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Incognita rifiuti: al piano di pulizia di Gualtieri servono gli impianti

Gianluca De Rosa

Gualtieri si è incastrato con la promessa di pulire entro Natale. La sinergia Ama-Acea ha dato una mano per il momento, ma risolvere il problema servono impianti di sbocco

Doveva essere il primo segnale di cambiamento. Il sindaco Roberto Gualtieri aveva detto: “In 60 giorni ripuliamo la città, parte da oggi il nostro piano straordinario di pulizia”. A poche settimane da quell’annuncio, la Capitale sembra tutto fuorché pulita. I cittadini protestano gettando i sacchi della spazzatura in mezzo alla strada, i lavoratori Ama chiedono i presidi dei vigili vicino ai cassonetti per garantire il corretto conferimento dei rifiuti e, intanto, mentre i turni di raccolta vanno avanti e gli addetti potano i ciuffi d’erba su strade e marciapiedi, nonostante tutto, la Capitale rimane sporca. La colpa non è soltanto dei pochi mezzi – solo il 57 per cento dei camion e camioncini di Ama funziona davvero –, né della scarsa adesione dei dipendenti al piano (con tanto di bonus), ma del problema più annoso: la mancanza di sbocchi per i rifiuti raccolti, che al primo guasto manda in tilt tutto il ciclo dello smaltimento.

 

Qualche giorno fa lo stesso Gualtieri è stato costretto ad ammetterlo: “Alla fine di ottobre c’è stato un guasto di un impianto a Frosinone che sta rallentando la raccolta ordinaria”. Il riferimento è al Tmb della Saf senza il quale la Capitale si è trovata con oltre 600 tonnellate al giorno in più da trattare. Il sindaco, l’assessora Sabrina Alfonsi, il neo amministratore di Ama Angelo Piazza sono corsi ai ripari. Ieri per la prima volta, alla presenza di Gualtieri e Alfonsi, c’è stato un incontro tra Ama e Acea sulle possibili sinergie legate ai rispettivi piani industriali e su nuovi investimenti.

 

In attesa che nei prossimi mesi questa nuova partnership possa rafforzare la dotazione impiantistica della Capitale, Acea ha dato una prima sostanziosa mano al Campidoglio. Martedì, infatti, una soluzione sembrava essere all’orizzonte: la regione aveva approvato l’ampliamento della discarica dell’Ecologia Viterbo di Manlio Cerroni per oltre 600 mila metri cubi. Più sbocchi in discarica significa più margine di lavoro per i Tmb. E così la Rida Ambiente di Aprilia si era detta pronta a ricevere 600 tonnellate al giorni di rifiuti romani, ma da Manlio Cerroni è arrivato il no a portare a Viterbo gli scarti. Rida Ambiente senza sbocchi sarebbe stata costretta a pagare di più per portarli in una discarica fuori regione e così tutto si è bloccato. Proprio il tavolo Acea-Ama ha risolto il problema: gli scarti, almeno una parte, andranno nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore. La pezza è stata messa, ma per Roma pulita sembra esserci poco da fare, servono gli impianti. Acea potrà dare una mano. 

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