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L'effetto Marc Marquez sulla lotta per il titolo della MotoGp

Umberto Zapelloni

Martin ha 7 punti di vantaggio su Pecco e 53 sullo spagonolo. Non un’esagerazione oggi che ha ritrovato pienamente la fiducia nei suoi mezzi e nella sua Ducati

Adesso bisognerà davvero fare i conti anche con Marc Marquez, uno che se gli lasci uno spiraglio, si infila di sicuro. Il ciclone Marquez sembra deciso a non aspettare l’anno venturo per squassare il motomondiale. È bastato dargli una Ducati, anche se non l’ultimissima versione della Desmosedici, permettergli di prenderci un po’ di confidenza e Marquez è tornato a fare il guasta feste, un ruolo che da sempre gli riesce benissimo.

Non sarà mai amato dagli italiani che hanno ancora nel cuore Valentino Rossi, ma gli va riconosciuto un talento unico. D’altra parte non si vincono 8 titoli Mondiali per caso e non si torna protagonisti dopo così tanto tempo, se sotto quella tuta non c’è un pilota vero. E Marquez lo è, senza dubbio.

Sulla pista bagnata di Misano ne ha dato ancora una volta una grande dimostrazione con cinque sorpassi in un giro, mentre gli altri faticavano quasi a stare in piedi (e Martin correva ai box a cambiare moto, giocandosi la gara). Ha avuto anche il cuore di pensare a Fausto Gresini chiedendosi se non fosse stato lui da lassù a mandare già quella spruzzata di pioggia che gli ha permesso di ribaltare la gara e vincere il secondo Gran premio di fila proprio con la squadra che era di Fausto e adesso è gestita da sua moglie.

Con sette gare (e sette sprint) ancora in calendario, il Mondiale si apre ufficialmente anche al terzo incomodo. Martin ha 7 punti di vantaggio su Pecco e 53 su Marc. Non un’esagerazione oggi che Marquez ha ritrovato pienamente la fiducia nei suoi mezzi e nella sua Ducati. Lui è certamente quello che ha meno da perdere in questo finale di stagione che il 22 settembre passerà un’altra volta da Misano. E quando Marc non ha nulla da perdere, ma sente il profumo della preda, è uno che non si pone limiti.

“Se voglio lottare per il titolo, non posso commettere errori in prova, devo qualificarmi in prima, massimo seconda fila in griglia perché non possiamo sperare nelle goccette di pioggia ogni domenica - ha detto - senza pioggia, sarei arrivato quarto o quinto. Siamo più vicini, sì, ma quelli che sono davanti 50 punti sono loro. Anche se sbagliano, sono avanti comunque 25 punti. Noi continueremo a spingere fino a quando non sarà tutto matematico, ma al momento questa cosa del titolo non mi ossessiona”. Non credeteci. Se c’è una cosa in cui Marc è bravissimo (oltre a guidare) è raccontare bugie.

Dopo aver vinto a casa sua la scorsa settimana, interrompendo un digiuno durato 1043 giorni, appena ha visto cadere la pioggia a Misano ha capito che avrebbe avuto un’altra occasione e non se l’è lasciata sfuggire. “Dopo mille giorni ti dimentichi che cosa significhi vincere - aveva detto una settimana fa - il mio corpo ancora non lo ha capito, ma per tornare a farlo avevo scommesso tutto, ho lavorato tanto e non ho mollato mai. Passando sotto la bandiera a scacchi mi sono sentito più leggero di 3-4 chili”. Una cosa certa è che lui non molla mai. E ha ancora fame. Può diventare un avversario scomodo e pericoloso. Il suo modo di correre senza troppo rispetto per gli avversari è noto e per Martin e Bagnaia sarà un fattore in più da tenere d’occhio da qui a Valencia, quando il 17 novembre si chiuderanno le trasmissioni per pensare all’anno che verrà, quando l’approdo di Marquez nella squadra ufficiale Ducati farà l’effetto di un barile di nitro glicerina. Da maneggiare con cura. Molta cura.

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