Proteste contro la riforma costituzionale (foto LaPresse)

Da "arbitro" a "scrofa", dizionario fondamentale della campagna referendaria

Salvatore Merlo

Parole chiave, parole truffa, parole vuote: certezze, definizioni e consolazioni. Sorridere è forse l'ultimo rifugio degli oppressi dalla canea dei liberatori.

Ormai che ci siamo, adesso che finalmente è finita, e finalmente si vota, ecco un breve e inesaustivo, cioè incompleto e gravemente lacunoso, nonché palesemente fazioso, sillabario della campagna referendaria. Parole chiave, parole truffa, parole vuote: certezze, definizioni e consolazioni. Sorridere è forse l'ultimo rifugio degli oppressi dalla canea dei liberatori.

Arbitro. Purtroppo in Italia, dopo le invocazioni, questa parola si accompagna all'epiteto di "cornuto". Vedi Quirinale

 

Bicameralismo (paritario). Sinonimo di efficienza. Le due Camere del parlamento italiano sono infatti veloci e legiferano alla grande, da sempre. E' solo un caso che dal 1994 a oggi si governa con decreti e voti di fiducia. Da domenica in poi, va da sé, con la vittoria del No, il Parlamento procederà a legiferare come un sol uomo.

 

Brogli. Parola saltellante e instancabile, si offre a tutti. E ovviamente, come tutte le parole, più se ne abusa più si sgonfia. Oggi la usa Salvini. Ieri Berlusconi. Domani chissà. Come si vede, è gratis.

 

Combinato (disposto). Meccanismo malefico, incrocio liberticida tra riforma della costituzione e riforma elettorale. Introduce il principio pernicioso secondo il quale chi vince le elezioni governa. Assurdo. Incompatibile con il principio secolare secondo il quale l'Italia non è democratica né oligarchica, ma anarchica. Nessuno comanda, tutti s'impongono. Nei secoli dei secoli. Amen.

 

Costituzione. Più bella del mondo (ma il non-statuto non-votato è meglio)

 

Deriva (autoritaria). E' sempre la tentazione degli altri. Vedi "Brogli"

 

Giovani. Votano No. Sono contro il nuovo Senato, insomma vogliono mantenere quello per cui non hanno il diritto di voto. Non fa una piega.

 

Osso ("io non lo succhio"). Lo dice un leader della sinistra, Pierluigi Bersani, che ha capito una cosa fondamentale, e per questo vota No al referendum: per provare almeno una volta il brivido della vittoria la sinistra deve votare contro se stessa.

 

Quirinale. Istituto al quale il politico italiano prova ad aggrapparsi in caso di sconfitta. Tutti lo vogliono, tutti lo invocano, tutti lo tirano. Ma se quello non si fa aggrappare, invocare e tirare, poi lo si prende a pernacchie. E così, dopo il referendum, "l'arbitro sarà il Quirinale". Povero Mattarella. Vedi "Arbitro".

 

Regioni. Da distinguere. Se la parola è applicata al nuovo Senato, composto da consiglieri regionali, allora va intesa come sinonimo di "male assoluto", "schifezza totale", "putridume politico", "orrida clientela" e ovviamente "casta". Tuttavia, se al contrario la parola è usata nel contesto delle prerogative delle Regioni che la riforma costituzionale cancella, allora il significato della parola va opportunamente ribaltato e inteso come sinonimo di "libertà", "federalismo virtuoso", "casa nostra", e insomma "bene da difendere". L'interpretazione, è chiaro, va secondo posologia. Vedi "Senatori".

 

Senatori. Devono essere eletti com'è stato finora. Servi! Nominati! Casta!

 

Scrofa. Sinonimo di avversario politico, ovvero femmina di maiale. Qualità propria di chi non la pensa come noi. Bestia che grufola, scarsamente virile e al massimo buona per farci salsicce. Come scriveva Mario Carli nel 1928 (bei tempi), a proposito di chi non la pensa come noi, "se non siamo proprio decisi a sopprimerli di colpo, bisognerà attendere pazientemente che il Creatore se li riprenda, perché solo con la loro scomparsa fisica la vita nazionale potrà essere rinnovata e trasformata come noi sogniamo". La palingenesi passa sempre dalla scrofa.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.