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Michele Emiliano, aspirante tessera n.1 del partito di Conte

Michele De Feudis

Il governatore pugliese tesse la tela della nuova cosa neocentrista tra nomine discusse di consulenti, una rete di liste civiche e innesti vari dai fronti più impensabili 

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Michele Emiliano, magistrato, governatore della Puglia e aspirante 'tessera numero 1' del partito di Giuseppe Conte”: potrebbe essere questo l’incipit di uno dei capitoli della crisi di governo, con Bari diventata città chiave nella riffa acchiappa-senatori responsabili (per i casi Vitali-Minuto-Ciampolillo) e nella definizione del nuovo soggetto politico centrista che ha la bussola nel presidente del Consiglio di Volturara Appula. La “cosa” contiana non c’è ancora, ma sembrerebbe avere già una sede operativa presso la presidenza della Regione Puglia.

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Michele Emiliano, magistrato, governatore della Puglia e aspirante 'tessera numero 1' del partito di Giuseppe Conte”: potrebbe essere questo l’incipit di uno dei capitoli della crisi di governo, con Bari diventata città chiave nella riffa acchiappa-senatori responsabili (per i casi Vitali-Minuto-Ciampolillo) e nella definizione del nuovo soggetto politico centrista che ha la bussola nel presidente del Consiglio di Volturara Appula. La “cosa” contiana non c’è ancora, ma sembrerebbe avere già una sede operativa presso la presidenza della Regione Puglia.

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Emiliano - che ha consolidato il feeling con il premier al tempo del Conte Uno - lavora già da mesi alla costruzione di un sodalizio moderato che dia casa alla miriade di liste civiche che lo hanno sostenuto alle regionali e sta puntellando il progetto sfornando nomine. Nelle ultime ore, infatti, ci sono forti polemiche per aver rinnovato il suo “consiglierificio” con l’innesto di due “trombati” alle regionali e di un ex sindaco di un comune sciolto per mafia: nel tandem c’è l’ex assessore regionale Mino Borraccino (in origine vendoliano, passato con Mdp, delegato al Piano strategico per Taranto) e Rosario Cusmai (coordinatore regionale di Italia in Comune, si occuperà di enti locali), entrambi candidati in liste che non hanno superato lo sbarramento. Poi c’è Angelo Riccardi, già primo cittadino di Manfredonia: nel recente passato esponente Pd (ma da tempo rivale del deputato Michele Bordo, uomo forte del partito dauno), incandidabile alle regionali, ha sostenuto la lista civica “Con Emiliano” ed è stato premiato diventando consigliere per l’Ambiente. Il perimetro della coalizione di maggioranza è un vero miracolo del caudillo Emiliano che, con il suo carisma, tiene insieme il sindaco destrorso di Nardò Pippi Mellone, lo storico comunista Luciano Canfora, il M5S giustizialista con il neoassessore Rosa Barone insieme all’ex sindaco del comune sciolto dal ministero dell’Interno. Sullo sfondo appare qualche flebile malpancismo del centrosinistra e del Pd (Paolo Campo: “Emiliano dovrebbe mostrare una diversa prudenza rispetto al profilo delle personalità da coinvolgere nel suo staff”), ma l’unica che protesta contro la nomina di Riccardi è la senatrice grillina Barbara Lezzi, accesa identitaria con Alessandro Di Battista e Antonella Laricchia. Ecco i suoi strali: “Questa nomina è indecente come coloro che garantiscono, con l’indifferenza, che passi liscia”. La destra di Fdi chiosa la vicenda con Ignazio Zullo: “Poltrone e sofà”

  

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Il Goffredo Bettini del neocontismo pugliese? È un altro consigliere (a titolo gratuito perché in pensione) di Emiliano, l’ex senatore prodiano Giovanni Procacci che da più di un anno ha individuato nell’addizione tra neomoroteismo di Conte e ambientalismo il mix per il soggetto politico che verrà. Assiduo frequentatore della presidenza della Regione è anche il sottosegretario Mario Turco, Ciqnue stelle di osservanza contiana, ufficiale di collegamento con Palazzo Chigi, dove opera in sinergia con Emiliano anche il ministro Francesco Boccia.  

   

È, infine, da considerare acquisita alla causa del nuovo partito l’area neocentrista che mette insieme l’ex sottosegretario già Fi-Ncd Massimo Cassano, l’assessore regionale ex azzurro Gianni Stea, il tesoriere dell’Udc Totò Ruggeri da tempo dialoganti con Bruno Tabacci, e il leader pugliese del Maie, Antonio Tasso (eletto nel M5s ma espulso da Luigi Di Maio per un procedimento giudiziario legato alla presunta masterizzazione illegale di cd-rom). E non si può escludere il coinvolgimento in extremis, stavolta senza Var, anche del senatore ex grillino Lello Ciampolillo, il cui “sì” a Palazzo Madama è stato caldeggiato anche dal governatore pugliese.

    

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