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il caos grillino

Il M5s si spacca in Piemonte. Possibili smottamenti anche in Parlamento

Domenico Di Sanzo

Nella regione sabauda due grillini lasciano il Movimento: la pasionaria Frediani e l'ex candidato presidente Bertola. "Abbiamo rinunciato alle nostre battaglie, non ha senso restare", ci dicono. Il nodo della Tav e la rottura durante le ultime elezioni. Possibili ripercussioni anche in Parlamento

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E meno due in Piemonte. Il M5s continua a perdere pezzi. Sia in Parlamento sia sul territorio. Le ultime defezioni, annunciate stamattina, hanno però un valore simbolico. Primo: si tratta di due consiglieri regionali eletti in Regione Piemonte, una delle "regioni-pilota" dei Cinque Stelle ai suoi albori. Dove, complice l'attenzione sul tema della Tav, i grillini elessero ormai dieci anni fa alcuni tra i loro primi rappresentanti nelle istituzioni. Secondo: Francesca Frediani e Giorgio Bertola non sono di certo da annoverare tra gli ultimi arrivati nella galassia pentastellata, non solo piemontese.

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E meno due in Piemonte. Il M5s continua a perdere pezzi. Sia in Parlamento sia sul territorio. Le ultime defezioni, annunciate stamattina, hanno però un valore simbolico. Primo: si tratta di due consiglieri regionali eletti in Regione Piemonte, una delle "regioni-pilota" dei Cinque Stelle ai suoi albori. Dove, complice l'attenzione sul tema della Tav, i grillini elessero ormai dieci anni fa alcuni tra i loro primi rappresentanti nelle istituzioni. Secondo: Francesca Frediani e Giorgio Bertola non sono di certo da annoverare tra gli ultimi arrivati nella galassia pentastellata, non solo piemontese.

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Bertola l'anno scorso era stato candidato governatore. E proprio durante quella campagna elettorale sono cominciati i suoi problemi con il gruppo dirigente nazionale del M5s. Considerato un "governista", a Bertola però non è mai andato giù il metodo con cui è stata condotta la campagna per le regionali, e più volte ha sostenuto di essersi sentito abbandonato dai vertici. Eppure oggi si traveste da identitario e commenta così con Il Foglio la sua uscita: "Direi che vado via perché il M5s ha avuto un'evoluzione negativa, rinunciando a tutte le sue battaglie identitarie. Ogni volta che la complessità dell'azione di governo ha richiesto un passo indietro da parte di qualcuno, l'abbiamo fatto sempre noi, e da piemontese penso sicuramente alla Tav".

 

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L'addio di Francesca Frediani invece era considerato come scontato da tempo. Frediani è stata la prima capogruppo grillina a Palazzo Lascaris ed è considerata tra i portabandiera dei "duri e puri" sull'alta velocità, vicina anche alla deputata Jessica Costanzo, tra le animatrici della fronda sul Mes delle scorse settimane. E non è escluso che le due defezioni piemontesi possano innescare un piccolo smottamento anche in Parlamento. In un momento in cui il tema della Tav è tornato di attualità politica, dopo l'astensione dei grillini in commissione alla Camera e al Senato sull'accordo internazionale con l'Ue per il finanziamento della Torino-Lione. Frediani, contattata al telefono, ci scherza su "Tutti si aspettavano il mio abbandono, forse ci speravano". E ancora la Tav: "C'è gente in galera e ai domiciliari, ma per il M5s la Tav è diventato ormai un tema da ignorare".

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