PUBBLICITÁ

i numeri

Sondaggi: come cambia lo scenario dopo la rottura Calenda-Letta

Alberto Chiumento

Le simulazioni danno ancora in vantaggio la coalizione di centrodestra, e il margine potrebbe aumentare ancora dopo lo strappo, come ammette anche il segreatio del Pd. Ma non è l'unica possibilità: il centrismo di Azione potrebbe anche rubare voti a Forza Italia

PUBBLICITÁ

La coalizione di centrodestra è ancora in vantaggio nelle preferenze di voto, in un trend che prosegue da varie settimane. Anche i sondaggi più recenti, come quello svolto da BiDiMedia e pubblicato da Fanpage.it, confermano che l'alleanza tra i partiti di Berlusconi, Meloni e Salvini è quella meglio posizionata in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.

  

Secondo questa simulazione, il centrodestra potrebbe ottenere su un totale di 148 collegi uninominali alla Camera ben 108 collegi, di cui 80 sono considerati molto probabili dato che il vantaggio statistico è superiore agli 8 punti. Il vantaggio è ampio anche nei collegi uninominali del Senato, dove su 74 collegi totali il centrodestra potrebbe vincerne 56, di cui 40 sembrano già piuttosto consolidati.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Al centrosinistra la simulazione attribuisce 37 collegi uninominali alla Camera, di cui 12 con ampio vantaggio, e 16 al Senato. Ma questi numeri dovranno essere rivisti dato che Carlo Calenda ha deciso di abbandonare il patto, stretto appena qualche giorno fa, con il Pd non appena Enrico Letta ha incluso nell'alleanza di centrosinistra Sinistra Italiana, Europa Verde e Impegno Civico.

 

Secondo BiDiMedia questa rottura potrebbe avvantaggiare ulteriormente la destra, che vedrebbe aumentare il numero di seggi totali alla Camera, tra collegi uninominali e proporzionali, passando dal 58 al 63 per cento del totale. Una lettura simile è stata data dallo stesso Enrico Letta: “Calenda ha deciso di stare con Meloni e con la destra. Era necessario cercare di allargare la coalizione a sinistra e al centro perché la legge elettorale lo impone” ma “mi pare che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”. Presentarsi alle elezioni senza alcuna alleanza per il Pd non sarebbe producente: facendo così potrebbe vincere solo 13 i collegi.

 

Una stima dei danni elettorali causati da Calenda al Pd ha provato a farla Antonio Noto di Noto sondaggi, che intervistato dal Corriere, ha detto che l'unione tra Pd, +Europa (che starebbe per uscire dalla confederazione con Azione dopo la scelta di Calenda), Verdi e Sinistra Italiana potrebbe ambire a circa il 26 per cento dei voti totali: un risultato molto lontano dalle cifre della coalizione di centrodestra, che potrebbe superare il 40 per cento dei voti.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Questa coalizione perderebbe i numeri di Azione, che può “sognare un bottino di voti vicino al 10 per cento” secondo Fabrizio Masia, amministratore delegato di Emg Different, le cui analisi sono state riprese da Repubblica. “E le cose possono andare addirittura meglio se gli elettori dovessero apprezzare un'eventuale alleanza tra Calenda e Renzi perché omogenea nei programmi”. Calenda ha infatti detto che nei prossimi giorni incontrerà il leader di Italia Viva, che domenica su Twitter – pur senza esplicitare il nome di Calenda - ha rilanciato la possiblità di creare un terzo polo: “Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo un'opportunità straordinaria. #TerzoPolo”.

  

PUBBLICITÁ

 

Tuttavia, c'è anche la possibilità che il distaccamento di Calenda abbia effetti positivi sul Partito Democratico: dato il centrismo politico che esprime il leader di Azione, lui può diventare un magnete di voti specialmente per l'elettorato più moderato del centrodestra, che non ha apprezzato l'alleanza con i partiti di Salvini e di Meloni, spesso intransigenti su tematiche come l'immigrazione e il rapporto con l'Unione europea.

 

Restano invece piuttosto stabili, seppur molto inferiori ai risultati delle ultime elezioni politiche, le preferenze di voto raccolte dal Movimento 5 Stelle. Per Masia, infatti, “dovrebbe conservare nelle urne un 10 per cento, grazie a un copioso flusso di consensi dal Sud Italia”. I candidati politici del Movimento, che ha escluso vari esponenti importanti come Taverna e Fico dopo aver confermato la regola del secondo mandato, saranno meglio noti nel pomeriggio di lunedì, quando verranno chiuse le liste delle parlamentarie, le votazioni interne con cui gli iscritti al movimento possono indicare i candidati al parlamento.

 

C'è infine da considerare un aspetto molto importante, e spesso sottovalutato. Secondo vari sondaggi quasi due terzi degli elettori non ha ancora deciso come votare a meno di de mesi dalle elezioni. Una fetta molto grande di pubblico può quindi ancora essere conquistata da qualsiasi forza politica.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ