(foto LaPresse)

Quella prova (di sceneggiatura) sui fratelli Occhionero

Pietrangelo Buttafuoco

Giulio e Francesca Maria dal 10 gennaio scorso sono in carcere accusati di essere al vertice di una centrale di cyberspionaggio

Giulio e Francesca Maria Occhionero – fratello e sorella – dal 10 gennaio scorso sono in carcere. I due Occhionero, il cui cognome è un indizio, secondo gli inquirenti, sarebbero stati nella possibilità di entrare nella posta elettronica di 18.000 contatti, tra i quali – brrr! – Matteo Renzi, Mario Monti e Mario Draghi, il presidente della Bce. Fratello e sorella, dunque – rispettivamente di 45 e 49 anni – secondo l’accusa erano al vertice di una centrale di cyberspionaggio in grado di gestire un’enormità di informazioni sensibili concernenti amministrazioni, studi professionali e sedi della finanza internazionale. I due accusati chiamano adesso, nella lista dei testimoni, Roberta Pinotti e Marco Minniti per riferire delle “relazioni diplomatiche dell'indagine”. Pericolosissimi, dunque, Giulio e Francesca – sempre secondo l'accusa – gestivano una rete di computer infettanti con un malware chiamato Eyepyramid, e cioè una cosa il cui nome mette insieme – ancora un indizio, anzi due – “l’Occhio” e la “Piramide” (brrr, la massoneria!). Due indizi, anzi tre, fanno una prova. Di sceneggiatura.

  • Pietrangelo Buttafuoco
  • Nato a Catania – originario di Leonforte e di Nissoria – è di Agira. Scrive per il Foglio.