significativamente più alto, il che significa che non potremmo garantire di mantenere i sussidi sui prezzi né per il riscaldamento né per il funzionamento dell'economia", ha spiegato Gulyás. L'Ungheria finora non ha usato il suo diritto di veto per bloccare i cinque precedenti pacchetti di sanzioni. "Non dobbiamo adottare sanzioni con cui fondamentalmente ci facciamo del male da soli invece che danneggiare quelli che vogliamo sanzionare", ha detto ieri Gulyás.
 

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Consiglio straordinario energia sul taglio del gas russo - A proposito di Ungheria ed energia, ieri il suo capo-gabinetto ha accusato gli altri paesi europei di mentire sul pagamento del gas russo, dopo che la Commissione ha detto che versare rubli o utilizzare il meccanismo indicato da un decreto di Vladimir Putin significherebbe violare le sanzioni. Gulyás ha confermato che l'Ungheria si è adeguata con il decreto del 31 marzo di Putin. "Ci sono altri nove paesi che stanno usando lo stesso meccanismo di pagamento", ma "i leader di questi paesi non sono onesti quando parlano nell'arena internazionale o ai loro cittadini" dato che non ammettono di "fare la stessa cosa", ha detto Gulyás. I temi del pagamento del gas russo e del taglio delle forniture a Polonia e Bulgaria saranno al centro della riunione straordinaria dei ministri dell'Energia convocata per oggi a Bruxelles. I chiarimenti della Commissione della scorsa settimana non hanno convinto gran parte dei governi.

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