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passeggiate romane

Le ambizioni di Landini (ciao ciao Pd) inquietano anche Conte

Il segretario della Cgil punta a scendere in politica in futuro. Il progetto di una cosa di sinistra metterebbe però in pericolo l'Opa sul progressismo lanciata dal capo M5s

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Non è più un mistero per nessuno che i rapporti tra il Partito democratico e la Cgil guidata da Maurizio Landini siano ai minimi storici. Il sindacato non è più al fianco del Pd. Lo si è notato in maniera più che evidente anche sabato scorso, alla manifestazione dem di piazza Santi Apostoli, che si è rivelata un flop totale perché ha registrato la presenza di trecento persone se non si contano i dirigenti del Nazareno, i parlamentari e gli operatori della stampa.


E’ altrettanto evidente a tutti che Landini abbia allacciato un rapporto privilegiato con Giuseppe Conte. La qual cosa suscita non poca indignazione in un pezzo del Pd. Ma quei dem che hanno buone frequentazioni con il sindacato hanno capito che non è affatto intenzione del leader della Cgil trasformare la sua organizzazione nella cinghia di trasmissione del Movimento 5 stelle. A Corso d’Italia, infatti, i sindacalisti che non sono in buoni rapporti con Landini, o che quanto meno temono che l’organizzazione sindacale finisca per “fare politica”, raccontano che il leader della Cgil ha progetti ben più ambiziosi.

L’obiettivo di Landini, stando almeno a questi racconti, sarebbe quello di capeggiare un grande movimento di sinistra che comprenda grillini, dem (o, almeno una parte di loro), Articolo 1 e rosso Verdi, una volta esaurita la sua esperienza alla segreteria del sindacato. Insomma, secondo questa versione, Landini sarebbe pronto a buttarsi in politica con il ruolo di federatore di un variegato arcipelago di sinistra. E sarebbe da inserirsi in quest’ottica anche il suo incontro di circa due settimane fa con la candidata filo 5 stelle alla segreteria del Pd, Elly Schlein. Ma se fosse vera questa interpretazione delle mosse di Landini che viene fatta da alcuni sindacalisti di Corso d’Italia, anche Giuseppe Conte avrebbe da stare poco tranquillo. L’ex presidente del Consiglio, che punta a sorpassare il Pd alle prossime elezioni europee, e ad assumere nelle sue mani la guida delle opposizioni di sinistra, si troverebbe infatti la strada sbarrata da Landini.

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Al Partito democratico (e soprattutto al Pd romano) stanno già fioccando le scommesse  su quello che farà Nicola Zingaretti prima del Congresso dem. L’ex presidente della regione Lazio, infatti, ha mandato molti segnali di apertura alla candidatura di Elly Schlein. Ma finora non ha proferito verbo in valore della ex vicepresidente della regione Emilia-Romagna. Almeno non pubblicamente. E nel Pd c’è chi ha scommesso che non lo farà nemmeno in futuro, preferendo ritagliarsi un ruolo di super partes, che non esprime le sue preferenze. Un’altra fetta dei dem invece si dice convinta che alla fine Zingaretti si sbilancerà a favore di Schlein. Soprattutto perché l’ex segretario non ha digerito l’atteggiamento di Stefano Bonaccini nel periodo in cui era leader dei dem. 

Chi invece, passo dopo passo, si sta avvicinando a Elly Schlein è Andrea Orlando. Così facendo, però, l’ex ministro del Lavoro rompe i ponti con Goffredo Bettini e Gianni Cuperlo. I due esponenti dem infatti sono propensi a non appoggiare nessuno dei candidati alla segreteria del Partito democratico. Sia Bettini che Cuperlo non amano certo Stefano Bonaccini, ma ritengono che Schlein non abbia né la statura né l’esperienza per guidare il Pd.

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