Un soldato ucraino al porto di Mariupol (Foto di Martyn Aim/Getty Images) 

La Russia è pronta a invadere l'Ucraina? La diplomazia va avanti, ma aumenta la tensione militare

Micol Flammini

Secondo gli Stati Uniti, Mosca ha raccolto lungo i confini ucraini il 70 per cento della forza militare necessaria per l'invasione. Oggi Macron incontra Putin per tentare una de-escalation. Scholz e Borrell a Washington

Questa settimana lo sforzo diplomatico per prevenire un attacco russo ai danni dell’Ucraina si farà più intenso. Oggi il presidente francese, Emmanuel Macron, è a Mosca. Si incontrerà con il capo del Cremlino, Vladimir Putin, nel tentativo di creare le condizioni per una de-escaltaion. 

  

Mentre la diplomazia va avanti, aumentano però anche le tensioni militari e secondo gli Stati Uniti la Russia ha raccolto lungo i confini ucraini il 70 per cento della forza militare necessaria per invadere l’Ucraina. Mosca ha disposto 83 Btg, (batalonnaja takticheskaja gruppa, gruppi di combattimento), uno dei segnali da tenere d’occhio per capire le intenzioni dell’esercito russo. L’ammassamento di questi gruppi di sfondamento serve anche da conto alla rovescia: secondo gli specialisti i russi vorrebbero impiegarne cento per avanzare in Ucraina. A dicembre erano cinquantatre, a gennaio sessanta. Da nuove immagini satellitari si vede anche che l'accumulo di truppe russe in Bielorussia è disposto in tre località diverse: Yelsk, Rechitsa e Luninets, tutti entro i 50 chilometri dal confine ucraino. Il New York Times, citando funzionari americani, ha stimato anche i costi umani di una possibile invasione: durante l’attacco, con il quale la Russia potrebbe catturare Kiev, potrebbero rimanere uccisi fino a 50.000 civili ucraini. 

  

Le versioni di Stati Uniti e Ucraina però rimangono discordanti. Da settimane Washington e Kiev hanno idee diverse: quando l’Amministrazione americana aveva definito il pericolo di un’invasione russa “imminente”, il governo ucraino aveva chiesto ai suoi alleati occidentali di non creare panico e aveva spiegato che non c’erano le condizioni per un attacco. Il ministro della Difesa di Kiev ha ribadito che la probabilità di un’escalation militare rimane bassa e ha assicurati che i soldati e l’intelligence ucraina continuano a monitorare l'accumulo di truppe per calcolare tutti i possibili scenari, e non stanno escludendo i peggiori. Ma secondo Kiev finora la situazione, incluse le esercitazioni militari che Russia e Bielorussia lungo i confini di Kiev, rientra nelle previsioni. 

 

La Russia continua a ripetere che non ha intenzione di attaccare Kiev, dice che vuole delle garanzie sulla sua sicurezza e dopo le dichiarazioni americane del fine settimana, il vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, ha scritto su Twitter: “La follia e l'allarmismo continuano. … E se dicessimo che gli Stati Uniti potrebbero impadronirsi di Londra in una settimana e causare la morte di 300.000 civili?”

  

     

 

Sul fronte della diplomazia, oltre alla visita di Macron, che dopo aver incontrato Putin andrà a Kiev a parlare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sono previsti alcuni incontri a Washington. Il capo della Casa Bianca, Joe Biden, accoglierà il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, accusato di non fare abbastanza per rispondere alla minaccia russa: gli Stati Uniti hanno il sospetto che il governo tedesco sia pronto a compromessi con Mosca per tutelare gli interessi della Germania. L’Alto rappresentante dell’Unione per la politica estera, Josep Borrell, anche sarà a Washington per il Consiglio energia Ue-Usa – l’Ue cerca un piano per reagire il più in fretta possibile all’eventualità di una rappresaglia russa sull’energia – e incontrerà anche il segretario di stato, Antony Blinken.

   

Per approfondire

 

Di più su questi argomenti:
  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.