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"Il coprifuoco di Fontana? Una cagata pazzesca". Parla Centinaio

Il senatore della Lega difende il presidente della Lombardia ma ne critica il provvedimento. "E' colpa anche dei sindaci dei nostri capoluoghi e di questo governo di inetti"

Valerio Valentini

L'ex ministro leghista a ruota libera. "Da domani faccio disobbedienza civile: alle 23 scendo in strada e vediamo se qualcuno viene ad arrestarmi". Confindustria a favore della stretta? "Fanno politica nel Palazzo. Io preferisco ascoltare la signora Maria"

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"E allora io da domani sapete che faccio? Dopo le undici di sera scendo in strada, mi metto a passeggiare per Viale Cremona, nella mia Pavia. E vediamo se qualcuno viene ad arrestarmi". La provocazione arriva alla fine della chiacchierata. Un ex ministro pronto alla protesta? "Disobbedienza civile, semmai"

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"E allora io da domani sapete che faccio? Dopo le undici di sera scendo in strada, mi metto a passeggiare per Viale Cremona, nella mia Pavia. E vediamo se qualcuno viene ad arrestarmi". La provocazione arriva alla fine della chiacchierata. Un ex ministro pronto alla protesta? "Disobbedienza civile, semmai"

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S'è messo a fare l'oppositore interno, in un partito che l'opposizione interna non la contempla. "Macché: ho solo espresso le mie perplessità". E però le ha espresse, Gian Marco Centinaio, senatore del Carroccio, sulla scelta di disporre il coprifuoco in Lombardia. E dunque quelle sue critiche, quei suoi sberleffi contro gli "sfigati che fanno politica ma vivono fuori dal mondo reale", sono parsi una bordata contro il presidente Attilio Fontana, leghista come lui. "Diciamo che erano critiche a 360 gradi, non ce l'avevo solo con la giunta. Ma anche coi sindaci dei capoluoghi lombardi che hanno tanto insistito per avere una stretta, ma anche contro questo governo di inetti che lascia la responsabilità delle decisioni più delicate alle regioni". Nessuna sfiducia a Fontana, dunque? Non sono vere le voci sul rimpasto al Pirellone? "Io conosco l'Attilio come una persona perbene ed equilibrata. Anche a fine febbraio, quando fu il primo a indossare la mascherina in un video ufficiale, fu massacrato dalla stampa e dalla sinistra. Io lo difesi. E poi tutti i governatori, compresi quelli del Pd, fecero come lui". 

 

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E infatti sta qui, però, il paradosso. Perché ora a criticare Fontana, a condannare la sua accelerazione sul coprifuoco, è stato lo stesso Matteo Salvini. "Non so se davvero Matteo ha chiesto ad Attilio un passo indietro. Quel che è certo – dice l'ex ministro dell'Agricoltura, soldato fedelissimo del Capitano – è che questa misura del coprifuoco, così come la chiusura dei centri commerciali nel weekend. E' una sciocchezza, un grosso equivoco. Se siamo davvero sicuri che bar e ristoranti sono dei focolai, allora lo sono ben prima delle 23. Allora si abbia il coraggio di chiuderli. Ma mi chiedo: c'è questa evidenza scientifica? Gli epidemiologi con cui mi confronto mi dicono di no. E lo stesso vale per i centri commerciali: abbiamo dato agli esercenti delle regole da rispettare. Se le osservano scrupolosamente, perché costringerli alla chiusura? Allora vuol dire che quelle regole non erano sufficienti? O che sono in pochi a rispettarli? E allora mandiamo dei controlli". 

 

Perché poi è questo, soprattutto, il dubbio di Centinaio. "Qui nessuno controlla", sbuffa. "Continuiamo a imporre divieti e limitazioni senza chiederci davvero come faremo a farli rispettare". Perfino nell'efficiente Lombardia, c'è questa sfiducia verso le istituzioni? "Ma secondo voi a Quarto Oggiaro chi andrà a fare le ronde dopo le 23? E a Scampia, o a Centocelle? Chi controlla? E vale anche nella mia Pavia. Sapete cosa faccio, domani sera?". Ci dica. "Alle 23.01, un minuto dopo l'inizio del coprifuoco, scendo in strada e mi faccio una passeggiata. Vado a farmi un giro per Viale Cremona. E secondo voi chi accidenti viene a fermarmi?". Fa il ribelle, Centinaio? "Disobbedienza civile, semmai. Per dimostrare l'inutilità di questa misura, che è un provvedimento Potëmkin". Nel senso fantozziano, dice? "Certo. E' una cagata pazzesca. Lo dicono tutti".

 

In verità, in tanti sono a favore. Il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, e il suo omologo bresciano Giuseppe Pasini, hanno benedetto l'iniziativa. "Ah sì?". Eh sì. "Be', vuol dire che allora loro non ricevono le telefonate che ricevo io. La signora Maria, il signor Giovanni. A me contattano imprenditori e commercianti tutti allarmati, se non imbestialiti. Hanno seguito per mesi le regole del governo, e ora si vedono comunque costretti alla chiusura. E' gente che fa politica del Palazzo". 

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Ma non crede, Centinaio, che ridurre la circolazione delle persone sia il modo migliore per limitare il contagio. "Certo. E, vi prego, non datemi del negazionista. Da inizio settembre ho fatto quattro tamponi e un sierologico. Io non sottovaluto affatto il rischio. Ma allora mi chiedo perché gli autobus di Roma e le metropolitane di Milano siano strapiene, e nessuno dice nulla". S'infervora, Centinaio. Forse anche perché, nella pista d'atterraggio di Fiumicino da cui ci risponde a telefono, la tensione è ancora forte tra i passeggeri che insieme a lui sono appena sbarcati. "Sono venuto nella Capitale col volo partito da Milano alle 9.30. Eravamo stipati come sardine. Però mi raccomando, il problema del Covid poniamocelo solo dalle 23 di sera in poi. E' tutto ridicolo". 

 

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