(foto dal profilo Facebook di Antonio Bettanini)

Da Martelli a Berlusconi e ora candidato con Bucci a Genova: Tonino Bettanini, sul filo dei ricordi

Giampiero Timossi

"Sono un riformista e il riformismo è quella pratica che si scontra con la realtà. Ecco perché sostengo il sindaco uscente", ci dice lo storico portavoce di ministri della Repubblica

Genova. Ha apprezzato le idee radicali di Marco Pannella, all’Università di Genova è stato delegato studentesco con Edelweiss, i giovani liberali di sinistra. Cosa c’entrasse il Pli con la sinistra non è facile da capire, ma la sfumatura c’è. Sottigliezze, “però i giovani liberali di sinistra esistevano, eccome”, sorride Antonio Bettanini, per gli amici Tonino. Va subito detto che in 76 anni Tonino ha collezionato solo amici, più o meno stretti. Si può aggiungere che nella vita ha fatto quasi tutto, compreso scrivere due romanzi e gestire la comunicazione della sua squadra del cuore, il Genoa. A Genova la militanza socialista è iniziata al Circolo Turati. Dunque nel miglior modo possibile. Ora, rimanendo a parlar di sottigliezze, torna in mente un vecchio detto toscano: “A furia di diventar sottili si perdono le braghe”. Una cosa del genere venne detta a Bettino Craxi dal padre nobile Leo Valiani. Si riferiva a Claudio Martelli.

Bettanini le braghe non le ha mai perse, oggi d’estate indossa spesso comodi bermuda colorati, perché all’eleganza anche informale tiene parecchio, ma il capo d’abbigliamento è comodo anche nei pomeriggi campestri, a Pontinvrea, entroterra ligure. Tornando poi a Martelli (rassegnatevi questa lunga avventura è ancora tutta un meraviglioso corso e ricorso) si può sicuramente affermare che sia stato e resti un amico, di quelli stretti. Tonino “The Voice” è stato il suo portavoce prima alla vicepresidenza del Consiglio poi al ministero di Grazia e giustizia, dal 1991-1993, in quello che anche lui orgogliosamente ricorda come il “biennio del coraggio dello Stato”. Poi sarà la voce anche di un altro ministro, Franco Frattini, alla Funzione pubblica e poi al Commissione europea. In ordine cronologico, dopo i sogni radicali, le sottigliezze liberali, si arriva al Partito socialista italiano, vera passione politica del nostro. Che il 12 giugno, correrà alle prossime elezioni comunali, a Genova, nella principale lista civica a sostegno del sindaco Marco Bucci, nello schieramento di centrodestra che comprende anche Lega e Fratelli d’Italia. Tonino spiega facile perché un socialista si candida con Vince Genova: “Sono un riformista e il riformismo è quella pratica politica che si scontra, anche in modo duro, con la realtà, che la piega o almeno prova a farlo”. Per capirci, “riformismo significa statuto dei lavoratori, non è mica slogan veltroniano”. Poi c’è la scelta (riformista) di appoggiare Bucci. Sintetizzata con uno slogan craxiano, “riformismo, prospettiva d’avvenire, perché qui nessuno meglio di Bucci ha guardato e guarda all’avvenire di Genova”.

 

Altri percorsi: quello di “Tonino The Voice” è lungo, frizzante, ma non tortuoso, è fatto di storie, idee e personaggi visti tutti da vicino. “Ero affascinato da un intellettuale forse un po’ confuso come Piero Gobetti, un gigante”. Confuso, “nel senso che credeva in un patto sociale tra i lavoratori e il grande capitalismo illuminato, e anche questo è un tema del riformismo”. Ora il candidato ci dirà che il sindaco Bucci segue le orme di Gobetti? “La sua visione di futuro di Bucci unisce le richieste dei cittadini, che lo hanno eletto e lo rieleggeranno, con quell’imprenditoria che vuole fare cose, per il bene dell’impresa e della città”. Paragone spinto, forse. Quasi come l’appoggio di Renzi a Bucci. “Italia Viva ha anche aspetti riformisti, come sulla giustizia…”. Però? “Ho sentito qualche tempo fa Renzi dire che Frattini era filorusso perché aveva ascoltato Obama definirlo così con Enrico Letta. Un leader non può farsi dettare la definizione di un altro politico. Craxi non si sarebbe mai comportato così, basta pensare a Sigonella”.  

Ora, a un certo punto della storia, si può ricordare che The Voice è apparso come una meteora solo quando si è trovato sulla rotta del meteorite Maria Elisabetta Alberti Casellati: primo di una discreta serie di portavoce scaricati dalla seconda carica della Repubblica ed esponente storica di Forza Italia. “Ma non è vero! Comunque non credo di essere stato il prima ed è sacrosanto che la presidente del Senato abbia collaboratori di assoluta fiducia”. Detto del presidente Casellati, si può chiudere con il presidentissimo del Monza: “Raramente ho visto una persona così democratica, Berlusconi ha la capacità di stare con chiunque, ascoltare e mettersi sullo stesso piano del suo interlocutore. Chi lo ha conosciuto capisce il motivo del suo successo, subito”. Addirittura, un difettuccio? “Non sa scegliere tra due persone alle quali vuole bene, gli è successo al Milan e anche in Forza Italia. Nella vita è un grande pregio, in politica no”. E non è una sottigliezza.

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