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Così in Russia c'è chi vuole rieducare i tifosi

Micol Flammini

Una legge vuole punire chi prende in giro la nazionale russa. Il promotore Milonov: “Se i nostri ragazzi si sentono sbeffeggiati, giocheranno peggio”

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La nazionale russa non si prende in giro. Per ora è un avvertimento ma potrebbe diventare una legge. Vitali Milonov, noto per il controverso provvedimento contro la “propaganda gay”, è un politico russo che ha presentato un disegno di legge che rende le critiche contro la squadra russa reato. “La nazionale è come il nostro esercito e quindi è dovere e responsabilità dello stato difendere i suoi rappresentanti dagli insulti”, ha detto Milonov che intende punire chiunque offenda, denigri o si beffi della nazionale con una multa di diecimila rubli. “Non si tratta solo di calcio – ha raccontato alla Komsomolskaya pravda – la nazionale combatte per il nostro onore, per l’onore di tutta la patria e lo stato deve tutelarla”. Ma ci sarebbero, secondo il politico, anche dei risvolti dal punto di vista del rendimento: “Se i nostri ragazzi si sentono sbeffeggiati, giocheranno peggio”.

  

Prima dell’inizio dei Mondiali in tanti si erano permessi commenti più o meno scherzosi nei confronti  della nazionale, la squadra aveva perso per sette partite consecutive prima dell’inizio del campionato mondiale. Con affanno, la Russia si è classificata settantesima nella classifica della Fifa e la prima partita contro l’Arabia Saudita era stata preceduta da critiche e battute. Le più feroci erano arrivate con la canzone del comico Semyon Slepakov, l’anti inno dei Mondiali che descrive una nazionale sciatta, con giocatori talmente scarsi da far scappare anche Ramzan Kadyrov. La canzone, quasi dieci milioni di visualizzazioni su Youtube, non era piaciuta né ai politici né ai tifosi che si erano presi la loro rivincita con i cinque gol russi contro i sauditi.

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La squadra, senza il bisogno di provvedimenti, si sta facendo valere. Ieri ha battuto l'Egitto e se i maligni sogghignano che è solo finita nel girone più semplice, altri lodano il carattere dei giocatori, che senza il bisogno di una legge che li tuteli dal “turbamento verbale”, come lo ha definito Milonov, per ora hanno vinto due partite su due.

 

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La proposta di legge non è stata commentata dal Cremlino che in questi giorni è molto attento a catalizzare l’attenzione solo sulle buone notizie. Se i riflettori sono puntati su Mosca, Mosca non può permettersi sciatterie. La Russia durante questo mese di festa vuole concentrarsi soprattutto sulle relazioni internazionali, il Mondiale serve per attirare l’attenzione e difatti, mentre la palla del primo gol di Yuri Gazinski finiva di increspare la rete della porta avversaria, il Cremlino annunciava la riforma delle pensioni e l’aumento dell’Iva. Notizie che le organizzazioni internazionali aspettavano da tempo. Nel clima di baldoria, nel carnevale bianco blu e rosso delle bandiere russe, approvare un provvedimento che censura una canzone della quale all’estero tutti parlano e che impone ai giornalisti, colpevoli di aver criticato la nazionale, di pagare diecimila rubli di multa (135 euro), non risponde agli obiettivi del Cremlino che per ora vuole farsi buona pubblicità. Ma tra un mese la festa finirà, per le riforme populiste c’è ancora tempo.

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