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"Qui bisogna sparare". A Voghera un altro assessore leghista invocava l'uso delle armi nella chat col sindaco

Valerio Valentini

Un mese prima dell'omicidio di "Musta" per mano del leghista Adriatici, un altro esponente della giunta di centrodestra, parlando coi suoi colleghi e la prima cittadina Garlaschelli, suggeriva soluzioni estreme. "Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio"

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"Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio". Evidentemente l'idea, per quanto assurda, veniva accarezzata spesso. A Voghera, tra gli esponenti della giunta di centrodestra, il ricorso alle armi contro migranti nordafricani era una suggestione che ricorreva. Che è ricorsa, quanto meno, già il 26 giugno scorso, e cioè quasi un mese prima di quella notte tra il 20 e il 21 luglio in cui Massimo Adriatici avrebbe ucciso con un colpo di pistola Youns El Boussettaoui, 39enne marocchino con disturbi mentali. Il 26 giugno invece Adriatici era fuori con amici e parenti a festeggiare il suo compleanno. E dunque, a commentare gli accidenti che avvenivano nella cittadina pavese, c'erano i suoi colleghi di giunta. "Davanti all'Africa Market mega assembramento di tantissimi individui con bottiglie in mano, non si riesce neanche a passare", avvertiva la vicesindaca Simona Virgilio nella chat comune. E Giancarlo Gabba, assessore leghista ai Lavori pubblici, subito interveniva: "Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio". Poco dopo anche il messaggio della sindaca Paola Garlaschelli ai suoi assessori: "Ma non abbiamo nessuno di turno in Polizia locale?". Non ritenendo, comunque, di dover stigmatizzare l'incitamento alle armi di Gabba.

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"Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio". Evidentemente l'idea, per quanto assurda, veniva accarezzata spesso. A Voghera, tra gli esponenti della giunta di centrodestra, il ricorso alle armi contro migranti nordafricani era una suggestione che ricorreva. Che è ricorsa, quanto meno, già il 26 giugno scorso, e cioè quasi un mese prima di quella notte tra il 20 e il 21 luglio in cui Massimo Adriatici avrebbe ucciso con un colpo di pistola Youns El Boussettaoui, 39enne marocchino con disturbi mentali. Il 26 giugno invece Adriatici era fuori con amici e parenti a festeggiare il suo compleanno. E dunque, a commentare gli accidenti che avvenivano nella cittadina pavese, c'erano i suoi colleghi di giunta. "Davanti all'Africa Market mega assembramento di tantissimi individui con bottiglie in mano, non si riesce neanche a passare", avvertiva la vicesindaca Simona Virgilio nella chat comune. E Giancarlo Gabba, assessore leghista ai Lavori pubblici, subito interveniva: "Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio". Poco dopo anche il messaggio della sindaca Paola Garlaschelli ai suoi assessori: "Ma non abbiamo nessuno di turno in Polizia locale?". Non ritenendo, comunque, di dover stigmatizzare l'incitamento alle armi di Gabba.

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E magari si potrebbe derubricare il tutto a semplice caduta di stile, per quanto indecorosa, nel contesto di una chat riservata. Se non fosse, però, che poche settimane dopo, qualcuno a sparare ha provveduto sul serio. Perché Adriatici proprio con un colpo di pistola, in circostanze che andranno ancora verificate dalla magistratura, ha ucciso El Boussettaoui. La cui morte non induceva poi un'altra assessora, Francesca Miracca, a evocare scenari analoghi in vista delle manifestazioni di solidarietà alla vittima indette nei giorni seguenti a Voghera. "Domani spariamo davvero", diceva la titolare del Commercio, leghista pure lei, parlando con gli avventori della sua trattoria in nostra presenza

 

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Proprio nei giorni scorsi, dopo un lungo rimuginare agostano, Garlaschelli ha deciso di prendere provvedimenti varando un rimpasto di giunta. Riassegnando le deleghe di Adriatici e costringendo anche la Miracca a un passo indietro. Chissà che ora non tocchi meditare anche sulla sostituzione di Gabba. Che la via delle armi la predicava già un mese prima che qualcuno decidesse di imboccarla. 

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