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“Non per forza Raggi. A Roma vinciamo solo col Pd”, dice Trizzino (M5s)

Valerio Valentini

Parla il deputato grillino. “Costruiamo coi dem un percorso condiviso. E via il vincolo dei mandati anche in Parlamento”

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Roma. La premessa è d’obbligo, e pare anche sincera. “Io non posso che sperare che Virginia Raggi venga riconfermata a sindaco di Roma”, dice Giorgio Trizzino. E però? “E però niente: mi sembra evidente che l’unico modo che abbiamo per vincere nella Capitale nel 2021 sia quello di costruire un’alleanza larga nel fronte progressista, intorno all’asse tra il M5s e il Pd, che si opponga a questa brutta destra”, insiste il deputato siciliano, grillino atipico che già un anno fa, in anticipo sui suoi colleghi, s’intestò la battaglia per un’alleanza organica tra Pd e M5s sotto la regia di Giuseppe Conte. Stessa alleanza che ora va riprodotta anche su scala romana, in vista delle comunali dell’anno prossimo. Ma con l’ingombro della Raggi che non pare di poco conto. “Sì, so bene che il Pd ha una forte pregiudiziale su Virginia, che tuttavia non ha governato male a mio avviso. In ogni caso, credo sia lei la prima a sapere che la sua unica speranza di ottenere un bis passa per per l’accordo col Pd, e dovrà essere brava lei a favorirla”.

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Roma. La premessa è d’obbligo, e pare anche sincera. “Io non posso che sperare che Virginia Raggi venga riconfermata a sindaco di Roma”, dice Giorgio Trizzino. E però? “E però niente: mi sembra evidente che l’unico modo che abbiamo per vincere nella Capitale nel 2021 sia quello di costruire un’alleanza larga nel fronte progressista, intorno all’asse tra il M5s e il Pd, che si opponga a questa brutta destra”, insiste il deputato siciliano, grillino atipico che già un anno fa, in anticipo sui suoi colleghi, s’intestò la battaglia per un’alleanza organica tra Pd e M5s sotto la regia di Giuseppe Conte. Stessa alleanza che ora va riprodotta anche su scala romana, in vista delle comunali dell’anno prossimo. Ma con l’ingombro della Raggi che non pare di poco conto. “Sì, so bene che il Pd ha una forte pregiudiziale su Virginia, che tuttavia non ha governato male a mio avviso. In ogni caso, credo sia lei la prima a sapere che la sua unica speranza di ottenere un bis passa per per l’accordo col Pd, e dovrà essere brava lei a favorirla”.

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E se proprio non fosse possibile? Si opterebbe su un civico? “A quel punto credo sarebbe la strada obbligata. Del resto, anche questa sua candidatura così precoce, a metà agosto, a un anno dalle elezioni, mi pare non casuale. E’ solo l’inizio di un percorso, si tratta delle solite manovre di avvicinamento”. Nel senso che si può partire dalla Raggi per arrivare a un altro candidato? “Nulla è precluso, al momento, certo. E del resto, l’anno prossimo si voterà anche in altre importanti città: da Torino a Napoli, da Bologna a Milano. E con ogni probabilità, anche lì si cercherà di imbastire delle alleanze col Pd, come del resto prevede il quesito su Rousseau su cui nelle prossime ore gli iscritti del M5s sono chiamati a esprimersi. Ebbene, credo sia improbabile che si faccia su tutte queste città un certo tipo di discorso, e solo su Roma si decide di imporre, senza alcun confronto interno e coi nostri alleati di governo, un nostro nome. Già in passato, nelle elezioni locali come quelle dell’Emilia-Romagna, abbiamo fatto delle scelte inspiegabilmente autolesioniste che ci hanno condannato non solo alla sconfitta, ma quasi all’irrilevanza. Spero vivamente che non si voglia più ripercorrere quella strada”.

 

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Eppure Beppe Grillo sembra averla blindata, la candidatura della Raggi, con quel suo “Daje Virgì”. O no? “Ma nello stesso giorno Beppe ha pranzato con Sala. Dobbiamo dire che ha blindato anche la riconferma del sindaco di Milano, allora?”. Nel frattempo, oggi votate anche sul limite dei due mandati: da rimuovere, per ora, solo per i consiglieri comunali. Ma c’è chi sospetta che non ci si fermerà qui. “Sospetto che per me è un auspicio, francamente. Come ho già detto a Luigi Di Maio, trovo assurdo che ogni due legislature si disperda un bacino di competenze maturate sul campo per ripartire da zero, solo perché bisogna rispettare un vincolo anacronistico che non ha alcun senso, ma che risponde solo alla demagogia. Abbiamo bravissimi parlamentari, abbiamo ministri e sottosegretari che al prossimo giro dovrebbero rinunciare a mettere a frutto la loro esperienza? Io spero davvero di no”.

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