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Gli appunti di Giorgia

Meloni difende il rialzo delle accise sulla benzina: "Meglio aiutare chi ha più bisogno"

Redazione

La premier torna a parlare del prezzo dei carburanti e difende la scelta del governo: "I prezzi non sono fuori controllo. Meglio concentrare le risorse sui più poveri". Spariscono le accuse di speculazione ai benzinai

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All'indomani del Cdm che ha approvato il decreto contro il caro carburanti, Giorgia Meloni torna a parlare di accise. Nel suo ormai tradizionale format degli “Appunti di Giorgia” – la rubrica video sulla sua pagina Facebook con cui commenta saltuariamente l'azione del governo – la premier questa mattina ha difeso con forza la scelta di non procedere con un taglio delle imposte sulla benzina. Meloni inizia smarcandosi dalle accuse che le imputavano un video del 2019, dove la leader di Fdi chiedeva di applicare esattamente la stessa misura che adesso rifiuta di emendare. “Sono ancora convinta che sarebbe ottima cosa tagliarle, ma dal 2019 a oggi il mondo è cambiato, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte. Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina”, ha spiegato con nettezza. 

Una spiegazione che tuttavia stride con quanto scritto nel programma di FdI per le elezioni dello scorso 25 settembre. Al punto 17, quello dedicato all'energia, tra i vari provvedimenti si legge: "Sterilizzazione delle entrate dello stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise". 

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Tornando ai suoi "appunti", secondo Meloni i prezzi attuali dei carburanti non sono fuori controllo, come molti "esperti" hanno sostenuto in questi giorni. La premier cita i dati pubblicati ieri dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica e fa dunque un confronto con quelli dei mesi scorsi. “Il prezzo medio della benzina quando c'era il taglio delle accise era di 1.885 euro, il 27 giugno era di 2.073 euro, il primo agosto di 1.877”, ha detto, chiedendosi quindi polemicamente “dove fosse la stampa quando il prezzo era a 2.077 euro”.

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L'accusa di speculazione mossa nei giorni scorsi nei confronti dei petrolieri sparisce. E anzi, le misure prese in Consiglio dei ministri vanno in ogni caso “a tutela della gran parte dei benzinai, che è onesta e responsabile", spiega la premier nel video. 

La scelta del governo, sostiene Meloni, dipende dall'eccessivo costo della misura per le casse dello stato. “Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle Pmi”, ha spiegato. 

Il tema è quindi di “giustizia sociale”: “Abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno”. “Penso che fosse più sensato aiutare chi ha il salario basso, chi non aveva un posto di lavoro, chi non riesce a fare la spesa piuttosto che usare le risorse per consentire diciamo a me, parlo di me, che comunque ho uno stipendio di tutto rispetto di pagare la benzina di meno”, ha poi aggiunto. 

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