La Lega contro il governo

Draghi elimina la Dad per i vaccinati. Ma in Cdm la Lega non vota: "Discriminate i bambini"

Carmelo Caruso

Passano le nuove misure pandemiche, super green pass senza più scadenza. Ma il partito di Salvini si oppone al provvedimento sulla scuola. Giorgetti non partecipa al Cdm. Garavaglia esce. Il Pd: "Grave atto"

Il Covid ha perso la “k”. Anche il virus si sburocratizza. Il governo di Mario Draghi corre verso la riapertura definitiva. Nel Cdm viene stabilito che il green pass diventa un certificato senza scadenza ma valido a tempo “indefinito”, la Dad viene cancellata nelle scuole elementari per tutti i bambini vaccinati. Sono scelte che hanno delle conseguenze politiche. La Lega non vota. Il ministro Giancarlo Giorgetti entra a Palazzo Chigi ma non prende parte al Consiglio. Massimo Garavaglia accusa e parla di “discriminazioni” fra bambini vaccinati e non vaccinati. Il bersaglio è Roberto Speranza. Il premier: “Nelle prossime settimane andremo avanti su questo percorso di riapertura. Oggi ci occupiamo della scuola”.  Il Pd: “Quanto accaduto in Cdm è un atto preoccupante”. Salvini e Giorgetti continuano a ragionare sull’uscita dall’esecutivo.


Non era allora una menzogna l’intenzione del premier di accelerare. Quando ha convocato i ministri, per il Cdm, ha esordito con una delle sue frasi architettura. Sono formule che vengono modulate su una calce che è la solita calce: “Sulla base dell’evidenza scientifica, e continuando a seguire l’andamento della curva epidemiologica, annunceremo un calendario di superamento delle restrizioni vigenti”. Era il vero primo Consiglio del dopo Quirinale, l’operativo, il giorno in cui si mette a posto, e definitivamente, l’album dei ricordi. Aveva come ordine del giorno non solo la pandemia, ma il Pnrr. I ministri, non a caso, hanno spronato i loro uffici. Si sono presentati tutti con i loro scartafacci Recovery: su 45 target 3 sono stati già raggiunti. Non era quindi un’interrogazione ma il momento della (loro) esposizione. E invece è stato subito esplicito, almeno dopo la cabina di regia, che la Lega avrebbe scaricato le sue angosce, quella incerta identità mai risolta. Il problema della Lega è che non ha mai convocato un referendum per chiedere ai suoi iscritti che posizione hanno sui vaccini. Tutto il resto è solo il prodotto di questo grande mai chiarito.

 

Giorgetti, che sta vivendo il suo spleen, si racconta che, di mattina, prima delle manovre di ritiro dal Cdm, abbia avuto un colloquio riservato con Draghi. Il premier gli avrebbe ribadito che la sua presenza rimane necessaria. Successivamente Giorgetti ha incontrato Salvini, ma anche Di Maio, e questo è tuttavia un altro argomento o forse non lo è. Una volta chiara la posizione del governo, e l’esito che avrebbe preso il Cdm, il ministro dello Sviluppo economico, ha lasciato, insieme a Salvini, che il suo partito venisse rappresentato in Cdm da Erika Stefani e Garavaglia. Poveri loro. Era davvero drammatico il destino di questi due ministri. Sul capitano (Salvini) non potevano contare mentre il nostromo (Giorgetti) era sotto coperta. Sono personaggi da “tifone” e meriterebbero la penna di Conrad.

 

E’ saltato tutto sulla scuola che, per Draghi, deve essere in presenza e fare di tutto perché lo rimanga. E’ Speranza a illustrare le nuove misure. Quando è evidente che la grande separazione è, anche a scuola, a partire dalle elementari, tra vaccinati e non vaccinati, Garavaglia dice al premier: “Non è corretta la discriminazione tra bambini. Presidente, non è così che si convincono i no vax. Perché inasprire gli animi? Anche i dati stanno migliorando”. Draghi non cambia idea. Garavaglia esce dalla stanza. Stefani dicono sia rimasta. Ma lo dicono. Era già accaduto ai tempi della delega fiscale, subito dopo il crollo elettorale, alle amministrative di Salvini. La Lega non votava, Draghi continuava con la sua agenda. Sulla misura di eliminare la dad viene confidato che pure Patrizio Bianchi abbia mostrato delle perplessità. Forza Italia invece no. Ha una linea sempre più di governo. E’ già lontana dalla Lega. Andrea Orlando, che è capace di essere con la parola anche coltello socialista, diceva, sotto voce, che il tornare indietro è peggio del non sapere come andare avanti: “E la Lega sta tornando No vax”.

 

E del resto come si può votare contro un provvedimento che va nella direzione che desiderava la Lega? Giorgetti, di sera, insieme a Garavaglia e Stefani, iniziava la sua nota, a suo modo perfetta, e la iniziava così: “Pur condividendo le misure di apertura contenute nel decreto non potevamo approvare la discriminazione tra bambini vaccinati e non vaccinati…”. Rivelano che Massimiliano Fedriga, nel federale della Lega, due giorni fa, quando Salvini spiegava che si deve lottare contro le riforme del catasto e contro le restrizioni, si permetteva di ricordare: “Ma restrizioni, in verità, non ce ne sono più”. Ma si sa. A volte la fissazione è peggio della malattia.
 

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio