l'intervista

"Così va cambiato il Recovery". Parla Guidesi, la mente leghista dello Sviluppo economico

Valerio Valentini

I progetti da correggere. Il nodo del "piccolo è bello" caro al Carroccio. Un pass per far tornare subito al lavoro i vaccinati. Alitalia, su cui bisogna scegliere "nella direzione del mercato". E la Pa da riformare dopo Quota 100. Il colloquio con l'assessore lombardo allo Sviluppo

Forse è un segno dei tempi che corrono, di draghismo dilagante, ma Guido Guidesi, assessore lombardo allo Sviluppo economico, responsabile della Lega per le Attività produttive, dice che è proprio in nome dell’europeismo che si spiegano le prese di posizione  più polemiche del Carroccio delle ultime ore. “Perché sul Codice degli appalti chiediamo che l’Italia adotti semplicemente le normative comunitarie. Quanto ai vaccini, se plaudiamo alla scelta dell’Austria, lo facciamo perché l’Ue deve darsi una mossa. Altrimenti anche la scelta della Repubblica ceca di affidarsi allo Sputnik russo diventerebbe una via da percorrere”.

 

Poi, certo, ogni  provocazione va precisata. Perché sì, è vero che la normativa sugli appalti italiana è la più severa d’Europa, ma è pur vero, come si dice, che siamo il paese delle mafie più efficienti. “E’ una narrazione che non accetto”, ribatte Guidesi. “Sia chiaro: i controlli devono essere severi. Ma spesso è proprio nella complicazione burocratica che la criminalità trova il suo terreno più fertile. L’Italia dovrebbe tornare alla normativa europea sugli appalti, perché è necessario semplificare e velocizzare: un’urgenza che diventa ineludibile, di fronte alle scadenze del Recovery plan.

 

E s’arriva così al motivo della chiacchierata: quel Pnrr che è stato licenziato dalla vecchia maggioranza e su cui ora la Lega chiede correzioni concrete. Matteo Salvini pretende  di riscriverlo da capo. “Molte delle linee guida da seguire ce le indica direttamente l’Europa. Più che una revisione di ogni singola voce di spesa, a nostro avviso andrebbe introdotta una modifica di metodo: i vari progetti vanno valutati soprattutto sulla base del loro impatto economico e sulle loro ricadute positive sull’indotto italiano. Un esempio? Puntiamo sull’idrogeno blu prima che su quello verde, perché è su quello blu che il nostro paese può essere davvero competitivo”.

 

E poi? “E poi innovazione e infrastrutture, sono due direttrici su cui bisogna investire anche per permettere alla nostra manifattura di rinnovarsi e di vedersi abbattere i costi di trasporto. L’asse portante della nostra economia del resto è ancora il manifatturiero. Ma troppo spesso, se le imprese capofila sono all’avanguardia, il resto della filiera soffre”. Non sarà anche colpa di una certa cultura del “piccolo è bello”, cara anche a voi della Lega? “La crescita delle imprese non la si fa per decreto. Semmai, le piccole aziende italiane hanno bisogno di una maggiore patrimonializzazione. E gli interventi di sostegno vanno fatti pensando alle varie filiere nel loro complesso, e non  ai singoli comparti”. Quanto alle grandi imprese, il Mise guidato da Giancarlo Giorgetti dovrà occuparsi, tra l’altro, di Alitalia. Sono maturi i tempi per  una decisione definitiva? “Me lo auguro. E spero sia una decisione che vada nella direzione del mercato attuale”.

 

Tra i lasciti del leghismo di governo resta ancora Quota 100, e gli effetti che ha prodotto sulle carenze di organico della Pa. “Rinnovare la Pa è necessario. E non lo si fa addossando le colpe ai precedenti governi, ma puntando sull’abbassamento  dell’età del personale, il che porterà a una maggiore competenza sulle sfide che il Recovery ci pone, come la digitalizzazione. Il mio obiettivo resta quello di una Università per la Pa, sul modello francese. Più concretamente, spero che si affermi una volta per tutte un principio per cui, come avviene nel diritto del lavoro privato, anche nel pubblico si premi il merito e lo spirito di servizio”.

 

Parlamentare ed ex esponente del governo centrale prima, assessore lombardo ora. Dov’è che, visto con gli occhi di Guidesi, il rapporto tra Roma e le regioni s’inceppa? “Nel momento in cui il confronto esce da un contesto istituzionale e viene avvelenato dalla polemica politica. Devo dire che il cambio di metodo apportato dall’arrivo di Mario Draghi è palpabile, anche perché è coinciso con la sostituzione di alcune persone, da ultimo il commissario straordinario, che non avevano affatto agevolato il dialogo tra il governo e la giunta. Dopodiché, spero in un cambio di passo anche nel merito dei provvedimenti. Dopo un anno di pandemia, bisogna fornire alle persone una prospettiva chiara, che vada oltre le norme settimanali. Se crediamo di poter riavviare davvero la macchina delle vaccinazioni ad aprile, fronteggiando così la terza ondata, si stabilisca fin da ora che le persone vaccinate potranno tornare a lavorare subito. Una sorta di pass occupazionale”. E qui però si viene al problema dei vaccini. La Repubblica ceca ha annunciato il ricorso allo Sputnik. “Credo che sia la strada che anche l’Italia potrebbe seguire laddove l’approvvigionamento dei vaccini a livello europeo continuasse così a rilento”.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.