Matteo Salvini (foto Ansa)

i dati

La Meloni supera Salvini ovunque. La Lega resiste solo a Milano

Redazione

Inesistente a Roma, terzo partito della coalizione a Torino. In Calabria assiste alla vittoria del centrodestra trainato da Forza Italia. Perché per Salvini queste amministrative sono state un bagno di sangue

Ovunque è sconfitto. E pure dove vince, non può gioire perché il successo non dipende affatto da lui. Per Matteo Salvini queste elezioni amministrative sono la materializzazione dello scenario peggiore. Il segno di un sorpasso da parte dell'alleata-nemica Meloni. Che lo sopravanza ovunque (tranne che a Milano). Guardate ai dati miserevoli di Roma. Con 737 sezioni scrutinate su 2603, la Lega è al 6,1 per cento. Fratelli d'Italia è al 17,9 per cento. Quasi tre volte tanto. E' vero che cinque anni fa il partito prese il 2,7 per cento. Ma alle Europee, solo due anni fa, quel 33 per cento raccolto nel Lazio lasciava presagire ben altro. E invece no, il segnale di una disparition, una scomparsa dopo aver accarezzato sogni di campagna al sud. Si va alla ricerca di una seconda prova? La Calabria è piuttosto emblematica. Dopo la morte di Iole Santelli ha governato il reggente Nino Spirlì, leghista d'essenza. Non è servito a evitare per la Lega l'ultimo posto tra i partiti del centrodestra (ha preso l'8,13 per cento dietro a Forza Italia e Fratelli d'Italia). 

Salendo a nord la situazione non è che migliori. A Torino, per dire, Paolo Damilano era stato considerato un finto civico, visto che vanta un rapporto personale con Matteo Salvini e lui era stato il suo più convinto sostenitore da tempo immemore. Com'è andata a finire? A guardare dai risultati non benissimo. La Lega è il terzo partito, dopo la lista personale che sostiene Damilano "Torino Bellissima" e, guarda un po', Fratelli d'Italia. A Trieste, stessa storia. Guida la Meloni e la Lega si contende il secondo posto con la civica che sostiene Dipiazza. Solo a Milano va meglio. Ma come fai a festeggiare il 10 per cento portato in dote a una delle più grandi sconfitte della storia del centrodestra in città? Mai era successo che un sindaco di centrosinistra vincesse al primo turno. Nulla da festeggiare. E poi il pensiero vola subito a Bologna. Battistini sarà pure andato particolarmente male, ma mai come la Lega, che solo nel gennaio del 2020 sperava di strappare la regione a Stefano Bonaccini con Lucia Borgonzoni. E 18 mesi dopo deve accontentarsi – quando mancano poche sezioni – del 7,73 per cento mentre la Meloni può crogiolarsi in un ben più onorevole 12,61 per cento. 

C'è un unico posto dove per la Lega di Matteo Salvini queste elezioni non sono state fonte di dolore: Napoli. E non perché abbia fatto gran numeri ma perché s'è evitata l'umiliazione. Non ha presentato la lista e forse è stata l'unica notizia positiva di questa tornata. 

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