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Totoministri: tutti i profili tecnici più quotati per il prossimo governo

Alberto Cantoni

Sfuma il nome di Panetta al Mef, mentre prende quota quello di Dario Scannapieco. Al Viminale si parla del prefetto di Roma Matteo Piantedosi, mentre per la Salute sarebbero pronti Guido Rasi (Ema) o Francesco Rocca (Croce Rossa). Per gli Esteri si defila Elisabetta Belloni in favore di Tajani o dell’ambasciatore Pontecorvo. Ipotesi Nordio alla Giustizia

Dario Scannapieco, Matteo Piantedosi e Elisabetta Belloni. E poi Guido Rasi, oppure Francesco Rocca. A ogni dicastero un nome. Sono questi, al momento, i profili più quotati per la squadra a "trazione tecnica" del nuovo governo di centrodestra. Un cambio di passo rispetto a ciò che Giorgia Meloni diceva nel 2018, subito dopo le elezioni che avrebbero portato a Palazzo Chigi l'esecutivo gialloverde: “I tecnici li abbiamo visti e noi non siamo in grado di sostenerli”.

   

Ora invece i tecnici rappresentano diverse caselle fondamentali della scacchiera che la leader di FdI sta (faticosamente) cercando di comporre in questi giorni. In quella più delicata, il ministero dell'Economia e delle Finanze, la futura premier non è riuscita a strappare un sì a Fabio Panetta, ex direttore della Banca d’Italia. L'attuale membro del board Bce lo avrebbe confermato in un colloquio privato in occasione della riunione dei ministri delle Finanze dell'area dell'euro, avvenuta martedì a Lussemburgo. La notizia, riportata da Bloomberg, al momento non è ancora stata smentita. Restano in corsa invece Domenica Siniscalco, ex ministro, ma soprattutto Luigi Buttiglione - ex dirigente di Banca d'Italia e Bce e oggi gestore di un fondo d’investimento - e il "Draghi boy" Dario Scannapieco, l'amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti.

    

Sul fronte Viminale, invece, Salvini non molla, ma già da giorni la Lega sta lavorando a un piano B: il leader del carroccio sembra proiettato alle Infrastrutture (con competenza, quindi, anche su porti e guardia costiera) e in questo caso all'Interno andrebbe il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto con Salvini all’epoca del Conte I. Per quanto riguarda gli Esteri sembrerebbe essersi defilata Elisabetta Belloni (ora al Dis) in favore di Antonio Tajani (finalmente, pare, "collocato"), ma si vocifera anche dell’ambasciatore Stefano Pontecorvo.

  

Alla Salute sarà duello a due tra Guido Rasi (ex direttore esecutivo dell’Ema oltre che consulente dell’ex commissario Figliuolo) e Francesco Rocca (presidente del Comitato nazionale della Croce Rossa Italiana). Terza scelta: il professor Rocco Bellantone, direttore di Chirurgia endocrina e dell’obesità del Gemelli. Per quanto riguarda la Giustizia, resta concreta l'ipotesi di Carlo Nordio (con la leghista Giulia Bongiorno in seconda linea); per la Difesa si punta sempre al presidente del Copasir Adolfo Urso e solo in alternativa il fedelissimo meloniano Edmondo Cirielli (ufficiale dei carabinieri in congedo parlamentare).

  

Ci sono, infine, i dicasteri tecnici già occupati, il cui futuro resta un'incognita. Nonostante il feeling con Giorgia Meloni, Roberto Cingolani sembra intenzionato a lasciare la Transizione ecologica, mentre potrebbe proseguire il suo mandato Vittorio Colao (alla Transizione digitale).