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la giornata della verità

Dove porta la caccia ai responsabili di Conte

La ricerca convulsa di un drappello di eletti con cui rimpiazzare Italia viva. La perplessità del Colle. Il pallottoliere di Palazzo Madama e il giallo del Nazareno sull'ipotesi di voto anticipato

Valerio Valentini

Le minacce di Palazzo Chigi: "Se Renzi rompe, è finita". Le telefonate di Casalino ai parlamentari del M5s: "Usciamo in batteria contro Iv". La contrarietà del Pd (e del Colle) a maggioranze raccogliticce. I contatti tra il Nazareno e il Cav. E il senatore di Scandicci per ora tiene il punto: "E' crisi"

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C'è la possibilità che sia un bluff: minacciare una soluzione alternativa per disinnescare la minaccia di Matteo Renzi. Deterrenza pura, insomma. E poi c'è l'ipotesi che sia tutto vero: che, cioè, una nuova pattuglia di responsabili con cui neutralizzare Itali viva ci sia davvero. E infine c'è lo scenario del tracollo: quello che porterebbe alle elezioni anticipate, che in verità nessuno sembra desiderare davvero. Eccola, la giornata della resa dei conti, col Cdm di stasera che dovrebbe sancire la rottura di Italia viva dopo l'approvazione del Recovery plan. Una giornata da cui non si tornerebbe indietro, stando alla narrazione offerta da Palazzo Chigi.

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C'è la possibilità che sia un bluff: minacciare una soluzione alternativa per disinnescare la minaccia di Matteo Renzi. Deterrenza pura, insomma. E poi c'è l'ipotesi che sia tutto vero: che, cioè, una nuova pattuglia di responsabili con cui neutralizzare Itali viva ci sia davvero. E infine c'è lo scenario del tracollo: quello che porterebbe alle elezioni anticipate, che in verità nessuno sembra desiderare davvero. Eccola, la giornata della resa dei conti, col Cdm di stasera che dovrebbe sancire la rottura di Italia viva dopo l'approvazione del Recovery plan. Una giornata da cui non si tornerebbe indietro, stando alla narrazione offerta da Palazzo Chigi.

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Da dove, sin dal mattino, gli umori che trapelano vanno proprio in quella direzione. "Ci sono i responsabili, Matteo Renzi non è più decisivo", affermano dallo staff di Conte. "I numeri ci sono, e anche il Pd capirà che quella dei responsabili è l'unica strada", ribadiscono i ministri grillini più in sintonia col presidente del Consiglio. Ed è per questo che, dal fortino del premier, sono partite le telefonate. "Dovete uscire per dire che, se Renzi ritira le ministre, allora con lui i giochi sono chiusi", si sono sentiti dire parlamentari e sottosegretari del M5s dal portavoce di Conte, Rocco Casalino. E allora ecco le note stampa, i tweet e i posti sui social: un profluvio di dichiarazioni per intimare al leader di Italia viva di fermarsi prima di ufficializzare la rottura.

 

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Una tattica, quella adottata a Palazzo Chigi, che ha tre possibili sblocchi. Il primo è quello delle elezioni anticipate. Paventare l'impossibilità di risanare uno strappo, attribuire al senatore di Scandicci la responsabilità del tracollo della coalizione, potrebbe portare appunto alle urne anticipate. Una soluzione, però, che nel corpaccione parlamentare del M5s viene vista con assoluta ostilità. E perfino nel Pd, da cui pure si prospettava un possibile esito elettorale della crisi, al dunque questa opzione appare accantonata. E' bastato che Marco Miccoli, fedelissimo di Nicola Zingaretti e membro della sua segreteria, parlasse di possibili elezioni a giugno, perché nel gruppo dei deputati dem scattasse la sommossa

 

L'altra soluzione è quella dei responsabili, appunto. A Palazzo Chigi ci lavorano da settimane, così da togliere a Renzi il potere di ricatto sulla coalizione. E, stando a quanto garantisce a Conte chi controlla il pallottoliere dell'Aula di Palazzo Madama, i numeri ci sarebbero. Da Forza Italia ne arriverebbero dodici, stando a quanto spiegano ai colleghi del Pd Renato Brunetta e Renata Polverini, due dei registi dell'operazione che pure stanno a Montecitorio. Gli altri bisognerebbe andarli a pescare nel Misto, e tre arriverebbero da Italia viva. Operazione rischiosissima, visto che la pattuglia di Iv è costituita da 18 senatori, al momento. Ma al di là dell'aritmetica, c'è la politica. E sono proprio le ragioni della politica ad alimentare la perplessità del Pd su questa soluzione. Perché sostenere un'altra maggioranza pasticciata, con la necessità di mediare con una pattuglia di ex berlusconiani in libera uscita, fronteggiando anche le bordate di un Renzi che andrebbe all'opposizione, dal Nazareno viene considerata un'idea malsana. Tanto più che il Quirinale, sia pur non ponendo alcun veto formale su una simile manovra, non la considererebbe certo con entusiasmo. Anche per questo Zingaretti, insieme al suo vice Andrea Orlando e al capo delegazione Dario Franceschini, ha convocato per questo pomeriggio una riunione in videoconferenza coi capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio ed Andrea Marcucci. L'unica disponibilità a modificare il perimetro della maggioranza, da parte del Nazareno, prevederebbe un ingresso cospicuo di parlamentari da Forza Italia. E anche per questo Goffredo Bettini è in contatto costante col quartier generale del Cav.. E anche per questo, scendendo per li rami, dei senatori azzurri, come il carfagnano Andrea Cangini, si sono visti chiamare da esponenti dem per ragionare di un possibile ingresso in blocco di forzisti liberali nei ranghi della maggioranza. Offerta, al momento, caduta nel vuoto. 

 

C'è infine il terzo scenario: quello che presuppone una strategia della deterrenza. Minacciare la resa dei conti in caso di rottura di Renzi, cioè, servirebbe a dissuadere il leader di Italia viva dal consumare lo strappo. "Solo così, facendogli capire che non siamo disposti a fare nuovi accordi con chi affossa questo governo, possiamo pensare di fermarlo", dice un membro di governo del M5s. Quanto a lui, Renzi ribadisce che la decisione è ormai già presa, ed è di quelle irrevocabili: al termine del Cdm di stasera la sue ministre, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, si ritireranno dalla delegazione di governo. "Al più tardi domattina", lascia trapelare l'ex premier. E già questo, a Palazzo Chigi, viene accolto  come l'indizio di un ravvedimento. 

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