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Campagna elettorale

Salvini cerca di mantenere un basso profilo e fa le liste della Lega con gente della tv

Gianluca De Rosa

Anche il segretario della Lega ha capito che il centrodestra per non perdere voti deve fare un campagna silenziosa. Intanto è alle prese con le liste elettorali. Il tridente è già pronto: la giornalista Maria Giovanna Maglie, l'ex pallavolista Luigi Mastrangelo e l'attrice di soap Hoara Borselli. Pronto un posto anche per il fedelissimo Andrea Paganella

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"Ma perché dovremmo fare campagna elettorale? Siamo avantissimo, e poi questi (la sinistra ndr) si massacrano già da soli”. Giorgia Meloni lo ha deciso da subito: quest’estate non si disturbano gli italiani. Manifesti in stazioni e autogrill, ma campagna elettorale quasi inesistente, con accelerazione, breve,  a settembre. E alla fine che per il centrodestra questa sia la strategia migliore per vincere le elezioni lo ha capito anche Matteo Salvini. Se la squadra è in vantaggio, andare all’attacco non ha senso. Bisogna evitare errori e inciampi, mantenere un basso profilo. Un’impresa eccezionale per il segretario leghista. Che infatti nei giorni scorsi era partito con il botto. Poi gli appuntamenti si sono via via diradati. Agenda snella. Niente comizi, né in piazza, né in spiaggia. Al massimo qualche incontro ai gazebo leghisti e brevi comparsate in tv. 


Certo l’ex Capitano del Viminale non può certo lasciare i suoi follower a digiuno. E però sulle sue pagine social vige il principio della leggerezza. Su Facebook, Instagram e Twitter i contenuti politici scarseggiano: qualche sfottò a Letta e Calenda che litigano, qualche video sulle baby gang utili alla sua proposta: posticipare l’esame della patente ai giovani facinoroso... Poco altro. I canali social di Salvini sono un palinsesto confusionario che oscilla tra il Guinness dei primati e una pubblicità progresso. C’è il video di Ermes, il campione del mondo di braccio di ferro, che Salvini finge di sfidare, motteggiando “So già che faccio la fine di Letta alle elezioni”, c’è la notizia del recordman di donazioni del sangue, 310 in 70 anni, che il segretario commenta con la scritta tutta maiuscola: “IL GRANDE CUORE DELL’ITALIA”. Poi, la visita al gattile di Milano, con tanto di musica strappalacrime,  e il celebre ballo tra John Travolta e Olivia Newton nel giorno della morte di quest’ultima, “Voglio ricordati così, indimenticabile” .  Infine, la ripresa verticale in discoteca dove il dj Bob Sinclair ha compreso come i tifosi del Milan hanno storpiato l’hit “Freed from desire” e la canta insieme al pubblico ballante. “Pioli i on fire lalalalalala, Pioli is on fire…”. Salvini commenta: “Finalmente l’ha imparata anche lui” con tanto di cuoricini rossoneri.

 

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Sia chiaro, siamo in linea con la narrazione del segretario della Lega che da sempre fa prevalere l’intrattenimento alla proposta politica, più influencer che leader. Dopo la crisi di governo però Salvini aveva un po’ cambiato toni. Rivendicava il ritorno al Viminale, lanciava proposte politiche improbabili – dalla leva obbligatoria, all’eterno ritorno del Ponte sullo Stretto – adesso invece è tornato da diluire il più possibile le proposte, mescolandole, con contenuti leggeri e le immancabili notizie di cronaca. Ma dietro l’apparente normalità non c’è soltanto tattica elettorale. Salvini è alle prese con un problema ben più serio: le liste elettorali. E’ vero che lo strappo tra Calenda e il Pd, sondaggi alla mano, garantirà al centrodestra, e dunque alla Lega, un numero maggiori di collegi uninominali, ma il saldo del Carroccio, tra taglio dei parlamentari alle Camere e percentuali ridimensionate, sarà in ogni caso negativo. Soprattutto al Nord la base leghista è in fermento. “Se fa le liste da solo – si dice –, rischiamo di eleggere una pattuglia di squilibrati”. E per questo che intanto i nomi li stanno raccogliendo i coordinatori regionali. Da settimana prossima poi Salvini farà le sue valutazioni. Ma il segretario, maniaco della svolta pop, è impaziente. Freme per avere anche lui i suoi nomi forti nel grande calcio mercato elettorale. Se ieri Enrico Letta e + Europa, per far torto a Calenda, lanciavo il “Carlo giusto”, nel senso di Cottarelli, se Fratoianni annunciava le candidature di Ilaria Cucchi e del sindacalista Aboubakar Soumahoro, anche, Salvini si prepara a presentare il suo tridente: la giornalista Giovanna Maglie, l’ex pallavolista azzurro Luigi Mastrangelo, l’attrice di soap opera (da “Un posto al sole” a “Centovetrine”), oggi editorialista d’area, Hoara Borselli. Possibile fantasista dietro le punte? Il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, che Salvini ha incontrato più volte nelle sue ultime spedizioni isolane alla ricerca di migranti. Tra i fedelissimi in lizza per un posto ci sono ovviamente anche gli euroscettici Claudio Borghi e Alberto Bagnai, ma, gira fortissima la voce, anche del tutto fare salviniano Andrea Paganella.  

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Un argomento spinoso riguarda invece Umberto Bossi. Secondo ripetute voci il Senatùr non avrebbe alcuna intenzione di candidarsi. Vista la situazione, gli scranni che scarseggiano, per Salvini potrebbe essere un comodo posto in più. Il segretario, però, sa benissimo che non candidare Bossi può solo portare veleni e deludere i leghisti di vecchia data. Meglio evitare.

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