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Il caso

Conte-Draghi, l'incontro oggi salta. Si vedranno mercoledì

Simone Canettieri

Il faccia a faccia era previsto per le 16. Ma il premier è volato a Canazei a seguito del crollo sulla Marmolada. In più alle cdm delle 18. Così l'appuntamento è stato riprogrammato per il 6 luglio. I grillini ancora spaccati sulla permanenza nell'esecutivo

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Mario Draghi e Giuseppe Conte si dovevano vedere oggi alle 16 e 30. Ma gli impegni improvvisi del premier, che è volato in Veneto dove è stata allestita la centrale operativa che sta coordinando le operazioni di soccorso e ricerca a seguito del crollo sulla Marmolada, hanno convinto i due a rimandare: così l'incontro è stato riprogrammato per mercoledì 6 luglio alle 16 e 30.

Il premier come anticipato è diretto a Canazei. A causa delle condizioni meteo avverse è atterrato a Verona e si sta dirigendo nella città in provincia di Trento in auto. Insieme a lui il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio e il governatore del Veneto Luca Zaia. Alle 18 è stato fissato un consiglio dei ministri  per deliberare lo stato d’emergenza per la siccità nelle aree maggiormente colpite.

Alle 12 si è riunito il Consiglio nazionale del M5s, la direzione dei grillini che dovrà concordare con Conte la linea da tenere davanti al presidente del Consiglio. Il capo del M5s ha una lista - pare di sette pagine - con le richieste del M5s al governo: reddito di cittadinanza, bonus 110, no al termovalorizzatore a Roma e stop alle armi all'Ucraina. Sullo sfondo, manco tanto, c'è un partito diviso sulla possibilità di strappare e uscire così dall'esecutivo. Con Draghi se ne parlerà, quindi, mercoledì.

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Al momento le anime del Consiglio nazionale è così composto: i vicepresidenti Paola Taverna e Riccardo Ricciardi sono per il grande gesto. Il carpe diem, lo chiama per esempio Gianluca Castaldi. Più sottotraccia le posizioni degli altri due vicepresidenti, Mario Turco e Michele Gubitosa, entrambi emanazioni dirette di Conte. Sembra a favore di una scossa anche Stefano Patuanelli, ministro e capodelegazione al governo. Su una posizione più morbida Alessandra Todde, altra vicepresidente. Così come sono a favore di un'intesa i ministri Federico D'Incà e Fabiana Dadone. Per quanto riguarda i gruppi parlamentari, invece, il capogruppo alla Camera Davide Crippa non vuole arrivare allo show down, al contrario dell'omologa in Senato, Mariolina Castellona alle prese con le richieste intransigente della truppa pentastellata a Palazzo Madama. 

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