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caos a cinque stelle

Gli Stati generali del M5s sono una mezza incognita anche per chi deve organizzarli

Abbiamo chiesto a tre facilitatori regionali di aiutarci a capire quale sarà il percorso in vista dell'assemblea nazionale del 7 novembre. Tanta buona volontà ma poche certezze, per ora

Valerio Valentini

Crimi vuole una marcia a tappe forzate, ma molte cose sono poco chiare. Come si svolgeranno le assemblee regionali del 23-25 ottobre? E come verranno scelti i delegati locali? Quali temi verranno affrontati? Il rischio sfogatoio e quello della fretta. Parlano i deputati Lorenzoni, De Carlo e Donno

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Al cronista che lo interroga, Gabriele Lorenzoni suggerisce cautela. "Tanto quello che diciamo oggi potrebbe essere ribaltato domani". Il che è a suo modo emblematico di come il Movimento 5 stelle, nell'attesa di celebrare i suoi Stati generali, viva per ora uno stato confusionale. Perché al deputato grillino, 33enne di Rieti, non dovrebbe apparire difficile da immaginare, il prossimo mese, lui che è uno di quei "facilitatori regionali" investiti, per volere di Vito Crimi, della responsabilità di organizzare il percorso di avvicinamento alla grande assemblea nazionale del 7 e 8 novembre, quando il M5s si riunirà a Roma per la fase conclusiva del suo congresso. "Sì, Vito ci ha coinvolto in questa impresa, ma il processo è ancora tutto da definire", dice Lorenzoni, sforzandosi evidentemente di non pensare che quello che il capo politico ha indicato è una marcia a tappe forzate verso l'adunata finale: tutto in meno di un mese. E anche per questo, per fare chiarezza in questo garbuglio, Crimi ha convocato una riunione per questo pomeriggio: tutti su Zoom, alle 18, per capire come organizzare le quattro settimane che mancano al 7 novembre. 

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Al cronista che lo interroga, Gabriele Lorenzoni suggerisce cautela. "Tanto quello che diciamo oggi potrebbe essere ribaltato domani". Il che è a suo modo emblematico di come il Movimento 5 stelle, nell'attesa di celebrare i suoi Stati generali, viva per ora uno stato confusionale. Perché al deputato grillino, 33enne di Rieti, non dovrebbe apparire difficile da immaginare, il prossimo mese, lui che è uno di quei "facilitatori regionali" investiti, per volere di Vito Crimi, della responsabilità di organizzare il percorso di avvicinamento alla grande assemblea nazionale del 7 e 8 novembre, quando il M5s si riunirà a Roma per la fase conclusiva del suo congresso. "Sì, Vito ci ha coinvolto in questa impresa, ma il processo è ancora tutto da definire", dice Lorenzoni, sforzandosi evidentemente di non pensare che quello che il capo politico ha indicato è una marcia a tappe forzate verso l'adunata finale: tutto in meno di un mese. E anche per questo, per fare chiarezza in questo garbuglio, Crimi ha convocato una riunione per questo pomeriggio: tutti su Zoom, alle 18, per capire come organizzare le quattro settimane che mancano al 7 novembre. 

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"Consultare i territori non è una cosa facile", dice il deputato leccese Leonardo Donno, facilitatore in Puglia che risponde dalla sua casa a Lecce, dov'è recluso in isolamento volontario in attesa dell'esito del tampone a cui si è sottoposto dopo essere venuto in contatto con la dem Beatrice Lorenzin, risultata positiva al Covid. "Dobbiamo capire come organizzare le riunioni, che verosimilmente avverranno tutte in contemporanea nei giorni del 23, 24 e 25 ottobre", ci spiega. "Per le regioni più grandi bisognerà suddividerci in gruppi provinciali, anche per evitare assembramenti". Tema, questo, che preoccupa soprattutto i romani. "Qui nella Capitale – ci dice il laziale Lorenzoni – con un migliaio di attivisti circa, sarà difficile organizzare degli eventi in poco tempo,  e forse converrà suddividere la città in quadranti". 

 

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Ma al di là delle premure sanitarie, c'è l'incognita tutta politica di un dibattito potenzialmente sterminato (ripensare il Movimento 5 stelle) da imbastire nel giro di pochi giorni. "Il rischio dello sfogatoio è altissimo, se non staremo attenti a impostare la discussione intorno a dei punti precisi", concordano Donno e Lorenzoni, che ben conoscono quel clima tipico dei raduni di attivisti grillini dove si parte dalla raccolta firme contro la discarica in provincia e si finisce col signoraggio bancario e la demilitarizzazione del paese. Sabrina De Carlo, deputata triestina e facilitatrice in Firuli, pure lei in isolamento preventivo, prova allora a indicare una strada. "Vito ha anticipato tre aree tematiche: l'agenda politca, la struttura organizzativa e le regole interne. E dunque immagino che ci saranno dei quesiti specifici su cui chiederemo ai nostri iscritti di confrontarsi e di esprimersi". Quanti quesiti? "ne basterebbero quattro o cinque", dice Lorenzoni. "Una decina, magari", rilancia Donno. "Non saprei", confessa la De Carlo, "anche perché si parlerà di un'agenda che dovrà valere per i prossimi cinquant'anni".

 

Vaste programme, insomma. Specie perché si dovrà partire dalle fondamenta: capo politico singolo o leadership condivisa? Alleanze sì o alleanze no? "Tutte domande da affrontare, certo", concorda la De Carlo. E poi c'è la questione dei due mandati: conservare o abolire quel limite? "No, quell'argomento non è all'ordine del giorno. Quella regola non mi sembra possa essere messa in discussione", sentenzia la deputata friulana

 

Molto, ovviamente, dipenderà da chi deciderà. La parola finale spetterà agli iscritti, che si esprimeranno su Rousseau. Ma a Roma andranno dei delegati. "Che forse delegati fino in fondo non sono – osserva Lorenzoni – visto che potranno solo presenziare e discutere ma non potranno votare a nome del territorio che li ha scelti". A proposito, come li si sceglierà? "Non lo sappiamo ancora", ammette Donno. E quanti per regione? Quanti per provincia? "Eh, bella domanda", continua il facilitatore pugliesi. "Direi che però dovremmo stare attenti a dare rappresentanza a tutte le categorie del Movimento, dai ministri fino ai semplici attivisti, passando per consiglieri regionali e comunali". Il tutto, nell'attesa che il reggente detti la linea. "Spero che il capo politico c'illumini, nella riunione di oggi", dice la De Carlo. Un mese all'alba e molte cose da chiarire, nella speranza di una luce di Vito. 

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