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Bandiera Bianca

I referendum farlocchi di Putin vengono dall'Italia dell'Ottocento

Antonio Gurrado

Nel 1860 la Toscana veniva annessa per acclamazione, così succedeva all'Emilia nel 1870. Due regioni selezionate, annesse per impeto plebiscitario in una dinamica che in questi giorni non ci è nuova 

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In un tempo politicamente ambiguo, di mezze frasi e di non detti, credo sia il caso di tenere ben fermi due concetti fondamentali, irrinunciabili. Primo. Non è giusto che uno stato ne invada un altro per annetterlo. Soprattutto quando è più piccolo e meno potente. Nemmeno se lo si fa con un agguato mascherato da operazione militare speciale. Né con la presunta nobile pretesa di “liberare”, fra tante virgolette, i suoi cittadini. Manco se poi si promette al capo dello stato invaso tutto un pacchetto di accordi e garanzie ex post.

 

Secondo. L’annessione di territori a capocchia resta inaccettabile anche se ammantata di una parvenza di correttezza istituzionale. Come ad esempio dei referendum farlocchi che riguardano regioni selezionate. E che magari vengono condotti su impeto plebiscitario, tanto più a margine di un intervento militare. Chiaro? Chiaro. Oh. E, a scarso di ogni equivoco, lo dico espressamente: mi riferisco alla presa di Roma e all’annessione per acclamazione di Emilia e Toscana, rispettivamente il 20 settembre 1870 e il 12 marzo 1860, da parte dell’Italia.

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