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un podcast della Bbc sull’azienda OneTaste

Quell’inchiesta che ha tolto il velo ai sacerdoti dell’orgasmo e al loro business

Cristina Marconi

Profilo aziendale all'ultimo grido e ricavi da 17 milioni l'anno: la startup dell'orgasmo garantito ha stregato la City, ma dietro l'acclamata "terapia per le vittime di violenza" si nasconde una ragnatela esoterica che ricade nella circonvenzione di soggetti fragili

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Molto dopo lo yoga e le bacche di goji, alla fine della tortuosa strada che passa per il lavaggio del colon e le uova di marmo vaginali di Gwyneth Paltrow, appena prima di svoltare l’angolo che porta dritti a Scientology, gli avventurosi cercatori di una non meglio definita idea di benessere troveranno la meditazione orgasmica.

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Molto dopo lo yoga e le bacche di goji, alla fine della tortuosa strada che passa per il lavaggio del colon e le uova di marmo vaginali di Gwyneth Paltrow, appena prima di svoltare l’angolo che porta dritti a Scientology, gli avventurosi cercatori di una non meglio definita idea di benessere troveranno la meditazione orgasmica.

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La pratica è semplice, e stando agli ideatori, salvifica: entri in un’aula, ti spogli dalla cintola in giù e un tuo compagno di corso, con mano guantata e lubrificata e tutti i vestiti addosso, per 15 minuti d’orologio ti provoca un orgasmo seguendo le indicazioni di un istruttore. Ne ha parlato la Bbc in un podcast, intitolato “Il culto dell’orgasmo”, in cui la giornalista Nastaran Takavoli-Far analizza una disciplina che a Londra negli ultimi anni ha avuto un discreto successo: tu ti liberi dei tuoi tabù e ti concentri su un presunto piacere, lui accresce la sua consapevolezza e il suo equilibrio interiore, entrambi pagate sui 60 mila dollari all’anno per la gioia della “connessione”. Mentre la guru all’origine del business, Nicole Daedone, gira per le grandi città facendo discorsi altisonanti e raccontando di quando un monaco buddhista, trovandola un po’ ansiosa, le propose di farsi manipolare il clitoride per 15 minuti, provocandole un’illuminazione.

 

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Sebbene la meditazione orgasmica sembri il sogno di un pervertito, nel giro di dieci anni la Daedone ha portato la società OneTaste a ricavi da 17 milioni di dollari l’anno, grazie anche a un sito accattivante, a testimonianze apparentemente radiose e a un’estetica perfettamente in linea con quella delle startup della porta accanto a San Francisco. La OM, come viene chiamata la meditazione orgasmica, ha incuriosito un po’ tutti, da ultimo grazie al cielo anche l’Fbi, tanto che al momento i centri sono tutti chiusi ed esistono solo i seminari online. Dopo un articolo di Bloomberg del 2018 e una serie di cause da parte di ex dipendenti, anche le autorità hanno acceso un faro su un fenomeno che ha molti punti in comune con un culto e che ha sviluppato delle pratiche di marketing aggressive, rivolte a persone fragili che vengono adescate dai bellissimi e dalle bellissime “sacerdoti” di OneTaste – loro vivono in grandi loft, a un certo punto erano 150, ogni tanto qualcuno scappa e medita il suicidio – e accolte in una comunità capace di farsi ostile nel giro di poco qualora il rinnovo dell’abbonamento tardasse ad arrivare.

 

Spacciata anche come terapia per le vittime di violenza, gente che spesso poi esce sentendosi peggio di prima, la OM è qualcosa che si impara, “come lo yoga, il tennis o uno strumento musicale”. Solo così si può arrivare alla resa totale, all’abbandono, promessa rivolta soprattutto a un pubblico femminile che, stando alle testimonianze raccolte dalla Tavakoli-Far, viene spinta a ignorare i propri “limiti finanziari, emotivi e fisici”, indebitandosi fino al collo. Tra gli ex dipendenti di OneTaste in molti hanno denunciato di essere stati costretti a fare sesso o meditazione orgasmica con i potenziali clienti, che sul versante maschile dovevano corrispondere al modello del nerd della Silycon Valley con molti soldi e pochi amici. Negli ultimi anni la Daedone si è fatta un po’ da parte per concentrarsi sulla scrittura di libri come “Slow Sex”, opera del 2011, in cui facendo eco al movimento slow food va perorando la causa di un sesso da riscoprire nella sua lentezza. Joanna Van Vleck, ceo, sembra all’altezza del compito di succederle. “OneTaste è la Whole Foods della sessualità, la versione biologica e buona per la salute”, spiegava a Bloomberg aggiungendo che la società puntava a fare corsi per le aziende su come affrontare il problema delle molestie sessuali sul luogo di lavoro “insegnando la connessione come metodo di salute preventiva” – corsi di aggiornamento aziendale da brivido.

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