PUBBLICITÁ

Cattolici per Raggi

Carmelo Caruso

Gli interventi a favore della chiesa, i rapporti cordiali con il Vaticano, la partecipazione ai riti religiosi. I cattolici guardano con indulgenza Virginia Raggi anche per mancanza di alternative

PUBBLICITÁ

Non la sostengono di sicuro, ma non la ostacolano neppure. I cattolici la chiamano neutralità ed è una disposizione d’animo che precede l’indulgenza. E’ vero che, parlando di chiesa la semplificazione andrebbe proibita, e però, a Roma, dove le impressioni sono verità che non si pronunciano, si è cominciato a pensare che Virginia Raggi goda di una certa benevolenza da parte delle sfere ecclesiastiche e che ci sia della pietas per il suo mandato e per la sua decisione di ricandidarsi. E infatti, il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, che registra questi piccoli incidenti del tempo, dice che “non è il caso di analizzare questi anni di amministrazione. Meglio soprassedere. La Raggi ha scelto di candidarsi ma bisogna aspettare il candidato del centrodestra e vediamo cosa propone il Pd”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Non la sostengono di sicuro, ma non la ostacolano neppure. I cattolici la chiamano neutralità ed è una disposizione d’animo che precede l’indulgenza. E’ vero che, parlando di chiesa la semplificazione andrebbe proibita, e però, a Roma, dove le impressioni sono verità che non si pronunciano, si è cominciato a pensare che Virginia Raggi goda di una certa benevolenza da parte delle sfere ecclesiastiche e che ci sia della pietas per il suo mandato e per la sua decisione di ricandidarsi. E infatti, il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, che registra questi piccoli incidenti del tempo, dice che “non è il caso di analizzare questi anni di amministrazione. Meglio soprassedere. La Raggi ha scelto di candidarsi ma bisogna aspettare il candidato del centrodestra e vediamo cosa propone il Pd”.

PUBBLICITÁ

 

Prelati, intellettuali ecumenici, terzo settore, tutti hanno un’idea di questa sindaca, ma non la dicono perché non riesce a essere definitiva malgrado il fallimento che nessuno nega e che però nessun cattolico le attribuisce.

 

PUBBLICITÁ

Servendosi della giustizia salomonica che deve tenere conto del bene ultimo, nelle sacrestie e nei refettori si sussurra “che la Raggi non ha pienamente dato risposte ed è un peccato perché aveva suscitato grandi speranze”. Non è ostilità. Don Maurizio Mirilli, sacerdote a Tor de’ Schiavi che è stato direttore pastorale giovanile delle Diocesi di Roma, un “don” che piace e che ogni giorno se ne inventa una per non lasciare la sua parrocchia smarrita, crede che “su questi anni di sindacatura Raggi serva un’analisi complessa. In alcune periferie ha lavorato bene e in altre meno. Manca ancora un anno. Si può recuperare”.

 

Non è solo prudenza, un esercizio spirituale, la continenza come missione. A Roma, si sa che la sindaca ha un rapporto speciale con papa Francesco, il Pontefice che in alta quota ha dimissionato Ignazio Marino (“a Filadelfia non l’ho invitato io”). In Vaticano è stata ricevuta e non solo per consuetudine e per i rapporti che si devono mantenere fra il sindaco e “vescovo”. E’ un privilegio che Francesco è lieto di concederle. Da sindaca ha restituito la gratitudine con l’attenzione. A maggio ha contribuito alla sanificazione di 337 chiese della Capitale, ha compartecipato insieme alla Regione al Fondo della dignità voluto dal papa (500 mila euro) e pochi giorni fa ha firmato un protocollo con il vicariato di Roma per individuare delle chiese da utilizzare come spazi scolastici in cambio di lavori di manutenzione.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

I fedeli, per cui la pratica è testimonianza, hanno apprezzato la presenza della Raggi, era il 26 luglio, alla festa della Madonna de Noantri. Lei ha fatto di tutto per mostrarsi in corteo. C’era del metodo. Alla Comunità di Sant’Egidio, una scuola di bella cristianità fondata da Andrea Riccardi e che a Roma ha il peso che deve avere, ricordano le cene solidali di Natale in sua compagnia. In quattro anni si è presentata ben due volte e a Trastevere, dove la comunità ha casa, confermano “che non sono poche”.

 

PUBBLICITÁ

Di certo, da sindaca, ha personalmente curato questi preziosi incroci e non ha mai voluto delegarli. Si racconta che l’unica figura di collegamento fra amministrazione e il cattolicesimo cittadino fosse l’ex assessore, Pinuccia Montanari, una donna che viene dall’esperienza dell’ambientalismo pacifista di Alexander Langer. E’ stata dimissionata. Un protagonista della fede, ma “atipico” come Mario Marazziti, editorialista di Avvenire, Famiglia Cristiana, ex deputato con Scelta civica, riconosce allora che “ricandidarsi è stato un atto coraggioso che merita rispetto. La mia idea di Roma è quella di città universale. Di progetti ne sono stati fatti, ma si sono fermati all’abbozzo”.

 

E però, in Vaticano la Raggi non dispiace. Hanno gradito la sua visita a Casal Bruciato in difesa della famiglia rom, ma assegnataria di casa, che era stata minacciata da CasaPound. Sarà per questo che Luigi Di Maio si infuriò? Le uniche vere contestazioni da parte della chiesa, e del vescovo ausiliare di Roma, mons. Gianpiero Palmieri, la Raggi le ha ricevute quando non ha fatto di testa sua. A seguito dello sgombero del campo rom lungo il fiume Aniene, il vescovo ha infatti accusato il comune di aver trattato “esseri umani come rifiuti”.

 

Ha ceduto al populismo de “Le Iene” che ne avevano montato un caso e se ne sarebbe molto pentita (“dovevamo usare più accortezza”) perché ha compreso che i cattolici praticano la non belligeranza per mancanza di alternative. Al momento, nessuno dei nomi del Pd che sono circolati, soddisfa i vecchi popolari perché “sono troppo di sinistra”.

 

Gli uomini vicini a Mario Giro, viceministro degli Affari esteri con Paolo Gentiloni, starebbero valutando seriamente se partecipare alle primarie (“qualora ci fossero”) e nel caso puntare su Paolo Ciani, altro membro storico della Comunità di Sant’Egidio e consigliere regionale. La verità è che i cattolici della capitale aspettano il Pd e l’attesa fa bene alla sindaca che, per carità, cristiana, “va capita”.

PUBBLICITÁ