foto LaPresse

Sciocchezzaio gialloverde su porti e migranti e sulla tav

Greta Ardito, Lorenzo Borga, Mariasole Lisciandro

Il governo delle 271 bufale. I “profughi veri” che per Salvini arrivano in aereo. I costi della Torino-Lione per l’Italia. Il boom delle assunzioni col decreto dignità

Quasi una bufala al giorno: il Foglio ha contato che il governo gialloverde ha all’attivo almeno 271 dichiarazioni false, imprecise o fuorvianti in poco più di 300 giorni di vita (qui trovate la prima puntata – la seconda – la terza). E’ il risultato di una verifica portata avanti per diverse settimane sulle migliaia di dichiarazioni rilasciate da membri di spicco del governo e della maggioranza gialloverde. Abbiamo passato in rassegna le dichiarazioni di 29 esponenti del governo – presidente del Consiglio, ministri e alcuni viceministri e sottosegretari – e della maggioranza parlamentare di Movimento 5 stelle e Lega. Il Foglio ha verificato le loro dichiarazioni giorno per giorno, a partire dal giuramento dell’esecutivo (1° giugno 2018) fino al mese di marzo. Sono stati scandagliati i loro profili social (Facebook e Twitter), le rassegne stampa e alcune interviste televisive e radiofoniche, senza l’obiettivo di essere esaustivi. I fact-checking smentiscono affermazioni su tutti i temi all’ordine del giorno, ma i falsi più frequenti riguardano l’immigrazione, le infrastrutture (in testa Tav Torino-Lione e Tap), l’economia (legge di bilancio, debito piubblico, spread). Per raccogliere e verificare le dichiarazioni sono stati utilizzati anche alcuni siti italiani indipendenti di fact-checking, tra cui Pagella Politica e Lavoce.info. Le verifiche contengono tutte le fonti necessarie ai lettori per controllarne a loro volta la correttezza e, nella versione online sul sito ilfoglio.it, i relativi link quando possibile. Come lo stile del fact-checking richiede, se successivamente a segnalazioni le dichiarazioni si riveleranno invece veritiere, le verifiche saranno corrette in modo evidente. In questa pagina e nelle seguenti la seconda puntata della nostra inchiesta, alla quale anche i lettori del Foglio possono contribuire segnalando bufale, errori o dichiarazioni fuorvianti da parte della maggioranza gialloverde. Basta scrivere a [email protected].

 


 

28/11/2018

Giulia Grillo: "I nostri medici e i nostri infermieri sono, tra i paesi sviluppati, i meno pagati" (SkyTg24)

Prendiamo come riferimento la lista dei paesi Ocse per definire quali siano i paesi sviluppati. Se si tiene conto delle differenze relative al costo della vita e al valore della valuta nazionale, i nostri medici si posizionano in quattordicesima posizione su una lista di venticinque Paesi che comprende, oltre alle economie europee, anche Israele, il Cile, l’Islanda, il Messico, la Norvegia, la Turchia e la Nuova Zelanda. Gli infermieri italiani, relativamente al costo della vita, possono invece permettersi uno standard di vita migliore solamente a quello dei colleghi di altre otto economie avanzate, posizionandosi in ventunesima posizione su ventinove paesi analizzati.

30/11/2018

Fermando la Tav “non si perderanno finanziamenti pubblici” (Toninelli). Ma sarebbero da restituire i fondi già versati dalla Ue

“La più grossa sciocchezza spendere 20 miliardi” per la Tav (Di Battista). Il costo per l’Italia si limiterebbe a 3,4 miliardi

Laura Castelli: "Il decreto Dignità, primo provvedimento in campo economico e sociale di questo Governo, fortemente voluto anche e soprattutto per mettere un freno alla precarietà del lavoro, in pochi mesi dalla sua approvazione sta già mostrando i suoi effetti positivi per il Paese: l’Istat ha registrato negli ultimi mesi un aumento di decine di migliaia di contratti a tempo indeterminato" (Facebook)

Il 30 novembre, data della dichiarazione di Castelli, Istat aveva pubblicato un report in cui veniva indicato un aumento di 37mila unità di dipendenti a tempo indeterminato, avvenuto nel mese di ottobre. Tuttavia in quel periodo le novità più consistenti del decreto dignità sui contratti a tempo determinato non erano ancora entrate in vigore (sono partite l'1 novembre 2018), ed era dunque molto prematuro verificare gli effetti della novità normativa, per di più su un solo mese. Comunque, poiché il decreto potrebbe aver avuto conseguenze anche grazie al suo effetto annuncio - cambiando le aspettative dei datori di lavoro - ha senso verificare l'impatto sul mercato del lavoro anche prima dell'entrata in vigore definitiva, ma non su un solo mese bensì da agosto, quando è stato annunciato: da allora i lavoratori a tempo indeterminato erano calati di 35mila unità e quelli a tempo determinato aumentati di 17mila.

Ripetizioni: 21/11/2018 ;

03/12/2018

Armando Siri: "In questi anni di austerity il debito non è ma diminuito, è aumentato di 300 miliardi" (Coffe break - La7)

Innanzitutto è bene notare che l'indicatore di valore assoluto nominale del debito non è un dato significativo per misurarne la sostenibilità. Sia perché è un valore nominale che varia all'aumentare dell'inflazione, sia perché va rapportato al Pil, cioè al valore del reddito prodotto da un paese. Inoltre, Siri è caduto nella credenza comune che gli ultimi anni siano stati "di austerity". Secondo l'Osservatorio sui conti pubblici, l'austerità italiana è iniziata nel dicembre 2011 ed è finita nel 2012: da allora, il ritorno di governi politici ha riportato in campo una politica moderatamente espansiva. Bisogna anche ricordare che senza la medicina Monti oggi il debito pubblico sarebbe vicino al 142% della ricchezza nazionale, e non intorno al 131%. Inoltre, l’intera riduzione del deficit osservata negli ultimi anni (la presunta austerity) è dovuta alla minor spesa per interessi, come effetto di una politica monetaria molto espansiva, mentre l’avanzo primario, ossia la differenza tra entrate e spese dello stato al netto degli interessi sul debito) è rimasto pressoché costante. Anzi, al netto del ciclo economico, l’avanzo primario si è ridotto.

04/12/2018

Armando Siri: "Abbiamo ridotto l'Imu del 40% sui capannoni" (Corriere della Sera)

Nella legge di bilancio, l'aliquota Imu è invariata. L'unico cambiamento che si riscontra riguarda la deduzione parziale dell’Imu dal reddito d’impresa o di lavoro autonomo, relativa ai soli immobili strumentali, che sale dal 20% al 40% (art. 1 comma 12 della legge di bilancio). È quindi raddoppiata la sola aliquota di deducibilità dalla base imponibile (oltretutto solo per una platea limitata e non per tutti), non è corretto dire che è stata ridotta del 40% l'imposta da pagare.

05/12/2018

Carlo Sibilia: "Ora [i giovani] hanno finalmente un governo che ai proclami preferisce i fatti. Nella manovra del popolo 60 milioni di euro [all'università] per dare un futuro migliore al nostro paese" (Twitter)

L'aumento consta di 60 milioni di euro per il finanziamento ordinario dell'università (40 mln), enti di ricerca (10) e borse di studio (10). Si tratta tuttavia di un aumento estremamente poco significativo. Per esempio, i 40 milioni per il finanziamento ordinario dell'università sono un incremento della dotazione pari allo 0,5% (nel 2017 al fondo per il finanziamento ordinario erano stati assegnati 7,3 miliardi). Inoltre, non è una novità, come sostiene Sibilia, che la spesa per l’università venga aumentata di queste grandezze. Nel 2016, per esempio, il governo Renzi stabilì un aumento del fondo di 50 milioni per il 2017 e di 100 per il 2018. L’attuale governo ha aumentato gli stanziamenti per le borse di studio di 10 milioni di euro, ma nel 2017 il governo Gentiloni li aveva aumentati di 20 milioni.

Danilo Toninelli : “[Fermando la Tav] non si perderanno finanziamenti pubblici” (Tagadà - La7)

Non è esatto affermare che bloccare la Tav non comporterà alcuna perdita di finanziamenti pubblici. Come si evince dalla relazione tecnico-giuridica sull'opera che accompagna l'analisi costi-benefici, le penali da pagare nel caso di uno stop alla Tav sarebbero, nella peggiore delle ipotesi, di circa 1,703 miliardi di euro. Tra questi rientrano i fondi già versati dall'Unione Europea (finanziamenti pubblici) che potrebbero essere richiesti in restituzione e che ammontano a 535 milioni di euro.

06/12/2018

Luigi Di Maio: "Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ci sono state 56 mila e 400 trasformazioni in più di contratti da tempo determinato in tempo indeterminato. [...] Questi sono solo i primi effetti, le aziende già avevano previsto questa inversione di tendenza quando il decreto [Dignità] è stato approvato, un cambiamento che aspettavamo da anni” (Blog delle Stelle)

I dati sono del ministero del Lavoro e sono veri: le trasformazioni in contratti permanenti sono aumentate del 49% rispetto al 2017 nei tre mesi in considerazione, e questo secondo Di Maio sarebbe effetto della modifica normativa. In realtà non è così scontato. Secondo lo stesso ministero nel primo trimestre del 2018 le trasformazioni erano state il 48,5% in più rispetto al 2017, e nel secondo il 13,4% in più. Il trend è positivo da tutto l’anno e non può essere dunque attribuito al decreto Dignità in modo certo, come fa Di Maio (fonte Il Foglio).

07/12/2018

Laura Castelli: "Nessuna tassa sulle automobili degli italiani" (Facebook)

La legge di bilancio 2019 ha introdotto (al comma 1042) una ecotassa sulle nuove auto più inquinanti di minimo 1.100 euro all'acquisto (a partire da 160 g/km di emissioni CO2), e conseguenti incentivi ai veicoli meno inquinanti sotto i 50mila euro di listino.

08/12/2018

“I porti italiani sono chiusi” (Salvini). Per la chiusura occorre un provvedimento formale, mai arrivato dagli uffici competenti

“Abbiamo introdotto un nuovo fondo strutturale” per le politiche della famiglia (Fontana). E’ stato istituito dal secondo governo Prodi

Lorenzo Fontana: "L'Italia è l'unico paese in Europa a non aver riconosciuto la lingua dei segni" (Facebook)

È vero che l'Italia non ha riconosciuto ufficialmente il linguaggio dei segni, ma non è l'unica in Europa. Secondo una ricerca del 2015, in Unione Europea Slovacchia, Slovenia, Belgio, Cipro, Finlandia, Polonia, spagna, Repubblica ceca, Ungheria, Danimarca, Lituania, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Francia e Regno Unito hanno riconosciuto le rispettive lingue dei segni almeno parzialmente. I restanti 11 paesi invece no, come l'Italia.

10/12/2018

Nicola Molteni: "Nel 2018 ci sono state 50.000 domande d'asilo: è stato riconosciuto il diritto alla protezione internazionale per 9.000. Questi ultimi hanno diritto all'accoglienza, gli altri no. Ricordiamoci sempre che nel 75% dei casi la domanda viene rigettata" (La Verità)

Secondo i dati del ministero dell'Interno, nel 2018 hanno presentato domanda di asilo 53.596 persone, il numero di Molteni è quindi essenzialmente corretto. Le domande di asilo esaminate nel 2018 sono state 95.576 (indipendentemente dalla data della richiesta): in 7.096 casi la domanda di asilo è stata accolta, 63.742 hanno ricevuto il diniego, i restanti hanno ricevuto protezione sussidiaria o umanitaria. La percentuale dei diniegati è quindi del 67% nel 2018, non del 75%, e nel 2017 era ancora più bassa, pari al 57%. 

11/12/2018

Lorenzo Fioramonti: "Nel 2020-2021 il Fondo [Ordinario Università] supererà per la prima volta i 7,5 miliardi di euro" (Facebook)

Nella legge di bilancio approvata dal Parlamento per il 2019 compaiono aumenti di dotazione per il fondo per il finanziamento ordinario delle università (Ffo) per 60 milioni per il 2019 e per ulteriori 58,63 milioni per il 2020 (commi 400 e 979). Nel 2018 il fondo, secondo la Camera dei Deputati, disponeva di 7,318 miliardi. Sommando a questa cifra gli aumenti previsti non si raggiunge la soglia di 7,5 miliardi citata da Fioramonti. Inoltre, sempre secondo la Camera, non sarebbe stata la prima volta che il Ffo l'avrebbe superata: nel 2009 il finanziamento era stato pari a 7,513 miliardi di euro (con un valore del denaro maggiore).

Ripetizioni: 23/12/2018 ;

16/12/2018

Il successo della flat tax perché “semplicissima” (Borghi). Anche questa tassa manterrebbe problemi di arbitraggio e possibile elusione

Alle banche “più di 80 miliardi dai governi Pd” (Sibilia). Dal 2013 al 2018, considerati i massimali, furono 24 miliardi

Barbara Lezzi: "[Sul Tap] di fronte a possibili contenziosi che sarebbero costati al paese 20 miliardi, è stato ritenuto più conveniente far andare avanti l'opera" (Il Messaggero)

Il governo non avrebbe dovuto pagare penali in caso di interruzione dei lavori del Tap, dato che l’infrastruttura non è un’opera pubblica. Gli unici eventuali costi che lo stato avrebbe potuto sostenere sono i risarcimenti per danno emergente e lucro cessante alle aziende coinvolte nel progetto, dato che nel 2015 la costruzione del gasdotto era stata avallata dal ministero dello Sviluppo economico. Delle probabili richieste di rimborso si parla in una nota del Mise del 27 settembre 2018 (fonte Mise) e le cifre citate sono di 70 o 40 miliardi. Nella nota non si menzionano penali. I 20 miliardi di euro riportati da Lezzi non sono una penale, ma il risultato di una stima a spanne fatta dall’attuale sottosegretario allo Sviluppo economico Andrea Cioffi. Tiene conto del fatto che la realizzazione del TAP costa in tutto 4,5 miliardi, e che visto l’avanzamento dei lavori bisognerebbe risarcirne 3,5 alle aziende coinvolte. A questi 3,5 andrebbero aggiunti 11 miliardi di euro di danni dovuti alle mancate consegne di gas già prestabilite, e 7 miliardi di utili non ottenuti da Tap e dai produttori di gas azeri (fonte Il Post). 

17/12/2018

Luigi Di Maio: “Per far camminare il 5G bisogna liberare le frequenze televisive; e infatti sulla cosiddetta banda 700 viaggerà il 5G e abbiamo chiesto di liberare un po’ di spazio a Rai, Mediaset, ai grandi soggetti televisivi di questi anni” (StartupItalia Milano)

Come riporta Agi-Pagella Politica, la Rai non risulta trasmettere su frequenze della cosiddetta “Banda 700”, a parte una singola eccezione in Sardegna. Dunque chiedendo di “liberare un po’ di spazio” per il 5G, Di Maio non avrebbe dovuto rivolgersi alla Rai.

Lorenzo Fontana: "Abbiamo introdotto un nuovo fondo strutturale di 100 milioni di euro dedicato proprio alle politiche familiari". (La Verità)

Il fondo strutturale per le politiche della famiglia non è nuovo e non è stato introdotto da questo governo. È stato istituito dal governo Prodi II col decreto legge 223/2006 ed è stato ridisciplinato varie volte nel corso del tempo. Con l'ultima legge di bilancio è stato messo a regime il rifinanziamento di 100 milioni. Quindi il ministro Fontata sbaglia quando definisce il fondo come nuovo e introdotto dal governo in carica, mentre è corretta la nuova dotazione finanziaria.

Lorenzo Fontana: "Abbiamo incrementato dal 1000 a 1550 euro gli incentivi per gli asili nido" (La Verità)

La legge di bilancio 2019, al comma 488, prevede che il buono per il pagamento delle rette degli asili nido sia di 1500 euro e non di 1550 come affermato dal ministro Fontana.

Lorenzo Fontana: "Abbiamo rilanciato la Carta famiglia" (La Verità)

La Carta famiglia non è stata affatto rilanciata, ma è stata ridotta la platea dei destinatari escludendo gli stranieri regolarmente residenti. Se per il ministro Fontana il rilancio consiste nell'escludere le famiglie straniere, che ricordiamo sono quelle a più alto rischio di povertà, allora ha ragione. Il senso comune invece sostiene che questa sia una retromarcia (sezione Carta Famiglia)

24/12/2018

Nicola Molteni "Abbiamo chiuso le porte e abbiamo chiuso i porti" (Facebook)

Per la chiusura di un porto nazionale è necessario un provvedimento formale, che tuttavia non è mai arrivato dagli uffici competenti, come ha dimostrato la richiesta di accesso civico portata avanti da Asgi. Il ministro Salvini è riuscito a ritardare lo sbarco di alcune imbarcazioni con a bordo migranti grazie alla mancata concessione di un porto sicuro di sbarco, non la chiusura tout court dei porti.

Massimo Garavaglia: "[La flat tax] riguarda un milione di persone fino a 65.000 euro. Una vera bomba. È la più grande sperimentazione di abbattimento di pressione fiscale mai realizzato in Italia" (La Verità)

Garavaglia sbaglia il dato sulla platea dei beneficiari del taglio fiscale su lavoratori autonomi e imprese individuali: secondo un rapporto dell'Ufficio parlamentare di bilancio l'aliquota sostitutiva al 15% verrebbe estesa a un 17% incrementale, che equivale a circa 500mila contribuenti. Inoltre, qualificare la misura come la più grande sperimentazione di pressione fiscale mai realizzata in Italia è quantomeno eccessivo. Infatti, la legge di stabilità per il 2015 (l. 190/2014, art. 1 co.64 e ss.) ha introdotto un regime forfettario con aliquota al 15% per i contribuenti che soddisfacevano determinati requisiti. Inoltre la legge di stabilità per il 2016 ha anche introdotto una ulteriore agevolazione per le nuove attività, in base alla quale queste pagano il 5% per i primi 5 anni. Secondo il Dipartimento della Finanze, le partite Iva che nel 2016 godevano del regime forfettario al 15% (o, per le nuove attività, al 5%) erano oltre 483.200. Se prendiamo in considerazione anche chi ancora sta godendo del precedente regime di vantaggio (il 5% per gli under-35 e per 5 anni), il totale sale a 935.406 contribuenti. Senza contare che l’Osservatorio sulle partite Iva del Mef certifica che nel 2017 hanno aderito 182.519 nuove partite Iva al regime forfettario. Quindi in seguito alle norme varate dai governi Renzi e Gentiloni e a quelle precedentemente in vigore in Italia c’è già circa un milione di partite Iva che paga un’aliquota Irpef del 15% o più bassa (fonte Agi-Pagella Politica).

29/12/2018

Manlio Di Stefano: "Se per la prima volta tassi i giganti del web e banche e assicurazioni aumenta il computo totale della pressione fiscale ma l'importante è che non aumentino le tasse su imprese e cittadini" (La Stampa)

In realtà secondo Istat tenendo conto delle varie misure fiscali della legge di bilancio 2019 (abolizione dell'Ace, introduzione della mini-Ires e e abolizione del maxi-ammortamento) "circa il 37% delle imprese e dei gruppi fiscali risulta svantaggiato dalle nuove norme, mentre solo il 7% ne è avvantaggiato". Lo sconto Ires infatti non compensa gli effetti dell'abrogazione dell'Ace e della mancata proroga del maxi-ammortamento. Inoltre "nel complesso l'aggravio fiscale [...] è maggiore tra le imprese fino a 10 dipendenti". Non si conoscono invece gli effetti aggregati del taglio delle imposte sulle imprese individuali e partite Iva, comunque in parte compensati dall'abolizione dell'Iri. Dunque a essere state colpite sono state anche piccole e medie imprese, e non solo giganti del web, banche e assicurazioni che comunque - per il principio di traslazione dell'imposta - potrebbero rivalersi sui loro clienti.

31/12/2018

Carlo Sibilia: "Abbiamo ridotto il costo del lavoro per chi vuole assumere del 30% perché abbiamo ridotto i premi Inail del 30%. Questo vuol dire 1,5 miliardi di risparmi del costo del lavoro per i prossimi e anni" (Facebook)

La riduzione del premio è in media del 32%, per un risparmio totale di 1,7 miliardi in tre anni. È incorretto però dire di aver ridotto il costo del lavoro della stessa misura, perché questo è composto anche da altre voci, come i contributi previdenziali a carico dell'azienda, per esempio.

02/01/2019

Claudio Borghi: "Tutti gli studi indicano che quando è stata applicata la flat tax negli altri paesi la parte fondamentale del successo del sistema […] era che fosse semplicissima" (Zapping - Radio1)

Non sappiamo a quali studi si riferisca Claudio Borghi. Uno fra i più citati è quello degli economisti Keen, Kim e Varsano del 2007: gli autori a proposito della semplificazione scrivono che in realtà gli effetti non devono essere sovrastimati perché anche la flat tax, avendo una deduzione, manterrebbe parzialmente problemi di arbitraggio e possibile elusione. Non è inoltre facile scindere i vari effetti e una ricerca sulla riforma russa del 2001 ha mostrato come il campione di contribuenti non abbia evidenziato particolari semplificazioni del sistema flat-tax rispetto a quello precedente.

03/01/2019

Matteo Salvini "I porti italiani sono chiusi" (Ansa)

Per la chiusura di un porto nazionale è necessario un provvedimento formale, che tuttavia non è mai arrivato dagli uffici competenti, come ha dimostrato la richiesta di accesso civico portata avanti da Asgi. Il ministro Salvini è riuscito a ritardare lo sbarco di alcune imbarcazioni con a bordo migranti grazie alla mancata concessione di un porto sicuro di sbarco, non alla chiusura tout court dei porti.

Nicola Molteni: "La revoca dell'iscrizione anagrafica non è affatto lesiva di diritti" (Il Messaggero)

È vero che dal punto di vista normativo l'abolizione dell'obbligo di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo non è lesivo dei diritti (poiché sostituito dalla dichiarazione di domicilio). È, secondo Asgi, l'articolo 5 del decreto legislativo 142/2015 a chiarire questo aspetto legislativo. Questo vale per l'accesso alle cure, agli asili nido, alle case popolari, misure di welfare, ma anche ai servizi privati (banche, assicurazioni, agenzie immobiliari). I problemi che sorgono sono tuttavia due: primo, sono frequenti i casi in cui le istituzioni (Asl, regioni, comuni) e controparti private non applicano la normativa e richiedono ai migranti carte di identità o certificati di residenza in modo illegittimo; secondo, la mancanza del rilascio della residenza sarà lesiva per i richiedenti che saranno confermati aventi diritto di protezione e che non potranno accumulare nel frattempo l'anzianità residenziale necessaria per accedere ad alcune prestazioni (case popolari, oppure il reddito di cittadinanza).

07/01/2019

Matteo Salvini: "In Italia i profughi veri arrivano in aereo" (Twitter)

Da quando Matteo Salvini è ministro dell'Interno sono stati due i corridoi umanitari messi in campo, per migranti presenti in Libia: il primo ha portato il 14 novembre 2018 51 persone, mentre il secondo 103 persone il 19 dicembre (fonte La Repubblica). Come hanno riportato alcuni giornali, si tratta di persone individuate dall'Unhcr e - del primo volo - "15 sono già stati riconosciuti come profughi, mentre gli altri 36 sono richiedenti asilo" (fonte Il Fatto Quotidiano). Non è dunque certo che a tutti loro venga riconosciuto lo stato di rifugiato. Inoltre gli sbarchi, benché di molto diminuiti, continuano: i dati del Viminale, aggiornati al 15 marzo 2019, mostrano che dei 335 migranti arrivati sulle coste italiane nel 2019 38 provengono dall'Iraq, 25 dalla Somalia, 11 dall'Eritrea. Si tratta in tutti questi casi di paesi pericolosi e la cui provenienza spesso giustifica il rilascio dello status di rifugiato.

08/01/2019

Giuseppe Conte: "Adesso le rotte, quelle più intense e trafficate, non sono le rotte del Mediterraneo centrale ma Mediterraneo occidentale e orientale. E attenzione, dico anche agli altri partner: un domani, se guardiamo ai flussi migratori, le rotte saranno terrestri dall'Asia" (Porta a porta - Rai)

Sul traffico attuale delle rotte Conte ha ragione: i dati sugli arrivi relativi all'intero 2018 confermano che la rotta centrale è quella meno trafficata, se confrontata con quella occidentale (che si posiziona al primo posto) e quella orientale. Tuttavia, la previsione che i flussi aumenteranno soprattutto via terra e dall’Asia sembra poco plausibile. È più probabile che i flussi migratori irregolari che interesseranno l’Europa nei prossimi anni continueranno a provenire dal continente africano, ancora via mare. Come sottolinea Pagella Politica il continente asiatico e quello africano stanno vivendo due momenti di sviluppo demografico ed economico differenti. In Asia, si assiste a un andamento demografico stabile rispetto al passato, associato a una crescita economica elevata. Questo mix fa sì che si sia meno propensi a emigrare. Al contrario, in Africa c'è un costante aumento demografico, non correlato a una sufficiente crescita economica.

Luigi Di Maio: "Non abbiamo dato un euro alle banche. Abbiamo scritto in una legge [il decreto per il salvataggio di Carige] che se serve lo stato potrà garantire nuovi titoli di Stato e potrà ricapitalizzare. Speriamo non serva” (Facebook)

La dichiarazione è fuorviante. È vero che la concessione di garanzie può non prevedere un’uscita di cassa immediata, ma lo stato deve comunque iscriverle a bilancio poiché in futuro potrà trovarsi nella condizione di dover restituire i fondi al posto di Carige. Dunque le garanzie impattano sulle grandezze di finanza pubblica, nello specifico sul saldo netto da finanziare. Inoltre, i commissari di Banca Carige al tempo della dichiarazione avevano già comunicato di voler richiedere la garanzia pubblica per l’emissione di nuovo debito (fonte Il Sole 24 Ore). Anche per quanto riguarda la ricapitalizzazione preventiva lo stato potrebbe trovarsi a dover sostenere un’uscita di denaro per l’eventuale richiesta da parte della banca di sottoscrivere nuovo capitale. Con alle spalle la vicenda del Monte dei Paschi di Siena, l’esperienza passata suggerisce che lo stato debba essere pronto a erogare fondi agli istituti a cui propone il proprio sostegno (fonte Lavoce.info).

Luigi Di Maio: “Se si dovesse usare quella garanzia o se si dovessero mettere soldi pubblici, banca Carige deve diventare di proprietà dello Stato. Ovvero deve essere nazionalizzata" (Facebook)

Di Maio sembra voler suggerire che in caso di utilizzo di "soldi pubblici" sarà il governo a decidere di rendere Banca Carige "proprietà dello stato", ma in realtà questa è una diretta conseguenza della applicazione delle regole europee sui salvataggi bancari, che prevedono l’eventualità della ricapitalizzazione precauzionale. La direttiva sul risanamento e la risoluzione degli enti creditizi, la cosiddetta direttiva Brrd, offre allo stato la possibilità di iniettare capitale in una banca solvibile. Lo stato diventa quindi azionista dell’istituto, come è successo nel caso di Monte dei Paschi di Siena, detenuta quasi per il 70% dal settore pubblico (fonte Lavoce.info).

Luigi Di Maio: “In questo modo non ci sarà nessun regalo ai banchieri e nessun azionista e obbligazionista truffato" (Facebook)

Bisogna ricordare che le regole europee prevedono che, in caso di iniezione di denaro pubblico nel capitale della banca, si attivi il meccanismo di burden sharing, ossia l’assorbimento di parte delle perdite da parte di azionisti e obbligazionisti subordinati, che quindi vedrebbero il valore dei propri titoli sicuramente intaccato. Non si tratta di una truffa, ma della applicazione di regole europee su strumenti finanziari che per loro natura possono prevedere questa eventualità. È vero che i governi precedenti avevano previsto alcune forme di ristoro per gli obbligazionisti e l’attuale governo le ha addirittura estese agli azionisti. Tuttavia, come scrive Angelo Baglioni su Lavoce.info, è difficile pensare che la Commissione europea accetterà questo raggiro delle regole europee.

Luigi Di Maio: “Non sarà come Etruria perché salviamo tutti gli obbligazionisti e correntisti" (Facebook)

È bene ricordare che in seguito al crack di Banca Etruria vennero salvati tutti i correntisti e gli obbligazionisti senior grazie ai soldi del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Gli obbligazionisti junior, o subordinati, vennero in parte risarciti dal decreto salva-risparmio del 3 marzo 2016 anche in questo caso senza oneri per lo stato. Ulteriori fondi per gli obbligazionisti subordinati truffati dalle banche furono previsti dalla legge di stabilità 2017, in questo caso a carico dello stato. Attualmente, il decreto "salva Carige" non stabilisce che il ristoro per gli obbligazionisti subordinati sarà più ampio (fonte Lavoce.info).

Danilo Toninelli: "La Torino-Lione costa più di 20 miliardi. Il buco nella montagna ne costa 11 miliardi. Di questi, 6,4 sono sulle spalle dell’Italia. Lei sa che però dei 57 chilometri e mezzo del buco nella montagna 45 sono italiani e 12,5 francesi? Ma noi paghiamo il 60%. Bravissimi i politici che mi hanno preceduto a fare l’accordo eh" (#cartabianca - Rai)

La stima del costo totale citata da Toninelli è essenzialmente corretta. Secondo Pagella Politica il costo del tunnel di base del Moncenisio è invece inferiore, pari a circa 9,6 miliardi contro gli 11 di Toninelli, di cui 5,5 miliardi di euro a carico dell’Italia (senza considerare però i contributi europei). Infine, dei 57,5 chilometri del tunnel di base, 45 chilometri sono in territorio francese e 12,5 chilometri in Italia: il contrario di quanto detto da Toninelli.

10/01/2019

Laura Castelli: "Noi siamo diversi da Renzi e dalla Boschi: noi non faremo perdere soldi ad azionisti e correntisti" (Facebook)

Il governo Renzi non influì in alcun modo sui conti correnti nell'unica operazione di salvataggio bancario che lo vide coinvolto (il burden sharing di Banca dell’Etruria, Banca Marche e delle Casse di Risparmio di Ferrara e di Chieti) nel 2015 (fonte Osservatorio sui conti pubblici italiani).

14/01/2019

Carlo Sibilia: "Ecco tutti i soldi dati alle banche. Più di 80 miliardi di euro dai governi PD. Zero dal governo del cambiamento" (Twitter)

Gli strumenti che lo stato ha messo a disposizione di Banca Carige sono due: la garanzia pubblica sulle passività di nuova emissione (per 3 miliardi) e la ricapitalizzazione precauzionale (per 1 miliardo). Dire quindi che non si è dato un euro alle banche non è corretto: è vero che le garanzie possono non prevedere un’uscita di cassa immediata, ma lo stato deve comunque iscriverle a bilancio poiché in futuro potrà trovarsi nella condizione di dover restituire i fondi al posto di Carige. Dunque le garanzie impattano eccome sulle grandezze di finanza pubblica, nello specifico sul saldo netto da finanziare. Il secondo strumento messo a disposizione di Carige dal governo è la ricapitalizzazione preventiva. Per quanto non sia ancora un’ipotesi al vaglio dei commissari, secondo Lavoce.info anche in questo caso lo stato potrebbe trovarsi a dover sostenere un’uscita di denaro. Inoltre, la quantificazione degli aiuti dati alle banche dai governi Pd è esagerata: secondo una stima de Lavoce.info, sommando le stime degli interventi pubblici nel settore bancario dal 2013 al 2018, si ottiene una cifra non superiore a 18 miliardi di euro ad oggi sfumati. Se invece prendiamo in considerazione i massimali – cioè l’importo totale degli investimenti senza tener conto dei possibili (in alcuni casi molto probabili) ricavi – il conto sale a 24 miliardi di euro. Poco più di un quarto rispetto a quanto citato da Sibilia.

Alfonso Bonafede: "Perché non si dice che col decreto dignità c’è stato il boom dei contratti a tempo indeterminato?" (Otto e mezzo - La7)

A novembre 2018 gli occupati erano leggermente calati rispetto a giugno 2018, il mese precedente all'entrata in vigore del decreto Dignità. Anche i dipendenti a tempo indeterminato erano calati di 50mila unità. Per quanto riguarda i nuovi contratti a tempo indeterminato i dati mensili di agosto, settembre e ottobre sono stati leggermente migliori rispetto al 2017, mentre le trasformazioni hanno visto un netto miglioramento, ma molto simile al trend dei mesi precedenti. Non c'è stato dunque alcun "boom dei contratti a tempo indeterminato" (fonte Agi).

Alfonso Bonafede: "I dati dicono già tutto. Noi parliamo di un'opera che costa 20 miliardi per portare un risparmio di 20 minuti di tempo al trasporto merci [...], per un'opera che se inizia domani finisce tra 30 anni" (Otto e mezzo - La7)

La Tav costerà all'Italia circa 3,4 miliardi di euro fino al 2029 (fonte Il Foglio) e il risparmio di tempo previsto non è di 20 minuti, ma pari a circa 1 ora di tempo secondo l'analisi costi-benefici del team guidato dal professor Marco Ponti (fonte Analisi costi-benefici Tav). Il treno inoltre sarà anche per il trasporto passeggeri e l'opera, nella sua prima fase, sarà pronta secondo le previsioni entro il 2029.

15/01/2019

Elisabetta Trenta: "Grazie alle assunzioni straordinarie autorizzate dalla legge di bilancio, nel triennio 2019-2021 sono ora garantite alla Difesa almeno 1.147 assunzioni di personale civile con profilo "tecnico", in linea con il piano emergenziale tracciato" (Il Giornale )

Il comma 163-sexies della legge di bilancio 2019 autorizza il Ministero della Difesa ad assumere, per il triennio 2019-2021, un contingente massimo di 294 unità di personale con profilo tecnico non dirigenziale, destinati all'area produttiva industriale, in particolare degli arsenali e degli stabilimenti militari. Il 5 febbraio durante la riunione periodica del ministro Trenta con il Sindacato dei Lavoratori civili della Difesa, dietro richiesta dell'organizzazione sindacale, il vice capo di gabinetto ha smentito che sono garantite alla Difesa 1.147 assunzioni tecniche per il prossimo triennio, come riportato da Il Giornale il 15 gennaio scorso (fonte Flp Difesa).

20/01/2019

Alessandro Di Battista: "Reputo che il Tav sia la più grossa sciocchezza che possa fare questo paese, cioè spendere 20 miliardi di euro quando occorrono infrastrutture [...]" (Che tempo che fa - Rai)

Il commissario straordinario per la Tav Paolo Foietta nel 2012 ha scritto che il costo dell'intera tratta ammonta a 24,7 miliardi, di cui 8,7 per la parte italiana e 16 per quella francese. Il costo della sezione transfrontaliera tra Italia e Francia (l'unica per ora programmata concretamente, le fasi successive saranno realizzate in base alle necessità della linea) è stato invece stimato nel 2017 in circa 9,6 miliardi. Una cifra già rimodulata dalla project review decisa nel 2017 e che pesa sull’Italia per il 58% (5,6 miliardi di euro), mentre il resto è a carico della Francia. Sottraendo poi il contributo della Commissione europea, che dovrebbe finanziare l’opera per il 40%, il costo per l'Italia si limiterebbe a 3,4 miliardi (fonte Il Foglio).

Ripetizioni: 22/01/2019;

Immigrazione, “negli ultimi anni coinvolta quasi esclusivamente l’Italia” (Bongiorno). Non per le richieste d’asilo, superiori altrove

Dal 2019 al 2021 “garantite alla Difesa almeno 1.147 assunzioni” tecniche (Trenta). Il vice capo di gabinetto ha smentito

Alessandro Di Battista: "Portare una mozzarella a velocità supersonica per risparmiare oltretutto 20 minuti da Torino a Lione [...]" (Che tempo che fa - Rai)

Secondo le simulazioni di Ferrovie dello Stato, il risparmio di tempo è di quasi 2 ore (fonte Agi-Pagella Politica).

Alessandro Di Battista: "[…] bucando una montagna piena di amianto [...]" (Che tempo che fa - Rai)

L'amianto è presente nella montagna perforata, ma i dati a disposizione mostrano livelli sotto la soglia massima. Per quanto riguarda il tunnel esplorativo di Chiomonte, nel 2016 l'Arpa Piemonte ha rilevato valori ampiamente al di sotto del limite di allarme. Il ministero dell'Ambiente segnala inoltre un "solo minimo superamento del valore consigliato", comunque "contenuto entro il valore limite" per i siti contaminati. Afferma anche che non esistono prove di patologie dovute al cantiere.

Alessandro Di Battista: "[La Tav] non è stata neanche iniziata come lei ben sa, non è stato bucato niente, hanno fatto soltanto degli studi" (Che tempo che fa - Rai)

In una nota di gennaio 2019, Telt - la società promotrice pubblica della sezione transfrontaliera della Tav - riporta che “è stato scavato oltre il 15,5% delle gallerie previste per l’opera (tunnel geognostici, sondaggi, discenderie, ecc.) e a Saint-Martin-La-Porte si è superato il 64% dei 9 km della galleria geognostica in asse e nel diametro del tunnel di base. A Chiomonte lo scavo dei 7 km del cunicolo geognostico è stato completato a febbraio 2017, raggiungendo tutti gli obiettivi geognostici nel rispetto dell’ambiente, dei tempi e dei costi e senza incidenti” (fonte Agi-Pagella Politica).

Alessandro Di Battista: “Attualmente la Francia, vicino Lione, stampa la moneta utilizzata in 14 paesi africani, tutti i paesi della zona subsahariana. I quali, non soltanto hanno una moneta stampata dalla Francia, ma per mantenere il tasso fisso, prima con il franco francese e oggi con l’euro, sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal tesoro francese […]. Ma soprattutto la Francia, attraverso questo controllo geopolitico di quell’area dove vivono 200 milioni di persone che utilizzano banconote e monete stampate in Francia, gestisce la sovranità di questi paesi impedendo la loro legittima indipendenza, sovranità monetaria, fiscale e valutaria, e la possibilità di fare politiche espansive” (Che tempo che fa - Rai)

Come ha segnalato il fact-checking de Lavoce.info, non è vero che la Francia stampa moneta per conto dei 14 stati che adottano il franco Cfa. Gli istituti emittenti sono infatti due: la Banca centrale degli stati dell’Africa dell’Ovest per i paesi che fanno parte dell’Unione economica e monetaria ovest-africana (Uemoa), e la Banca degli stati dell’Africa centrale per i restanti che fanno parte della Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale (Cemac). Inoltre, è ingannevole affermare che “gli stati africani sono costretti a versare la metà dei loro denari” alla Francia. Il tesoro francese agisce sui mercati valutari per assicurare la piena convertibilità del franco Cfa in euro. Si tratta di un onere per le riserve della banca centrale francese, che, in cambio, richiede alle due banche centrali africane una quota del 50% delle loro riserve in valuta estera da depositare presso il tesoro, in un conto di trading aperto a loro nome che frutta interessi. La cifra depositata è contenuta, circa 7 mila miliardi di franchi Cfa, poco più di 10 miliardi di euro. Il meccanismo è quindi ben diverso dalla "tassa coloniale" a cui sembra fare riferimento Di Battista. Per quanto riguarda invece l'ultima parte della dichiarazione, secondo cui la Francia "gestirebbe la sovranità di questi paesi impedendo la loro sovranità monetaria", bisogna ricordare che i 14 stati africani non sono costretti a tenere la loro valuta ancorata all’euro e la Francia incoraggia la discussione: il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto di rivedere le condizioni di ancoraggio e addirittura di abolirlo, se questi paesi ne avessero fatto richiesta. Ma nessuno si è pronunciato in questo senso.

Ripetizioni: 25/01/2019 , 07/02/2019, 10/02/2019;

Alessandro Di Battista: "Fino a quando non si strapperà questa [una banconota Cfa], che è una banconota facsimile ma in realtà è una manetta nei confronti dei popoli africani, noi qua possiamo parlare ore di porti aperti, porti chiusi, ma continueranno a scappare le persone, a morire in mare, a trovarsi altre rotte, a provare a venire in Europa" (Che tempo che fa - Rai)

La correlazione tra i flussi migratori e le politiche francesi in Africa non sembra sostanziale: secondo i dati dell'Unhcr relativi al 2018, dei primi 10 paesi di origine dei migranti e profughi che arrivano in Europa, soltanto due (Mali e Costa d'Avorio) appartengono al gruppo di paesi che ha il franco Cfa come valuta, per un contributo di circa il 18%. Se prendiamo in considerazione soltanto l'Italia, la Costa d'Avorio e il Mali contribuiscono rispettivamente per il 3% e il 2% al totale dei migranti, cifre irrisorie se paragonate a quelle della Tunisia (22%) o dell'Eritrea (14%).

Ripetizioni: 10/02/2019;

23/01/2019

Luigi Di Maio: "Questo è il governo con il più alto consenso in Europa […]. Oggi le istituzioni europee, i governi europei sono ai minimi storici" (L'aria che tira - La7)

La prima parte della dichiarazione è essenzialmente vera: uno studio dell'Istituto Cattaneo evidenzia come in effetti l'esecutivo Lega-M5s sia al secondo posto fra i paesi Ue per consenso, dietro soltanto al governo maltese guidato da Joseph Muscat. La seconda parte è invece smentita dai dati dell'Eurobarometro: sia in Ue sia in Italia, la tendenza sulla percezione delle istituzioni e della moneta unica vede un ottimismo e una fiducia in crescita (fonte Pagella Politica).

25/01/2019

Giulia Bongiorno: "In riferimento ai migranti, negli ultimi anni è stata coinvolta quasi ed esclusivamente solo l'Italia" (Twitter)

Secondo i dati Eurostat, dal 2011 al 2017 le richieste di asilo in Italia sono state poco meno di 500mila. In tutta Europa sono state quasi dieci volte tanto, 5 milioni. In Germania 1,9 milioni e in Francia 509mila. Non è dunque corretto affermare che l'Italia si è sobbarcata quasi esclusivamente da sola l'onere dell'immigrazione in Europa.

Ripetizioni: 30/07/2018;

 


 

Le prime tre puntate del fact-checking

 

(4 - continua)

Di più su questi argomenti: