Fedez ergo target

Francesco Gottardi

Fabio Volo apre la via, il veleno dei social di nuovo contro l'influencer numero uno. Il motivo? Aver ripreso e condiviso un gesto di generosità (come ogni altro aspetto di vita Ferragnez)

Babbo Natale nel 2020 non è un gioviale vecchietto trainato dalle renne, ma ha i tatuaggi e sfreccia in Lamborghini. Di mezzo c'è Fedez. E tanto basta per crocifiggere ogni liberalità: una notte di dicembre, per le strade di Milano, il rapper più famoso d'Italia ha devoluto personalmente 5.000 euro raccolti sul proprio canale Twitch fra "un senzatetto, un cameriere, un rider, un artista di strada e un volontario della Croce Rossa". Cinque persone delle categorie che, secondo la community di Fedez, hanno accusato di più le ripercussioni economiche della pandemia in corso.

  

  

Un aiuto concreto per quei cinque, una Christmas Carol evergreen per chi ha seguito la vicenda. Poi ci sono gli hater. Ancora una volta in agguato dei Ferragnez: il brontolio social va dalla contestazione economica ("Non si può far beneficenza in un'auto di lusso") a quella morale ("Chi è povero ha bisogno di dignità, non di elemosina"). E raggiunge il culmine, come sempre, con qualche illustre capobanda. Ieri il Codacons, oggi Fabio Volo: "Io divento matto", ha dichiarato lo scrittore a Radio Deejay, "perché poi ci ritroviamo a parlare di queste cose: aspettate un attimo prima di riprendere la messa in onda, vado giù ad aiutare una vecchietta che attraversa la strada, poi faccio una story, un post e divento buono per tutti ma con i soldi degli altri. La beneficenza non era un qualcosa che si faceva in silenzio?"

   

 

Ma in nessun contesto, il silenzio ha mai fatto parte della vita di Fedez. Condivisa, pubblica, sotto i riflettori e i filtri Instagram. L'iniziativa poi è nata su Twitch, la piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon, è stata alimentata dalle donazioni degli iscritti e su Twitch, logica conseguenza, è stata documentata a vantaggio dei contributori stessi. E che autogol, accusare Fedez di farsi pubblicità. Lui e Chiara Ferragni sono pubblicità. Ad avercene: nel solo 2020 hanno raccolto 4 milioni per costruire un reparto di terapia intensiva al San Raffaele, hanno fatto volontariato distribuendo la spesa casa per casa durante il lockdown e lanciato il collettivo Scena Unita a sostegno del mondo dello spettacolo in ginocchio. Perfino Giuseppe Conte ha chiesto aiuto alla coppia per sensibilizzare gli italiani sull'utilizzo della mascherina - con buona pace dei virologi. Se 'influencer' significa davvero orientare i comportamenti sociali, gli oltre 33 milioni di follower complessivi dei Ferragnez dovrebbero far ben sperare.

 

 

L'ultima parola la lasciamo a Fedez: "Spiace che questa iniziativa sia stata percepita come di cattivo gusto", lo sfogo sui social dopo il polverone delle ultime ore. "Però se i miei utenti mi chiedono di fare qualcosa a fin di bene, non mi voglio esimere dal farlo. Quindi lo rifarei. Probabilmente la prossima volta prenderò la metro, se il problema era il mezzo usato". Figuriamoci allora le accuse di ipocrisia: niente è più mobile del bersaglio della frustrazione. "E visto che Fabio Volo mi ha giustamente criticato per questa polemica, vorrei invitarlo a partecipare a questa iniziativa, che non gli sarà purtroppo arrivata all’orecchio: tantissimi suoi colleghi hanno già aderito e anch'io, in questo caso, ho messo mano al portafoglio donando 100mila euro di tasca mia. Non lo avrei voluto dire, ma visto che Fabio Volo si è sentito in dovere di dire che avrei dovuto utilizzare i miei soldi, faccio questa dichiarazione poco elegante perché sono una merda". In tutta la sua umana stizza. Che forse a farsi pubblicità - ma quella riflessa, ingannevole, da televendite - sia in fin dei conti il romanziere?

 

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