PUBBLICITÁ

Ecologista di Dio. L'anima bianca della Francia verde

Mauro Zanon

La sorpresa verde nel recente voto francese ha un cuore cattolico. E non è solo per Papa Francesco

PUBBLICITÁ

Il trionfo di Europe écologie les Verts (Eelv) alle elezioni comunali del giugno scorso ha fatto scorrere molto inchiostro a Parigi. Ma in pochi si sono soffermati su un aspetto assolutamente centrale per capire l’anima e il pensiero di Eelv: l’influenza del cristianesimo nel progetto di ecologia politica portato avanti dai Verdi francesi. “L’incrocio tra ecologia e cattolicesimo è ancora un tema poco studiato”, ha spiegato al Monde Ludovic Bertina, professore di scienze politiche. Poco studiato e sottovalutato, come emerge dalla ricerca della studiosa Vanessa Jérôme, che ha constatato una “presenza preponderante” di cattolici e figli dell’associazionismo cattolico all’interno di Eelv.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Il trionfo di Europe écologie les Verts (Eelv) alle elezioni comunali del giugno scorso ha fatto scorrere molto inchiostro a Parigi. Ma in pochi si sono soffermati su un aspetto assolutamente centrale per capire l’anima e il pensiero di Eelv: l’influenza del cristianesimo nel progetto di ecologia politica portato avanti dai Verdi francesi. “L’incrocio tra ecologia e cattolicesimo è ancora un tema poco studiato”, ha spiegato al Monde Ludovic Bertina, professore di scienze politiche. Poco studiato e sottovalutato, come emerge dalla ricerca della studiosa Vanessa Jérôme, che ha constatato una “presenza preponderante” di cattolici e figli dell’associazionismo cattolico all’interno di Eelv.

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

 

 

L’abbraccio tra cattolicesimo e ambientalismo risale ai primi anni Settanta, ma inizia a essere più visibile con i nuovi volti che la formazione ecologista ha portato alla ribalta. A partire da Pierre Hurmic, sindaco di Bordeaux, che non perde occasione per rivendicare la sua fede cattolica, o Léonore Moncond’huy, sindaca di Poitiers, che ha riconosciuto l’importanza dello scoutismo cristiano nella sua vita. Éric Piolle, primo cittadino di Grenoble, dice di non essere credente, ma allo stesso tempo di “non poter fare a meno della spiritualità” e di accompagnare ogni domenica a messa la moglie. Come raccontato ieri dal Monde, anche tre pilastri della vecchia guardia di Eelv, Cécile Duflot, Gilles Lemaire e Jean-Luc Benhamias hanno sempre posto l’accento sul loro percorso formativo nella Jeunesse ouvrière chrétienne (Joc), nella Jeunesse étudiante chrétienne (Jec) e nel movimento scout degli Éclaireures unionistes. E gli ex eurodeputati José Bové e Noël Mamère, pur essendo atei, hanno sottolineato l’influenza fondamentale dei teologi Jacques Ellul e Bernard Charbonneau sulla loro dottrina politica.

 

“Fra i cristiani, fin dagli anni Settanta, ci sono stati dei pionieri dell’ecologia. Ero uno di loro”, ha scritto lo storico delle religioni Odon Vallet nell’opera collettiva “François. Le pape vert”, dedicata all’enciclica verde di Papa Francesco “Laudato si’”. “Nel 1974, sono stato il rappresentante di René Dumont (il primo candidato francese a essersi presentato alle presidenziali con l’etichetta verde, ndr) presso la Commission nationale de contrôle de l’élection présidentielle”, ha aggiunto Vallet. Queste dichiarazioni, scrive il Monde, costituiscono una sorta di “mini-rivoluzione” sul versante sinistro del panorama politico. Perché mai nel Partito comunista francese, nel Partito socialista o nella France insoumise è stato visto di buon occhio mostrare la propria fede religiosa. Il solido legame tra cattolici e ecologisti si spiega anzitutto con la condivisione delle stesse preoccupazioni, a cominciare dalla preservazione dell’ambiente. Nei discorsi dell’ex pontefice Benedetto XVI, e soprattutto nel suo celebre intervento al Bundestag, era già stata messa in risalto l’attenzione del Vaticano per l’ambiente.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

 

 

L’enciclica in cui Francesco ha denunciato l’“antropocentrismo dispotico” che non si interessa alle altre creature, ha contribuito a rafforzare il sodalizio cattolico-ecologista. C’è infine una biblioteca in comune, una serie di grandi personaggi che dagli anni Settanta fanno coincidere le loro battaglie. Théodore Monod, saggista ed esploratore noto per i suoi libri sul Sahara, ha scritto a venticinque anni una raccolta di preghiere, e durante la sua vita è stato un militante molto attivo da membro della Ligue française des droits de l’animal. “Quando avevo 17-18 anni, la lettura dei suoi libri è stata decisiva. Mi ha insegnato che non si transige con la propria coscienza”, ha detto al Monde François Mandil, membro di Eelv. Anche Ivan Illich, pensatore austriaco di confessione cattolica e autore de “La convivialità”, figura tra le bussole intellettuali di quel mondo francese che unisce cattolicesimo ed ecologismo. Così come il filosofo italiano Lanza del Vasto, discepolo cristiano di Gandhi attivista nonviolento e fondatore delle Cominità dell’Arca, sul modello degli ashram gandhiani, che con la loro riflessione sul rapporto tra uomo e natura hanno influenzato anche molto del cattolicesimo “radicale” francese.

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ