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manovre di palazzo

La geografia del partito di Conte, che non c'è eppure esiste

Il rischio di una conta in Aula, coi centristi indecisi sul da farsi. "Occhio, che Conte cerca le elezioni", dice Rotondi. Lo scetticismo del Pd sull'eventuale staffetta: "Con Renzi all'opposizione, diventa tutto più difficile"

Valerio Valentini

Per ora esiste un sito: "Italia23". Ma dietro c'è di più, o forse niente. Obiettivo: sterilizzare Renzi. L'attivismo di Tabacci e D'Incà. Nomi e volti dei pretoriani di Giuseppi. Che s'informa e osserva, e per ora tentenna

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Bruno Tabacci, uno che la politica la mastica e che con Giuseppe Conte parla spesso, l’appello ha voluto lanciarlo in Aula: “Compete al premier assumere un’iniziativa per stabilizzare la maggioranza, chiarendo i confini politici in cui si muove il governo”, ha scandito due giorni fa il deputato del Centro democratico. E magari il fu avvocato del popolo presto o tardi deciderà di rompere gli indugi, come gli suggeriscono in molti. Ma intanto, nel tentennare del supposto generale, succede che l’intendenza si mette in proprio. Ed è così che Raffaele Fantetti ha creato “Italia23”: incubatore di un contismo ancora incerto sul venire alla luce. 

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Bruno Tabacci, uno che la politica la mastica e che con Giuseppe Conte parla spesso, l’appello ha voluto lanciarlo in Aula: “Compete al premier assumere un’iniziativa per stabilizzare la maggioranza, chiarendo i confini politici in cui si muove il governo”, ha scandito due giorni fa il deputato del Centro democratico. E magari il fu avvocato del popolo presto o tardi deciderà di rompere gli indugi, come gli suggeriscono in molti. Ma intanto, nel tentennare del supposto generale, succede che l’intendenza si mette in proprio. Ed è così che Raffaele Fantetti ha creato “Italia23”: incubatore di un contismo ancora incerto sul venire alla luce. 

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L’associazione è stata fondata l’11 dicembre, un mese e mezzo dopo che Fantetti, senatore eletto all’estero con Forza Italia, aveva abbandonato il Cav. per aderire al Maie. E ammicca alle ambizioni politiche di Conte fin dal nome. Perché “Italia 2023” è stata una suggestione più volte evocata, dal premier: un “piano”, una “agenda”, che di tanto in tanto ricompariva nelle sue interviste, come ad alludere alla scadenza naturale della legislatura, che poi è l’unica cosa che conta davvero, nel Palazzo. “Ma per carità, è solo un think tank, il nostro”, si schermisce Fantetti, aspirante aggregatore di “responsabili”. Ma che la sua operazione abbia a che vedere col mercanteggio d’uomini dell’Aula, lo dimostra il fatto che il sito della sua associazione ha un menù riservato ai gruppi parlamentari. Pagina ancora bianca, al momento. Ma non perché non si stia già tentando di arricchirla, se è vero che perfino tra i deputati e i senatori di Italia viva, tra quelli almeno che vengono considerati “scettici”, si prova a pescare. Alcuni di loro si sono addirittura sentiti blanditi, da Fantetti e non solo, con argomenti che s’aggiravano intorno ai futuri guai giudiziari dei genitori di Matteo Renzi. Come a dire: meglio mollarlo subito. 

 

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E certo all’operazione “stabilità”, a Palazzo Madama, in tanti sono interessati. Ci lavorano, con variabile convinzione, anche altri ex forzisti: dai totiani Romani, Quagliariello e Berutti, che restano sulla faglia più centrale del centrodestra, fino a Sandra Lonardo. E poi Paola Binetti e Antonio Saccone, quel manipolo rimasto legato al democristianissimo Lorenzo Cesa, di cui fa parte anche Antonio De Poli. Di qui si partirebbe, insomma, per attrarre anche gli ex grillini, come Gianni Marilotti, Luigi Di Marzio, o Gregorio De Falco

 

Lo scopo resta sempre quello: “Bisogna togliere a Renzi il potere di ricatto”, si sentono dire i deputati del Misto contattati in questi giorni da chi, come Tabacci, fila la lana a Montecitorio, tenendo poi puntualmente aggiornato il premier sul pallottoliere che muta. Sul quale vigila, peraltro, anche il ministro grillino Federico D’Incà, scudiere in chief di Giuseppi in Aula e in Transatlantico, che non a caso suggerisce ai fuoriusciti del M5s di bussare alla porta di quelle componenti del Misto più filogovernative: il Centro democratico, in cui non a caso sono da poco entrate le ex stellate Gloria Vizzini ed Elisa Siragusa, e il Maie, appunto, dove ad attivarsi per procacciare voti a Conte è Antonio Tasso, ex grillino che col giurista di Volturara vanta una prossimità innanzitutto territoriale, essendo nato nella vicina Manfredonia. E se mai prendesse forma, questo gruppo, D’Incà e Tabacci puntano a coinvolgere anche forzisti in fuga, come Deborah Bergamini e Renata Polverini, o Osvaldo Napoli. Il quale  sconsiglia però i facili entusiasmi: “I movimenti ci sono, ma tra il dire e il fare...”.

 

Tra il dire e il fare, in effetti, ci sono le contorsioni di questa legislatura. Perché i totiani ammiccano a Conte, sì, ma al tempo stesso pensano a una “cosa nuova” da fare insieme a Mara Carfagna dentro il perimetro del centrodestra. Perché il Maie è centrale, in queste manovre di retrobottega, ma Tabacci - centrale anche lui - non vuole avere nulla a che fare col sottosegretario Riccardo Merlo, che del Maie è il terminale governativo. E perché, quand’anche la sostituzione di Iv coi nuovi responsabili riuscisse, nel Pd non la accetterebbero. “Resteremmo a sostenere il governo del ‘dentro tutti’, mentre Renzi si aggiungerebbe ai picconatori di fuori”, spiegano gli emissari di Graziano Delrio.

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Sempre che poi non abbia ragione quell’altra vecchia volpe di Gianfranco Rotondi. “Guardate - va ripetendo - che se Conte arriva in Aula per la resa dei conti con Renzi, non lo fa per rimpiazzarlo. Lo fa per arrivare alla crisi, salire al Colle e gestire le elezioni da Palazzo Chigi con una sua lista”. L’Italia23, con due anni d’anticipo?

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