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Di cosa parlare stasera a cena

Le ultime sulla Legge di Bilancio e la manifestazione 27 settembre

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Qualche giorno in più che male fa? Il governo, va riconosciuto, è nato in corsa e durante l'estate e quindi sulla presentazione delle carte per la manovra economica si può accettare un micro slittamento come quello che sta avvenendo. Purché la settimana prossima si sappia davvero cosa c'è nella nota di aggiornamento. È chiaro che ballano sia le cifre della trattativa con l'Europa (da cui dipendono 4 o 5 miliardi) sia le proposte o meglio le tentazioni di intervento selettivo sull'Iva, sia le somme da intestare al recupero dall'evasione. L'opposizione protesta per i ritardi, ma è una cosa molto formale.

 

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Sorpresa Patuanelli: il ministro dello Sviluppo economico intende recuperare il meglio di industria 4.0 e farne proprio lo spirito gettando il cuore, come dire, oltre Calenda. E quindi punta a stabilizzare le regole sugli incentivi alle imprese e a ripristinare il sostegno fiscale alla patrimonializzazione delle aziende (per contrastare il ben radicato e dannoso fenomeno opposto, ovvero la sottrazione di capitale alle aziende, particolarmente familiari). In generale, comunque, il ministro ha così poco di quella ortodossia grillina che aveva invece sfoggiato nella sua attività parlamentare.

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Sorpresa Morassut (vabbè, si sa che è un politico concreto e razionale però in un governo con i 5 stelle avere il coraggio di dire "termovalorizzatori" parlandone bene è cosa notevole).

  

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Conferma Bellanova, stabilmente agganciata alla lucidità scientifica nelle linee guida del suo ministero, e contraria a usi distorcenti delle tasse.

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Sollievo Martella, un sottosegretario all'editoria che non è nemico dell'editoria.

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Problema, anche nelle conversazioni a cena: come contestare, con qualche probabilità di vittoria, l'idea populista del taglio dei parlamentari? Della quale poi Luigi Di Maio fa un uso scorretto, trasformandola in una battaglia ultimativa e quindi comprimendo gli spazi di dialogo di una coalizione. Matteo Orfini tenta un rilancio che forse non è tatticamente vincente ma ha il pregio di agganciare una misura impopolare (forse) a una misura populista.

 

Tenete questo in macchina domani se doveste restare bloccati nel traffico per le manifestazioni dei venerdì climatici, avrete qualcosa da leggere e potrete meditare sulla vanità (o sul senso solo rituali, fine a sé stesso) di quelle grandi mobilitazioni.

 

È morto l'ex presidente francese Jacques Chirac.

 

Ecco, toxic culture, buona definizione.

  

Il dito liberale nella piaga di Thomas Cook.

  

Lo dice il Washington Post, con l'endorsemente di Giuliano Ferrara, e quindi il punto merita le nostra chiacchiere a cena: Donald Trump potrebbe approfittare della vicenda nata dalla sua telefonata al presidente ucraino per trarre vantaggi elettorali.

 

Un gravissimo incendio in Francia, a Rouen.

 

Le assoluzioni che arrivano sempre molto dopo il clamore e le prime pagine e i commenti e le etichette, anche poco fantasiose, come P4.

 

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