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la sottile linea del nazareno

Zingaretti smentisce Conte: "Il Mes conviene, altroché"

"Ora c'è bisogno di un cambio di passo, si lavora da alleati, non da nemici". E' la seconda volta, dopo il successo delle regionali, che il segretario tenta di dettare l'agenda di governo

Valerio Valentini

Il segretario del Pd, durante la direzione nazionale, contraddice il premier. "Si avrebbero circa 300 milioni l'anno, tre miliardi in dieci anni. Una cifra significativa. Anche Gualtieri è d'accordo". Invoca un cambio di passo del governo. Ma siamo un po' al giorno della marmotta

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Per certi verso è un po' il giorno della marmotta. Siamo sempre al punto in cui il Pd chiede il Mes, il M5s dice di no, e Giuseppe Conte fa spallucce. E però se un dato politico emerge, dalla direzione del Pd che stamattina si è svolta su Zoom, è la rinnovata fermezza con cui Nicola Zingaretti torna a pretendere l'attivazione della linea di credito per le spese sanitarie prevista dal Fondo salva stati. Lo fa con una relazione introduttiva risoluta, che rivendica la centralità del Pd dopo la vittoria alle regionali. "Con questo mare in tempesta – dice Zingaretti, dalla tolda del Nazareno – non e' il momento di navigare a vista. In questi mesi il lavoro dell'esecutivo e' stato efficace, determinante per il Next generation Eu. Ora c'è bisogno di un cambio di passo, si lavora da alleati, non da nemici".

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Per certi verso è un po' il giorno della marmotta. Siamo sempre al punto in cui il Pd chiede il Mes, il M5s dice di no, e Giuseppe Conte fa spallucce. E però se un dato politico emerge, dalla direzione del Pd che stamattina si è svolta su Zoom, è la rinnovata fermezza con cui Nicola Zingaretti torna a pretendere l'attivazione della linea di credito per le spese sanitarie prevista dal Fondo salva stati. Lo fa con una relazione introduttiva risoluta, che rivendica la centralità del Pd dopo la vittoria alle regionali. "Con questo mare in tempesta – dice Zingaretti, dalla tolda del Nazareno – non e' il momento di navigare a vista. In questi mesi il lavoro dell'esecutivo e' stato efficace, determinante per il Next generation Eu. Ora c'è bisogno di un cambio di passo, si lavora da alleati, non da nemici".

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Ed è proprio guardando a Bruxelles, che Zingaretti tenta di dettare – di nuovo – una nuova agenda a Roma. "Io credo che occorra rivendicare il negoziato svolto dal governo per rendere disponibile una linea di credito a interessi zero: la facile accessibilità a questa rete di protezione, insieme a Sure next generation, ha mobilitato risorse senza precedenti. Tuttavia si è sviluppata intorno al Mes una discussione eccessivamente aspra e non fondata su dati reali. Il confronto non puo' essere ideologico, come pretenderebbe il M5s. Il Mes è una linea di credito a interessi più bassi rispetto a risorse che altrimenti dovremmo cercare sul mercato", aggiunge Zingaretti, smentendo dunque la lettura fornita domenica scorsa da Giuseppe Conte in conferenza stampa, quando il premier aveva sostanzialmente liquidato il Mes in virtù dello scarsa convenienza in termini contabili che il fondo garantisce. "Anche se il Mes fosse solo risparmio sugli interessi si avrebbero circa 300 milioni l'anno, tre miliardi in dieci anni. Una cifra significativa. Ecco perché noi, a partire dal ministro Gualtieri, riteniamo utile accedere a questa linea di credito", insiste il segretario, replicando anche alle perplessità espresse dal responsabile dell'Economia nelle settimane passate. "Al Mes si puo' inoltre accedere piu' rapidamente del Recovery e probabilmente a tassi di interessi piu' bassi. Occorre una discussione franca e con chiarezza: se ci fosse in futuro una discussione sui tassi d'interesse il vantaggio sarebbe ancora maggiore e piu' evidente".

 

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E dunque? Zingaretti invoca una svolta al prossimo "tavolo di confronto", annunciato un po' vagamente dal premier nei giorni passati. "Il governo presenti al tavolo di maggioranza un progetto per la nuova sanità italiana, a 40 anni dalla nascita del sistema sanitario nazionale. Con un progetto credibile di finanziamento e un timing per la realizzazione". Non accadrà subito, però. Perché prima bisogna aspettare che il M5s risolva le sue convulsioni celebrando i suoi Stati generali. E lo stato maggiore grillini, sempre più sensibile alle richieste di Rousseau che non a quelle dell'alleanza di governo, ha preso la palla al balzo per ritardare tutto di una settimana: il videocongresso a cinque stelle ci sarà a metà novembre. 

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