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Il Foglio sportivo

Ferrari vs Mercedes, rosso contro nero: i colori della velocità

Umberto Zapelloni

La scuderia di Hamilton, dopo aver cambiato colore per supportare il movimento black lives matter, ora abbandona l'argento per perdere peso. Sono anche questi piccoli dettagli che possono cambiare il destino di un Mondiale

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Rosso contro nero. Non è una partita di scacchi, ma il mondiale di Formula 1 che improvvisamente si è ritrovato a giocare con i colori. Il nero smagrisce e modella anche quando non avvolge Audrey Hepburn. In Formula 1 toglie peso. Lasciare il carbonio grezzo fa risparmiare qualche chilo. La vernice in una monoposto aggiunge un chilo e mezzo di peso, nulla se pensate che per verniciare un’auto di serie occorrono 25/30 chili di vernice. D’altra parte provate a sollevare una latta di benzina e ve ne accorgerete da soli. Certo la vernice usata in pista non ha lo stesso peso di quella che usate per rinfrescare la camera del bambino, ma in Formula 1 risparmiare un chilo può essere maledettamente importante (e costoso). Oggi il peso minimo consentito è di 798 chili, ma avere una vettura sotto peso può permettere di giocare con la zavorra ottenendo una miglior guidabilità. 

 

È anche per questo che abbiamo visto moltiplicarsi le aree grezze sulle monoposto appena presentate. La Mercedes ha addirittura scelto di tornare a correre con un’auto tutta nera come era già accaduto nel 2020 per lanciare il messaggio anti razzista del black lives matter voluto da Hamilton. Questa volta lo ha fatto per perdere peso. “Abbiamo scelto di tornare al colore nero: la fibra di carbonio ci permette di perdere più grammi possibile, eravamo in sovrappeso l'anno scorso”, ha ammesso Toto Wolff. Quasi una concessione alla storia: le Frecce d’Argento originarie andarono in pista grezze proprio per risparmiare sul peso. Quest’anno la Mercedes torna alle Frecce nere per non lasciare nulla di intentato nel suo percorso per tornare alla competitività perduta.

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La Ferrari, pur aumentando le zone nere, non ha tradito il colore della sua storia. Lo ha giusto cambiato un po’. La SF-23 è colorata di un rosso chiamato Le Mans 2023 in versione opaca. Un tributo al ritorno dopo 50 anni alla 24 ore più famosa del mondo dove gareggeranno due hypercar made in Maranello con la stessa tonalità di rosso, però in versione lucida. Giochi cromatici a parte, Ferrari e Mercedes non hanno rinnegato le loro filosofie presentando le monoposto 2023. La Ferrari non aveva bisogno di rivoluzioni, ma solo di evoluzioni perché le prestazioni c’erano già lo scorso anno. La SF-23 è una rivoluzione morbida se così si può dire perché la monoposto è stata completamente ritoccata, più nella meccanica che nell’aerodinamica, ma soprattutto si è lavorato sul motore che per la sua fragilità era l’anello debole. 

 

La Mercedes era una vettura sbagliata a inizio 2022, con il passare dei Gran premi e soprattutto con la direttiva tecnica numero 39 che ha costretto a tutti a rialzare le auto da terra, ha ritrovato se stessa. E ha deciso di proseguire seguendo la stessa filosofia con la W 14, differente sia da Ferrari che da Red Bull. Una scelta coraggiosa, ma con la sensazione che possa rapidamente cambiare se non dovesse funzionare neppure quest’anno. Ferrari e Mercedes saranno le avversarie della Red Bull nel Mondiale che scatta il 5 marzo in Bahrain e andrà avanti fino al 26 novembre, quando ad Abu Dhabi si correrà il 23esimo Gran premio. La nuova monoposto di Verstappen non si è ancora vista. La Red Bull ne ha presentata una a New York, ma era soltanto l’anticipazione della nuova livrea. Le novità di Adrian Newey si vedranno in pista solo nei tre giorni di prove in calendario a una settimana dal via. Non sarà semplice migliorare una monoposto che ha vinto 17 gare su 22, la migliore della storia del team. Mai fidarsi di Adrian Newey però. In uno sport dove i singoli fanno poca differenza rispetto a un tempo, lui è ancora uno di quelli che può cambiare la vita di una auto.

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