Foto: Meet digital culture center (Instagram)

GranMilano

Questo è Meet, cultura per far crescere la sinergia reale-virtuale

Iuri Moscardi

"Le macchine ci dominano solo se ne siamo inconsapevoli utilizzatori", dicono i promotori dell'iniziativa. Così Meet, di nome e di fatto, fa incontrare arte e imprese per conoscere strumenti innovativi

Maria Grazia Mattei è founder e presidente di Meet digital culture center, centro internazionale di cultura digitale realizzato con Fondazione Cariplo a Milano dove ha trovato casa Meet the media guru, format “con cui per 15 anni abbiamo portato qui il mondo digitale di guru e media artist”. Lei lo definisce “un piccolo faro” che durante la pandemia ha continuato a progettare: “Siamo attivi on e offline. Aspettando i visitatori, abbiamo lavorato a progetti europei su partecipazione, digital & media literacy, uso della Rete, AI e creatività”.

 

Un anno di lockdown ha fatto cambiare idea anche agli apocalittici digitali: “Si sono accorti che il digitale serve, ma non abbiamo esplorato le sue potenzialità davvero innovative per business e comunicazione, anche se ho apprezzato settori che pensavo frenati, come i beni culturali che l’hanno usato per intercettare pubblico”. Perché le cose cambino davvero serve “un salto culturale: la sinergia digitale-reale ha un enorme potenziale e noi, da esploratori, guardiamo avanti”. Anche perché il digitale è “un genio uscito dalla lampada e la pandemia uno scenario pazzesco di cambiamento in cui tutto, dalla progettazione del nostro tempo all’ambiente, è connesso e ricombinato dal digitale”. Per questo Meet ha organizzato due cicli di incontri: Around mobility (con Peugeot) esplora la società che riparte dopo il Covid a partire dai macro-temi tecnologie, società, climate change, comunità e design.

 

Dopo il professore di Harvard Jeffrey Schnapp, il 9 giugno Carlo Ratti – direttore del Senseable city lab dell’Mit di Boston e cofondatore dello studio di design Carlo Ratti Associati – ha esplorato le tecnologie. Il primo ospite di Meet the media guru the artist, il 10 giugno, è invece l’architetto Carlo Stanga. I “luddisti nostalgici” sono contrari al digitale perché credono che le macchine ci dominino, ma questo accade “solo se ne siamo inconsapevoli utilizzatori; se aumenta il pensiero critico diminuisce il dominio”. Per questo Meet considera il digital divide un fattore culturale: non riguarda i mezzi ma il loro uso. Gli strumenti digitali “sono nuovi linguaggi da progettare con consapevolezza etica e culturale perché AI e machine learning possono davvero dominarci, mentre chi li utilizza deve studiarne il linguaggio per non restare in balia dei pochi che lo conoscono, altrimenti saranno loro a controllarci”.

 

Per questo i progetti Meet hanno risvolti pratici. “In real In web In world” fa incontrare arte e imprese con workshop per conoscere strumenti innovativi come la Virtual reality; Mentora Steam (con fondi Ue Erasmus +) promuove l’occupazione femminile in ambito Steam (Science, Technology, Engineering, Arts, Mathematics) formando italiane di seconda generazione e migranti inoccupate; Innocult, co-finanziato da Commissione europea con partner spagnoli e portoghesi, mescola formazione, mentoring e eventi per disseminare linguaggi e metodologie; AI4Future (bando Creative Europe di Commissione Ue con partner spagnoli e olandesi) coinvolge artisti e attivisti della social innovation per far sensibilizzare i giovani sul tema della mobilità; Real-In (cofinanziato dall’Ue, partner francesi, tedeschi e spagnoli) realizza nuovi approcci partecipativi per le industrie culturali con mondi immersivi in 3D. “In due anni abbiamo creato un’ampia partnership europea con progetti in linea con i nostri valori sociali di partecipazione, superamento di gender gap, co-creazione e citizen engagement, dei quali curiamo elementi progettuali come laboratori perché i giovani scoprano il lavoro digitale a cui la scuola non li forma”, conclude Mattei.

 

Infatti, Meet è partner del New European Bauhausp, iniziativa interdisciplinare per progettare futuri modi di vivere basati sul Green deal. Dopo l’inaugurazione online con il ministro Franceschini, il sindaco Sala e il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti, il 28 ottobre 2020, Meet ha riaperto al pubblico il 18 maggio. Nei 3 piani e 1.500 metri quadri dell’ex Spazio Oberdan, riprogettati da Carlo Ratti, i visitatori trovano la Scala Abitata, il Theater da 200 posti (che ospita Cineteca Milano), l’Immersive Room di 250 metri quadri con 15 proiettori e il Bistrot e fino al 31 luglio la prima installazione site specific in Italia del media artist turco Refik Anadol, Renaissance Dreams. Fino al 9 giugno sulle vetrine di Meet e in piazza Gae Aulenti è stata invece proiettata l’opera d’arte generativa Meta-Cities di Streamcolors, imperniata sui concetti di Digital nature, Green mobility e Quality time.
 

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