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vuoto da mosca

Nemmeno sulla demografia la Russia collabora con l’Europa. Un buio totale

Roberto Volpi

I dati Eurostat riportano stime e previsioni, non soltanto dati accertati. Ebbene, per la Russia, il più vasto e popoloso paese europeo, tutti gli indicatori demografici sono contrassegnati non da cifre ma da puntini. Una ritrosia assoluta e avvilente

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Già dalla statistica si capiva quanto la Russia fosse estranea all’Europa. Tutti i paesi dell’Europa dell’est che fanno parte dell’Unione europea hanno dati attendibili di tutti i più importanti indicatori demografici. Dati che vengono annualmente aggiornati e che sono facilmente reperibili nel database di Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Ue. Lo stesso non si può dire degli altri paesi dell’Est. A cominciare dalla Russia. Anzi, meglio: soprattutto, se non proprio esclusivamente, dalla Russia.

I dati Eurostat riportano anche stime e previsioni, non soltanto dati accertati. Ebbene, per la Russia, il più vasto e popoloso paese europeo, tutti gli indicatori demografici sono contrassegnati non da cifre ma da puntini. Troviamo puntini per la natalità e la mortalità, per la fecondità e la speranza di vita alla nascita come a 65 anni, per i movimenti migratori, addirittura puntini al posto dell’ammontare della popolazione. Per Eurostat non c’è un solo fenomeno-indicatore demografico che riguarda la Russia, anche il più immediato, che sia possibile valutare in qualche modo – i puntini significano, semplicemente: fenomeno non valutabile. Si può pensare che questo succeda per la semplice ragione che la Russia non fa parte dell’Ue, ma Eurostat raccoglie e verifica dati statistici di tutti i paesi europei, nessuno escluso. Per alcuni paesi che non fanno parte dell’Unione, in effetti, per questo o quell’indicatore si possono trovare degli anni (pochi) con puntini al posto delle cifre. Mentre il fatto di essere membri comporta che si raccolgano, si verifichino e si trasmettano a Eurostat tutti i dati. 

Non così la Russia. Nessuna trasmissione si è mai stabilita al riguardo. Si tratta forse di un caso? Evidentemente no, semmai di scelta, se non proprio di snobismo e indifferenza? In effetti, se ci spostiamo dal database di Eurostat a quello della Population Division dell’Onu, ecco che i puntini della Russia spariscono per fare posto ai dati. E dunque all’Onu sì e all’Unione europea no? Calma. Se esploriamo il database della Population Division vediamo che i puntini mancano del tutto. Non c’è paese al mondo, anche quello che un sistema statistico all’altezza di questo nome di certo non ce l’ha, che non abbia anche per il più sofisticato e difficile indicatore statistico il suo bel numeretto. Trattasi di scelta strategica che comporta valutazioni e integrazioni della stessa Population Division (fondate su conoscenze ed elementi oggettivi, ma pur sempre tali) che prendono il posto delle informazioni che mancano. Scelta alla quale ha invece rinunciato l’Ufficio di statistica dell’Unione europea. 

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Ed è così che per la Russia non è possibile trovare su Eurostat un solo dato che faccia capire come stanno le cose in campo demografico, senza ricorrere al database dell’Onu per colmare la lacuna. Dite: si potrà pure entrare nel sistema statistico russo (l’Istat russo, per intenderci) per ricavarne le informazioni che interessano. Presumiamo di sì, com’è per tutti i sistemi statistici del mondo. Ma in proposito si fa strada un’altra domanda: perché non lo fa Eurostat, per estrarre quelle informazioni? Comunque si guardi la cosa, ecco allora qual è il punto cruciale che avremmo già dovuto capire: anche dalla assoluta ritrosia russa a fornire dati statistici essenziali, all’Unione europea, la Russia putiniana (il sistema Eurostat è coevo agli anni putiniani) si mostra lontana un bel po’ dall’Europa. Estranea. Speravamo almeno non nemica. Speranza in bilico, se non proprio dissolta.

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