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La linea Piantedosi spiegata da Piantedosi: "La norma sui rave non verrà estesa"

Redazione

Il ministro dell'Interno: "L'obiettivo delle nuove norme è allinearci alla legislazione europea". E risponde sugli scontri alla Sapienza, le violenze ultras e i raduni a Predappio. Il meloniano Ciriani apre a modifiche sul contrasto ai raduni abusivi. Mentre dall'opposizione Orlando attacca: "Usano un bazooka contro le formiche per reprimere chi protesta"

Finito al centro dell'agone politico, dopo il rave di Modena e la conseguente nuova normativa adottata dal governo per contrastare i raduni abusivi, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi questa mattina ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui cerca di fare chiarezza su qual'è la linea del suo dicastero, e dell'intero governo Meloni, in materia di ordine pubblico. Un colloquio in cui il titolare del Viminale ha dato risposte non solo su quanto emerso dall'ultimo Cdm, ma anche sulla gestione di alcuni eventi pubblici come la partita Inter-Sampdoria (in cui gli ultras nerazzurri hanno fatto allontare i tifosi dalla curva con insulti e minacce) o gli scontri tra forze dell'ordine e gruppi studenteschi alla Sapienza di Roma. Per non parlare della questione sbarchi, su cui Piantedosi ha una posizione molto vicina a quella di Matteo Salvini.

A proposito dei rave, secondo il ministro dell'Interno "l’obiettivo di queste norme approvate dal Consiglio dei ministri è allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l’organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti e finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità". Ma soprattutto, secondo il titolare del Viminale, sono pretestuosi gli attacchi di chi dice che attraverso la nuova normativa sarà possibile restringere le maglie attorno a tutta una serie di manifestazioni pubbliche. "Trovo offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento", risponde sul punto Piantedosi. "In ogni caso la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo". Parole che l'ex prefetto di Roma indirizza soprattutto nei confronti dell'opposizione. E non è un caso che, sempre dalle pagine dei giornali, un ex ministro come Andrea Orlando, del Pd, dica alla Stampa che quella del governo è un'operazione per "reprimere chi protesta. Se si usa un bazooka contro le formiche si fa male anche ad altri". Dichiarazioni dello stesso tenore erano arrivate ieri sia da Enrico Letta che da Giuseppe Conte. 

Sulla praticabilità di apportare delle modifiche all'ultimo decreto, a ogni modo, sono arrivate le rassicurazioni di un altro esponente della maggioranza, il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Secondo cui "i cittadini per bene non hanno nulla da temere perché non vi sarà nessuna discrezionalità. Poi, dal punto di vista tecnico, possiamo anche trovare la formulazione che rassicuri anche da questo punto di vista: ma l'obiettivo sono solo i rave, il 434 bis non sarà usato contro nessun altro", ha detto intervistato dal Quotidiano nazionale. 

Tornando alla più generica gestione dell'ordine pubblico, Piantedosi ha spiegato quali sono i cardini del suo operato al ministero dell'Interno. "Il mio modello di gestione della sicurezza è: fermezza e dialogo, lasciando l’uso della forza pubblica come opzione estrema per evitare rischi peggiori". E' il caso, per esempio, dei disordini registrati a San Siro in occasione della partita Inter-Sampdoria. "In alcuni casi se la forza pubblica non interviene nell’immediatezza è solo perché viene effettuata una valutazione ponderata sul rischio di tale scelta. In uno stadio è sempre preferibile evitare interventi che potrebbero generare situazioni di gravissimo pericolo. Quando sono presenti decine di migliaia di persone la prudenza è d’obbligo", dice a tal proposito il ministro. Che invece, sugli scontri alla Sapienza, ha un'altra lettura: "C’era da impedire l’assalto a un convegno regolarmente autorizzato. Le forze di polizia sono intervenute per evitare il contatto rischioso tra gli organizzatori del convegno e i manifestanti. Pur di fronte alle spiacevoli immagini del contatto fisico tra poliziotti e manifestanti, non abbiamo avuto nessun ferito tra i manifestanti". Mentre sulle immagini di Predappio, con il corteo di nostalgici fascisti giunti a manifestare sulla tomba di Mussolini, Piantedosi dice che "si tratta di una pagliacciata. Posso assicurare che le forze di polizia segnaleranno all’autorità giudiziaria tutti gli eventuali comportamenti in violazione delle disposizioni vigenti".

Ultimo capitolo, la gestione degli sbarchi. In cui la posizione echeggia quanto già espressa all'epoca del governo gialloverde (Piantedosi era capo di gabinetto di Salvini al Viminale). "Non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità". E quindi come si possono gestire i flussi? "Sono convinto che sia necessario bloccare le partenze e verificare nei Paesi di origine e di transito chi può e chi deve arrivare, assicurando un trasferimento ordinato e un vero inserimento sociale. Credo che questa azione vada accompagnata dalla programmazione e dalla offerta di adeguati ingressi legali". 

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