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il soccorso dem per Giuseppi

"Il decimo non si trova". Così il Pd presta a Conte una senatrice per il nuovo gruppo

L'operazione "costruttori" langue, per ora. Nei dieci componenti del nuovo gruppo di Palazzo Madama, ci sono tutti senatori che già hanno votato la fiducia del 19 gennaio, quando ci si fermò a 156 Sì. Il pallottoliere non si smuove

Valerio Valentini

E' Tatjana Rojc l'esponente che i dem inseriscono temporanemante nella formazione "Europeisti-Maie-Cd", così da consentirne la nascita in extremis. "Sono pronta a tornare nel mio partito appena possibile. Ma per ora un atto di responsabilità per tutelare la mia minoranza slovena", ci dice

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Il nome è altisonante: "Europeisti-Maie-Centro democratico". Ma che l'operazione non nasca esattamente come poderosa, lo dimostra il fatto che s'era impantanata proprio a un passo dal primo parziale traguardo. E così, quando tutto il quadro sembrava compiersi, giusto in tempo per consentire al presidente della Repubblica di aggiornare il calendario delle consultazioni al Quirinale, il tassello finale non si riusciva a trovare: "Manca il decimo", sbuffavano nella tarda serata di ieri gli emissari di Palazzo Chigi. E il decimo era necessario: perché dieci è appunto il numero minimo di componenti necessari per costituire un nuovo gruppo al Senato. Nella fattispecie il gruppo in sostegno di Giuseppe Conte. Ma tra i molti liberali, europeisti, socialisti, popolari, riformisti sondati, corteggiati, blanditi, il decimo non salta fuori. S'era sfilata Sandra Lonardo, s'era schermito anche Sandro Ruotolo. E insomma, che fare? Ecco allora l'idea: chiediamo il soccorso del Pd. Dove ora già ci scherzano: "E' un prestito a parametro zero, e con diritto di riscatto".

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Il nome è altisonante: "Europeisti-Maie-Centro democratico". Ma che l'operazione non nasca esattamente come poderosa, lo dimostra il fatto che s'era impantanata proprio a un passo dal primo parziale traguardo. E così, quando tutto il quadro sembrava compiersi, giusto in tempo per consentire al presidente della Repubblica di aggiornare il calendario delle consultazioni al Quirinale, il tassello finale non si riusciva a trovare: "Manca il decimo", sbuffavano nella tarda serata di ieri gli emissari di Palazzo Chigi. E il decimo era necessario: perché dieci è appunto il numero minimo di componenti necessari per costituire un nuovo gruppo al Senato. Nella fattispecie il gruppo in sostegno di Giuseppe Conte. Ma tra i molti liberali, europeisti, socialisti, popolari, riformisti sondati, corteggiati, blanditi, il decimo non salta fuori. S'era sfilata Sandra Lonardo, s'era schermito anche Sandro Ruotolo. E insomma, che fare? Ecco allora l'idea: chiediamo il soccorso del Pd. Dove ora già ci scherzano: "E' un prestito a parametro zero, e con diritto di riscatto".

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L'imprestata del caso è Tatjana Rojc, scrittrice triestina ma di origini slovene, eletta nel 2018 nelle file del Pd come indipendente e attualmente alla sua prima legislatura. E' lei la decima. "Mi è stato chiesto - ci dice - come un atto di responsabilità nei confronto del paese che vive una situazione di così drammatica emergenza. E non mi sono sottratta, pur restando fermamente esponente del mio partito". Un servizio a tempo, però. "Sì, il mio contributo è stato necessario per arrivare a dieci. Ma quando dovessero arrivare nuovi esponenti, io tornerei nel gruppo del mio partito, che è e resta il Pd"

 

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Insieme a lei, per ora, nel gruppo ci saranno altri nove esponenti. Raffaele Fantetti ne sarà presidente, e del resto è stato lui - avvocato romano ma londinese di adozione, legato all'ex capo di gabinetto dell'ex ministro Mammì, eletto all'Estero nelle file di Forza Italia col contributo del leghista Guglielmo Picchi, poi transitato nel Maie - a far nascere "Italia23", un'associazione che si propone come un primo possibile "partito di Conte". Il vicepresidente del gruppo sarà Andrea Causin: un passato nei Popolari e nella Margherita, quindi Pd, poi Scelta civica con Monti, dunque Forza Italia e ora "costruttore", così come Maria Rosaria Rossi, pure lei proveniente dal gruppo di FI, già segretaria particolare del Cav. in quel di Arcore. Saverio De Bonis e Maurizio Buccarella, Gregorio De Falco e Gianni Marilotti: quattro ex grillini, usciti dal M5s e ora di nuovo alla corta di Conte. Poi c'è Ricardo Merlo, italoargentino e titolare del simbolo del Maie, sottosegretario agli Esteri nel governo gialloverde come in quello rossogiallo, residente a Buenos Aires come pure Alberto Cario, eletto anche lui all'estero e presidente dell'Associazione calabresi residenti nella capitale argentina. 

 

Nove, appunto. Ed ecco allora il soccorso rosso. "Da rappresentante della minoranza slovena - ci dice la Rojc, da poco intervenuta nell'Aula di Palazzo Madama per celebrare il centenario del Pci - sento il dovere di tutelare la prosecuzione della legislatura, evitando il rischio sciagurato delle elezioni anticipate. Col taglio dei parlamentari e senza una adeguata legge elettorale proporzionale, si finirebbe per mettere a repentaglio la salvaguardia delle minoranze in Parlamento. E d'altro canto io sono profondamente europeista, per cui in un gruppo che si richiama a questo valore non faccio fatica a entrare".

 

Resta il fatto che, al netto del nuovo gruppo, i numeri per Conte non si smuovono affatto. I dieci componenti del nuovo gruppo, erano già tutti nel computo della maggioranza. Tutti, insomma, avevano già votato la famosa fiducia del 19 gennaio, quella con 156 Sì. 

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