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I personaggi

Raggi e Sala, i destini dei sindaci alla caccia del bis a Roma e Milano

Da una parte la grillina destinata sulla carta a una sconfitta, dall'altra il manager condannato a rivincere

Simone Canettieri

Entrambi si sono autocandidati. La grillina lo ha fatto lo scorso agosto quasi di soppiatto per giocare d'anticipo; l'annuncio del manager è arrivato ieri davanti a Fedez e Chiara Ferragni. Entrambi, al momento, non hanno (quasi) avversari

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Distanti, eppure in campo. Al momento (quasi) senza avversari. Virginia Raggi e Beppe Sala, i sindaci di Roma e Milano che provano a perpetrarsi. Con un unico punto in comune: la grillina non farà accordi con il Pd al primo turno, il manager dem non ne vuol sapere di stringere intese, se non prima del ballottaggio, con il M5s. 

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Distanti, eppure in campo. Al momento (quasi) senza avversari. Virginia Raggi e Beppe Sala, i sindaci di Roma e Milano che provano a perpetrarsi. Con un unico punto in comune: la grillina non farà accordi con il Pd al primo turno, il manager dem non ne vuol sapere di stringere intese, se non prima del ballottaggio, con il M5s. 

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Roma e Milano, ancora una volta si intrecciano. Si sfidano. Con due personaggi agli antipodi. Appunti su due autocandidature diverse che si guardano allo specchio, ma senza parlarsi. 

 

Virginia Raggi lo scorso 10 agosto anticipa al Foglio.it la sua intenzione di cercare il bis in Campidoglio. L'annuncio viene dato dalla sindaca, dopo poco, alla sua maggioranza riunita su Zoom. Con questa mossa, quasi di soppiatto, Raggi anticipa tutti: compresi i vertici del Movimento che saranno poi costretti a cambiare le regole interne permettendole così un altro giro (tecnicamente è al secondo mandato).  Da quel momento, siamo ad agosto, Roma entra in campagna elettorale. Permanente. A oggi l'unico avversario di Raggi è Carlo Calenda, leader di Azione, alla ricerca del sostegno del Pd, che stenta ad arrivare. Il centrodestra danza sul nome di Guido Bertolaso, ma manca ancora l'ufficialità. Tutto è sospeso. In attesa della sentenza di secondo grado nel processo Marra in cui Raggi è imputata. Anche se in caso di condanna ha già detto che correrà lo stesso, con tanti saluti a chi nel M5s non lo vorrebbe, spalancando l'accordo con il Pd.  

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Beppe Sala, invece, ieri ha rotto gli indugi. In un giorno molto particolare per Milano, la cerimonia dell'Ambrogino d'oro. Testimoni di queste promesse nozze bis con Palazzo Marino sono stati Chiara Ferragni e Fedez, che hanno ricevuto il premio simbolo della buona milanesità. Da quanto trapelato in queste ore la decisione del manager è stata molto sofferta, frutto di una riflessione di dieci mesi. La città che vuole governare per altri cinque anni sarà totalmente diversa rispetto a quella che la vide trionfare contro Stefano Parisi nel 2016. Una città che dovrà rinascere dopo la batosta della pandemia che tante vittime ha mietuto in Lombardia, che tanto ha cambiato la fisionomia della locomotiva d'Italia. Al momento Sala sembra essere condannato a vincere di nuovo. Il M5s tergiversa ma non potrà appoggiarlo. Anche il centrodestra non ha le idee chiarisssime, ancora. Si sa, solo che il candidato dovrà essere un civico, espressione o al momento indicazione di Matteo Salvini. 

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