Bufale su Pfizer

Micol Flammini

La campagna di Mosca contro  i vaccini occidentali ha delle linee guida. Queste

Roma. Secondo un esperto del Global engagement center del dipartimento di stato americano, sarebbero quattro le testate che finora avrebbero realizzato una campagna di disinformazione contro i vaccini Pfizer e Moderna. Si tratta di testate con un numero di lettori esiguo ma che, secondo quanto ha raccontato il funzionario del Global engagement center al Wall Street Journal, sono collegate ai servizi di intelligence russi e sono state utilizzate dal governo per fuorviare l’opinione internazionale su importanti questioni che riguardano i vaccini: “Sono tutte  di proprietà straniera, con sede fuori dagli Stati Uniti. Variano molto nel tono, nel pubblico, ma fanno parte dell’ecosistema della propaganda e della disinformazione russa”. 

 

Le testate segnalate sono il New Eastern Outlook e l’Oriental Review, diretti, ha raccontato il funzionario, dall’Svr, il servizio di intelligence internazionale. Si tratta di due pubblicazioni che di solito preparano  paper, rapporti accademici, rivolti in modo particolare al medio oriente, all’Asia, all’Africa e che indagano il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Il News Front, invece, sarebbe guidato dall’Fsb, ha sede in Crimea, pubblica in dieci lingue. L’ultima testata analizzata è Rebel Inside, controllata dal Gru, l’intelligence militare, copre soprattutto proteste e disordini in giro per il mondo. Gli account social di queste testate sono stati in gran parte rimossi, ha notato il Wsj. L’obiettivo delle pubblicazioni era principalmente quello di indebolire i vaccini di Pfizer e Moderna, con toni molto differenti, spesso venivano raccontati come dei vaccini  rischiosi che si servono di una “tecnologia sperimentale radicale e priva di precisione” la cui approvazione è stata accelerata grazie all’aiuto di Bill Gates e Anthony Fauci, il primo già bersaglio di infiniti complotti, il secondo abituato a essere colpito dalle teorie della cospirazione americane negli ultimi mesi. I due vengono accusati di aver giocato con la vita delle persone. 

 


Anche il German Marshall Fund ha deciso di lavorare su vaccini e disinformazione e ha cercato di documentare tutti gli sforzi per minare la fiducia in Pfizer – bersaglio prediletto in quanto è stato il primo, dopo Sputnik V, a essere usato per  la  campagna di vaccinazione di massa. Il think tank americano ha analizzato tweet e reazioni da parte dei governi russo, cinese e iraniano, e Mosca è stata quella che, dall’inizio di novembre a febbraio, ha dato più copertura alla questione dei vaccini occidentali. 

 

Anche in Europa la campagna di disinformazione ha i suoi metodi e segue le sue traiettorie. Il giornale tedesco Spiegel è riuscito a studiare le linee guida che arrivano da Mosca e che si rivolgono a Rt De, il braccio tedesco di Rt, Russia Today. Un manuale della disinformazione, in cui viene suggerito ai giornalisti come trattare alcuni argomenti e soprattutto come dare le notizie: ai giornalisti viene detto di non dare notizie false, totalmente inventate, ma di distorcere la verità, omettere, seminare sfiducia nei media tradizionali. Dalle teorie della cospirazione devono tenersi alla larga, anche se poi Rt è diventata la testata di riferimento del gruppo tedesco Querdenker, formato da scettici del coronavirus che hanno iniziato a manifestare contro le restrizioni del governo di Angela Merkel quest’estate. 

 

 

Rt De sta preoccupando molto l’intelligence tedesca che ha deciso di monitorare la piattaforma. I legami tra la testata e chi in Germania crede, diffonde e alimenta teorie della cospirazione è molto stretto. La paura di Berlino e dei suoi servizi, che considerano le notizie diffuse da Rt come parte della campagna di disinformazione del Cremlino, è che il media russo cerchi di aumentare la sfiducia nelle istituzioni democratiche. 

Di più su questi argomenti:
  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.