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L'intervista

Conte o non Conte? Rosato ci spiega perché "serve un governo all'altezza"

Valerio Valentini

La crisi di governo, la caccia ai responsabili, le mosse di Renzi e i rapporti col Pd. "Noi non poniamo veti, né li accettiamo. Dicevano che chiedevamo poltrone, ora anche Zingaretti invoca un esecutivo autorevole. E sull'ingresso di Forza Italia noi non diremo mai di no". Parla il presidente di Italia viva

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Il problema non è sui nomi, garantisce. Né sui veti. “Non è per un capriccio personale che le nostre ministre si sono dimesse”, dice Ettore Rosato. Il problema è politico: e va risolto. E così, alle nove di sera della giornata che ha visto Giuseppe Conte recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni, il presidente di Italia viva ribadisce la disponibilità al dialogo e al confronto, ma senza rinnegare le ragioni di una crisi reale. “Ribadiamo che il problema non ha a che vedere con le poltrone e con le antipatie personali, ma con la necessità di dare al paese un governo all’altezza. Su quello, con chi ci sta, siamo pronti a confrontarci”

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Il problema non è sui nomi, garantisce. Né sui veti. “Non è per un capriccio personale che le nostre ministre si sono dimesse”, dice Ettore Rosato. Il problema è politico: e va risolto. E così, alle nove di sera della giornata che ha visto Giuseppe Conte recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni, il presidente di Italia viva ribadisce la disponibilità al dialogo e al confronto, ma senza rinnegare le ragioni di una crisi reale. “Ribadiamo che il problema non ha a che vedere con le poltrone e con le antipatie personali, ma con la necessità di dare al paese un governo all’altezza. Su quello, con chi ci sta, siamo pronti a confrontarci”

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A meno che da Palazzo Chigi non abbiano davvero trovato questo famigerato gruppo di responsabili. “Se hanno trovato soluzioni alternative, facciano pure. Io sto alle comunicazioni ufficiali delle Camere, e al momento non risultano esserci nuovi gruppi. E francamente questa ricerca di parlamentari, che va avanti da ormai più di dieci giorni, mi pare anche poco decorosa per l’onorabilità delle istituzioni. Detto questo, ci atterremo alle scelte che il capo dello stato vorrà prendere. Da parte mia, posso dire che non ho mai visto Matteo Renzi prendere decisioni politiche sulla base di sentimenti umorali, simpatie e antipatie. E spero che questo valga per tutti: perché in discussione qui non è l’orgoglio dei singoli, ma il presente e il futuro del paese”. 

 

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E insomma da parte vostra non è questione di nomi. “Lo andiamo ripetendo da novembre, in ogni sede, che non non poniamo veti sulle singole persone. E come non li poniamo, così neppure li accettiamo. L’idea che qualcuno ha coltivato, di riaccogliere i gruppi di Iv in maggioranza purché si liberassero di Renzi, era e resta una sciocchezza. Iv e Matteo Renzi non sono scindibili”

 

E dunque, essendo interrotto il dialogo tra Renzi e Conte, una riconciliazione in tempi stretti è impensabile? “Io credo che i prossimi giorni serviranno ai partiti di questa coalizione per capire come ridefinire l’agenda per arrivare al 2023”. E per trovare anche il nome di chi questa coalizione di governo sarà chiamato a guidare, però. “I nomi verranno dopo. Prima c’è da definire un nuovo patto di legislatura. Ci dicevano che eravamo noi l’elemento di disturbo, quello che ostacolava il lavoro dell’esecutivo. In queste settimane in cui hanno provato a fare a meno di noi, ho visto molto impegno per trovare i nuovi responsabili, ma i problemi reali del paese non sono stati affrontati. Il nostro Recovery plan è stato bocciato sia dalle istituzioni europee sia dalle parti sociali perché carente nella sua dimensione riformista e privo di una visione. Sulla scuola, che da mesi vive nell’incertezza più assoluta, si è proseguito a vagheggiare soluzioni che non lo erano. Per non dire della sanità. Credo insomma che anche nel Pd si siano accorti che il problema non è quello di porre veti sui nomi, ma di offrire al paese un progetto credibile per uscire dalla pandemia e dalla crisi economica”.

 

Dal Nazareno in effetti l’anatema su Renzi è caduto nelle ultime ore. Si può ipotizzare una relazione meno conflittuale con Iv, adesso? “Io ho stima dei dirigenti del mio ex partito. E so benissimo che le critiche che abbiamo fatto, nel merito, le condividevano e le condividono anche loro. Per settimane abbiamo indicato problemi e storture, e per farci ascoltare, per ribadire l’urgenza di una svolta, le nostre ministre Bellanova e Bonetti e il nostro sottosegretario Scalfarotto hanno compiuto un atto di coraggio e di dignità rari. Perché così, con ritardi e tentennamenti e puntigli ideologici, non si poteva andare avanti, tanto più in una fase d’emergenza. Anche il Pd riconosce ormai che serve un salto di qualità. Nicola Zingaretti ieri ha evocato la necessità di un governo autorevole. Condivido il suo appello”. 

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Ma è un appello rivolto anche a un pezzo del centrodestra? Anche nel Pd guardano con favore a un possibile coinvolgimento di Forza Italia. “E certo non saremo mai noi a opporci a un allargamento della maggioranza alla componente più moderata del centrodestra, purché avvenga su un programma chiaro e condiviso. Sul Recovery, poi, credo che ci sia bisogno, nel rispetto dei ruoli, di coinvolgere davvero tutte le forze parlamentari. Si tratta di un piano che sopravviverà a questo e al prossimo governo, che determinerà lo sviluppo del paese nei prossimi decenni: tutti quelli che vogliono dare una mano vanno ascoltati e coinvolti”.

 

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Cosa fa, onorevole Rosato, si mette anche lei a cercare di convincere i “volenterosi”? “Ma questo non c’entra niente con la caccia ai responsabili. Spero anzi che questo spettacolo finisca subito, si metta da parte il pallottoliere e si torni a parlare di politica”.

 

A proposito di politica, allora: chi sarà il prossimo premier? Di nuovo Conte? Oppure Luigi Di Maio? O un esponente del Pd, come Lorenzo Guerini o Dario Franceschini? O, magari, una figura istituzionale come quella di Marta Cartabia? “Sarà quello maggiormente capace di cucire e mediare, durante questi giorni e nei prossimi anni”.

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